Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Agosto 2019 11
Finanza
Mercati
Fca e Renault alla resa dei conti
La Borsa spinge per il maxi polo
I due gruppi inchiodati
sui prezzi dell’annuncio:
il mercato ci crede ancora
Decisivo l’ingresso di Nissan
Al vaglio di Elkann e Manley
anche partner alternativi
Marigia Mangano
Lo scorso maggio, quando Fca ha
annunciato la proposta di fusione con
Renault, le quotazioni di Borsa prese
come riferimento ai fini dell’aggrega-
zione vedevano la casa italo america-
na valutata miliardi e il gruppo
francese miliardi. John Elkann, a
stretto giro, ha poi ritirato l’offerta per
il venir meno delle condizioni, ma po-
co o nulla è cambiato per la Borsa: Fca
vale ancora circa , miliardi e Re-
nault , miliardi. Nel complesso lin-
guaggio del mercato azionario l’inter-
pretazione di questa relativa immobi-
lità dei titoli, inchiodati a fasi alterne
intorno ai valori del vecchio schema di
matrimonio, vuol dire una cosa sola:
le probabilità che l’operazione Fca-
Renault torni in vita è considerata
molto alta.
Il doppio tavolo aperto
Fortemente voluto dal capo di Fca,
John Elkann, e dalla guida di Renault,
Dominique Senard, il piano per dar
vita al terzo gruppo mondiale del set-
tore auto non è stato mai riposto in
modo definitivo nel cassetto. Ma è
evidente che questa volta, dopo il pre-
cedente di giugno, non sono ammessi
passi falsi. I colloqui e i contatti tra i
due gruppi, mai interrotti secondo
persone ben informate, sono volti a
“blindare” uno schema che abbia il via
libera a monte da tutti gli attori in
campo. Che non sono pochi: il Gover-
no francese, prima di tutto, socio al
% di Renault, i giapponesi di Nis-
san, partner dell’Alleanza, e gli azio-
nisti dei gruppi coinvolti, Fca, renault
e Nissan, senza vincitori o vinti. Natu-
rale che trovare il punto di equilibrio
in questo articolato tavolo di lavoro
sia assai complesso. Secondo quanto
è possibile ricostruire lo schema su
cui si sta lavorando punta a dar vita al
nuovo colosso del settore in più pas-
saggi. La priorità in questo momento
sarebbe quella di rivedere i termini e
i pesi dell’alleanza tra Nissan e Re-
nault, legate tra loro da partecipazio-
ni incrociate che vedono la casa fran-
cese social al % di Nissan e quest’ul-
tima azionista al % di Parigi senza
diritto di voto. Nissan vorrebbe la
quota ridotta al -% mentre Re-
nault sarebbe intenzionata a mante-
nere il -%.
Le aperture giapponesi
Il dialogo in corso tra Sernard e il ceo
di Nissan Hiroko Saikawa, seguito a
distanza da Elkann e volto a ridise-
gnare l’intreccio azionario, dopo un
iniziale irrigidimento di Saikawa
avrebbe registrato maggiori aperture
nelle ultime settimane. Non è un mi-
stero che l’attuale dirigenza giappo-
nese ritenga squilibrato l’intreccio
azionario, così come è altrettanto evi-
dente che il blitz di Renault e Fca a loro
insaputa abbia irritato il gruppo nip-
ponico messo al corrente di un pro-
getto a cose (quasi) fatte. Eppure nelle
ultime settimane i telefoni tra Parigi
e Tokyo sono tornati a squillare con la
posizione di Saikawa improvvisa-
mente ridimensionata dopo il dram-
matico calo dei profitti di Nissan nel
trimestre (-%).
La vendita di una parte del pac-
chetto di Nissan, che in Borsa capita-
lizza miliardi, potrebbe evidente-
mente tradursi in una ricca distribu-
zione di dividendi ai soci di Renault,
partendo dagli stessi giapponesi che
hanno il % e dal Governo francese.
Il via libera alla fusione tra Renault e
Fca potrebbe così diventare il “prez-
zo” da pagare per Tokyo a fronte di un
ridimensionamento della stessa Re-
nault nel capitale di Nissan. L’allar-
gamento dell’alleanza diventerebbe
poi la base su cui costruire, in un se-
condo tempo, il primo gruppo mon-
diale del settore auto con l’unione
della stessa Nissan.
Scenari, allo stato attuale. Ma vero-
simili secondo diverse fonti. Anche
perché, se è vero che ipotesi alternati-
ve sono costantemente al vaglio, al
punto a cui si è arrivati non conviene
a nessuno abbandonare il dossier. A
Fca, perché alternative vere, in questo
momento, non ce ne sono, a meno che
non si voglia voltare completamente
pagina e guardare all’America. A Re-
nault che è stretta in una Alleanza in
crisi ormai da tempo. E ai giapponesi
di Nissan che oltre ai nodi di gover-
nance con il partner francese devono
ora fare i conti con difficoltà interne e
risultati non proprio brillanti.
Il polo a tre
In questo quadro le prospettive di un
allargamento dell’alleanza franco
nipponica a Fca diventano ancora più
interessanti alla luce delle potenziali-
tà industriali che riuscirebbe, almeno
sulla carta, ad esprimere l’aggrega-
zione tra i due gruppi. Fca e Renault
avrebbero una massa critica in grado
di sfidare Volkswagen in Europa e nel
mondo. Un gigante forte sull’elettrico
e le nuove tecnologie grazie alla casa
francese e presente e forte in Nord
America grazie al gruppo guidato da
Mike Manley. Un colosso con un por-
tafoglio modelli in grado di coprire
tutti i segmenti di mercato, dalla pic-
cola Twingo all’altissimo di gamma
Maserati, passando per Jeep e Ram, gli
attuali motori della crescita di Fca.
Proprio il segmento delle auto di lusso
sarebbe il grande apporto del gruppo
controllato dalla famiglia Agnelli, con
marchi di fascia alta assenti nel porta-
foglio del partner francese. Ma anche
geograficamente la combinazione sa-
rebbe vantaggiosa: i ricavi di Fca di-
pendono principalmente dalle sue
vendite in Nord America e una fusio-
ne con Renault, che genera la maggior
parte dei suoi guadagni dal mercato
europeo, finirebbe per neutralizzare
e completare le rispettive debolezze.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AFP
Il bivio. Fiat Chrysler crede ancora nell’alleanza con Renault e Nissan
I principali proxy advisor si
dividono sull’operazione di
riassetto del gruppo Mediaset,
mentre Vivendi sarebbe
orientato a votare no.
—Servizio a pagina
Media
Mediaset verso
l’assemblea:
fondi divisi,
Vivendi contro
Il 4 settembre l’assemblea Mediaset.
Al vaglio dei soci il progetto di fusione
con la Spagna e la creazione di Mfe
JOHN
ELKANN
Presidente di Exor
e di Fca,
ha proposto a
Renault il progetto
di fusione
JEAN-
DOMINIQUE
SENARD
Ceo di Renault
e favorevole alla
fusione, si è arreso
al no di Nissan
28/12/2018 = Base 100
80
90
100
110
120
130
25 maggio.
Fiat propone un’alleanza
strategica con Renault:
prevista la fusione
6 giugno.
Fca ritira la proposta di fusione
dopo i veti incrociati fra gli
azionisti di Renault-Nissan
28/12/2018 20/08/
Renault -9,
Fca -2,
In Borsa da inizio anno
Dalle auto all’energia. Tesla affitterà pannelli solari agli
americani per produrre energia con un canone mensile
molto basso. L’annuncio è arrivato dal ceo Elon Musk
attraverso due tweet in cui ha anche chiesto ai suoi
followers di fargli sapere che cosa ne pensino del suo
programma solare.
L’offerta di Tesla è rivolta per il momento solo ai
cittadini americani proprietari di una casa, residenti in
sei stati: Arizona, California, Connecticut, Massachu-
setts, New Jersey e New Mexico. Il canone mensile parte
da dollari al mese, più le tasse, senza costi di installa-
zione per i contratti a lungo termine, ad eccezione della
California dove il canone parte da dollari. Il canone
comprende anche la gestione e la manutenzione del-
l’impianto solare «e ogni necessità di hardware» do-
vesse verificarsi nel corso degli anni. Gli affittuari dei
tetti però dovranno rigirare a Tesla gli eventuali incen-
tivi fiscali o sconti previsti per chi installa nel-
la propria abitazione impianti solari per la
produzione di energia: l’incentivo fiscale fe-
derale in vigore per i pannelli solari copre il
% del costo totale degli impianti, ma ci sono
anche incentivi statali.
Tesla ha spiegato che si tratta di piccoli
impianti solari domestici capaci di produrre
una media di - kilowatt-ora in un giorno
medio in California, e di - kilowatt-ora
in New Jersey. Musk scommette sul mercato
dell’energia e sul fatto che i prezzi dell’ener-
gia possano salire nel prossimo futuro, come
ha spiegato qualche analista di settore. Un
report appena diffuso da Bank of America
sostiene che le società energetiche sono
quelle che negli ultimi anni hanno avuto per-
formance maggiori rispetto alla media delle aziende
americane.
Nel Musk ha acquisito SolarCity, società cali-
forniana di San Mateo con mila dipendenti, specializ-
zata nei servizi legati alla produzione di energia solare,
attraverso produzione e installazione di pannelli solari
per le aziende e i privati, ma anche nello stoccaggio di
energia solare necessaria ad alimentare il network Su-
percharger, la rete di impianti di ricarica veloce svilup-
pata per le sue auto elettriche. Attraverso SolarCity dal
Tesla ha iniziato a vendere e affittare i pannelli
solari nei suoi showroom, con contratti di leasing di
o di anni. Ma l’offerta di pannelli solari attraverso gli
showroom finora non ha funzionato granché. Stando
infatti ai dati aziendali nel rispetto all’anno prece-
dente la produzione di megawatt sviluppata dai pan-
nelli solari di Tesla è diminuita del %, con un calo
delle vendite di pannelli che negli Stati Uniti, nello stes-
so anno per la prima volta dal , sono diminuite per
gli impianti residenziali per risalire poi a partire dal
. Il mese scorso durante la presentazione dei conti
trimestrali nella call con gli analisti Musk aveva ribadi-
to il suo ottimismo sull’energia solare e sulla crescita
del business legato a questo comparto delle rinnovabili.
—Riccardo Barlaam
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ECONOMIA CIRCOLARE
L’ultima sfida. La
Tesla di Elon
Musk proporrà
pannelli solari sui
tetti delle case
L’ULTIMA TROVATA DI ELON MUSK
Tesla risale la filiera:
pronti i pannelli solari
per i tetti delle case Usa
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