Focus - 09.2019

(Darren Dugan) #1
MISSIONI INTERPLANETARIE

Le eterne sonde


Voy a ger


La sonda della Nasa Voyager 2 è stata lanciata nel
1977, ha avvicinato in sequenza (tra il 1979 e il 1989)
Giove, Saturno, Urano e Nettuno e oggi è il secondo
oggetto costruito dall’uomo, dopo la sua gemella
Voyager 1, più lontano dalla Terra. Dopo 42 anni e
circa 20 miliardi di chilometri percorsi da ciascuna,
incredibilmente, le due sonde inviano ancora dati.
Il segreto della loro longevità sono i generatori che
le alimentano, i quali producono calore attraverso
il decadimento naturale di isotopi dell’uranio; calore
poi convertito in energia elettrica. Un’energia che i
tecnici del Jet Propulsion Laboratory della Nasa
stanno gestendo da decenni nel modo più
“risparmioso” possibile. Per questo, alcune
settimane fa, a bordo della Voyager 2 è stato spento
il sistema che riscalda uno strumento, il rivelatore
di raggi cosmici; che tuttavia continua a funzionare
malgrado la sua temperatura sia scesa a -59 °C.
Queste incredibili sonde produrranno dati ancora
per un bel po’ di tempo.

Per rivivere l’Apollo 11
minuto per minuto, vai su
apolloinrealtime.org/11/

Astri per giocare


Si chiama Cosmos ed è un
semplice gioco didattico da tavolo
realizzato da CreativaMente per
portarci in viaggio tra i pianeti e
arrivare per primi sulla Luna.
Adatto a giocatori dai 5 anni in su,
è stato di recente presentato al
Museo della Scienza e della
Tecnologia di Milano.

IL BUCO NERO... DENUTRITO


Un team di ricercatori guidato da Stefano Bianchi
dell’Università degli Studi Roma Tre ha analizzato in
dettaglio il buco nero al centro della galassia Ngc 3147 (qui
sotto), a 120 milioni di anni luce di distanza da noi. E ha
scoperto che, malgrado sia relativamente piccolo (
milioni di volte la massa del Sole), è comunque circondato
da un sottile disco di materia che vi sta cadendo dentro.
Una caratteristica inaspettata, perché di solito è riservata a
buchi neri di massa maggiore. Insomma, anche se il buco
nero di Ngc 3147 è “denutrito”, perché vi è poca materia
che lo alimenta, sembra essere sorprendentemente vispo.

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DI SATURNO

VIDEO

a cura di Gianluca Ranzini

NASA/JPL-Caltech

Nasa, Esa, S. Bianchi (Università degli Studi Roma Tre, Italy) and M. Chiaberge (Esa, STScI, and JHU)

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PRISMA FACCIAMO SPAZIO

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