Focus - 09.2019

(Darren Dugan) #1

C


ome è cambiata la villeggiatura dagli anni
della mia infanzia! C’erano rituali, costumi,
appuntamenti che mutavano i ritmi della
vita nelle stagioni ordinarie. Poi arrivava
l’estate, e si andava euforici al mare, alle spiagge, con gli om-
brelloni, le cabine, i bagni; o, con minore entusiasmo, in mon-
tagna, per passeggiate o escursioni ai laghi, gite, con l’accom-
pagnamento essenziale della macchina fotografica, per
fotografie stampate in bianco e nero con i bordi irregolari, e poi
cineprese con pellicole Agfa o Kodak, virate in colori più o
meno tenui.
Quel mondo non c’è più. Ne troviamo memoria in propizi
dipinti del Novecento, perfetti nel sigillare il tempo come Le
villeggianti di Antonio Donghi del 1934: due ragazze davanti al
paesaggio, con gli abiti leggeri lunghi fino alle caviglie, le scarpe
bianche, le calze di Rayon opache, l’ombrello. Ferme davanti
a un muretto, una in piedi, l’altra seduta, in un silenzio denso
di presagi. Ci sono una eleganza, una misura, una disciplina,
abitudini antiche e consuetudini che si ripetono come riti im-
mutabili. Donghi (1897-1963) riproduce un archetipo di Piero
della Francesca, e lo trasferisce in un tempo immobile di in-
canti quotidiani, con un lindore disarmante e infinitamente
eloquente. Tutto ci parla di timidezza e sentimenti semplici, in
una giornata limpida con un sole pallido. Di quegli anni, che

di Vittorio Sgarbi

L’estate, la pausa dal


lavoro, la campagna,


il mare, le montagne... dove


si trova tutto questo nella


pittura? Lo abbiamo


chiesto a Vittorio Sgarbi.


A

R

T

E

IN VACANZA


L’


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arte

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