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on fu solo la tecnologia a portarci sulla
Luna. Il merito, dice Richard Wiseman,
fu soprattutto degli uomini coinvolti, e di
una mentalità vincente. Wiseman è do-
cente di psicologia presso la University of Hertfordshire, in
Inghilterra. Dopo aver analizzato i documenti delle missioni
Apollo e intervistato molti dei protagonisti, ha deciso di met-
tere in luce il fattore umano di questa grande impresa. Alla
fine, Wiseman ha identificato otto caratteristiche di quella che
ha poi battezzato “mentalità Apollo”, e le ha descritte nel libro
Volere la Luna (Codice Edizioni).
AUDACIA E PASSIONE
Gli uomini che resero concreto un sogno che affascina l’uma-
nità fin dalle origini erano un gruppo di persone molto giovani
e fortemente motivate. «La passione che mettevano in ciò che
facevano è stato il motore più importante del loro successo»,
spiega Wiseman. «Ancora oggi, lo si percepisce parlando con
ciascuno di loro». Merito, prima di tutto, di chi scelse il per-
sonale del Mission Control, la cabina di regia dell’intera mis-
sione, e dei criteri con cui lo fece. Chris Kraft, ingegnere aero-
nautico non ancora quarantenne, puntò su ragazzi laureati da
poco e di origini modeste: la loro età media, quando Armstrong
posò il piede sul nostro satellite, era di 26 anni. «Il loro compito
era rendere possibile ciò che sembrava impossibile. Tecnici e
ingegneri più esperti avrebbero potuto avere un atteggiamen-
to scettico», chiarisce Wiseman. «In pratica, i ragazzi di Kraft
non contemplavano l’idea che si potesse mollare. Kraft aveva
dovuto superare molte difficoltà nella vita e voleva forse un
team modellato a sua immagine. Scelse così persone più pro-
pense a trovare soluzioni anziché problemi».
Né lui né gli altri protagonisti erano coscienti di ciò che face-
vano dal punto di vista psicologico: «Erano ingegneri ed erano
concentrati sulla tecnologia, quindi sul piano mentale agiva-
Le missioni
Apollo
BENTORNATI
Il presidente Usa
Nixon incontra i
tre astronauti
della missione
Apollo 11 (messi
in quarantena
per sicurezza) al
loro rientro, dopo
l’allunaggio.
27 gennaio 1967
L’Apollo 1 prende fuoco durante
un test a terra. Muoiono i tre
astronauti a bordo: Virgil
Grissom, Edward White, Roger
Chaffee
Dal 11 ottobre 1968
al 18 maggio 1969
Dall’Apollo 7 all’Apollo 10
ricominciano i voli con
equipaggio umano in orbita
terrestre e lunare.
16 luglio 1969
Parte l’Apollo 11, che il 20 luglio
permetterà prima a Neil
Armstrong poi a Edwin Aldrin di
camminare sulla Luna. Con loro
nella missione Michael Collins.
14 novembre 1969
Decolla l’Apollo 12: Pete Conrad
e Alan Bean sbarcheranno sulla
Luna, Richard Gordon no.
11 aprile 1970
La famosa missione Apollo 13,
che un guasto farà fallire
(“Houston, abbiamo un
problema”). I suoi astronauti
tornarono sani e salvi
sulla Terra.
31 gennaio 1971
Apollo 14. Alan Shepard ed
Edgar Mitchell scendono sul
nostro satellite, Stuart Roosa li
aspetta in orbita lunare.
26 luglio 1971
Inizia la missione Apollo 15, che
porterà sulla Luna David Scott,
James Irwin e il celebre Rover
lunare. Il terzo componente
dell’equipaggio è Alfred
Worden.
16 aprile 1972
Apollo 16, con John Young e
Charles Duke che scendono
sulla Luna e Ken Mattingly no.
7 dicembre 1972
L’ultima missione sulla Luna:
Apollo 17. Eugene Cernan e
Harrison H. “Jack” Schmitt sono
gli ultimi uomini a mettere piede
sul nostro satellite. Con loro nel
viaggio, Ronald Evans.
Anche in sala di controllo, erano
tutti giovani (età media 26 anni):
National Air and Space Museum, Washington dovevano essere un po’ incoscienti
Nasa
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