La Stampa - 23.08.2019

(WallPaper) #1
.

CHIARA BALDI


«Q

uello del mi-
nistro Boni-
soli è un mo-
do stalini-
sta di gesti-
re le cose».
È infuriato Peter Assmann,
56enne storico dell’arte au-
striaco, da quasi quattro anni

direttore di Palazzo Ducale di
Mantova, 320 mila ingressi
l’anno. Ma nel primo anno del-
la sua direzione toccò il picco
dei 360 mila, più di Brera e del
Maxxi. «Il 31 ottobre lascio,
l’ho già comunicato. Ha visto
cosa hanno fatto alla mia colle-
ga? Licenziata dal giorno alla
notte con una mail».
Parla di Cecilie Holleberg,
che da ieri non è più direttri-
ce della Galleria dell’Acca-

demia di Firenze?
«Esatto. Lei, come me e tutti i
20 direttori chiamati dall’ex
ministro Franceschini, siamo
venuti a ricoprire il nostro ruo-
lo con la speranza di cambiare
quello che non andava. Ma pri-
ma siamo stati sommersi dalla
burocrazia e poi siamo rimasti
impantanati nella palude poli-
tica di questo ultimo anno».
Non andate d’accordo con il
ministro?

«La sua idea di cultura di certo
non è la mia. Sin dal primo in-
contro con lui noi direttori ab-
biamo capito che quella che si
stava avviando era una contro-
riforma. Che parte a pochi gior-
ni dalla fine del suo mandato.
Ci saranno problemi per tutti».
In che senso?
«Il decreto ha una impostazio-
ne stalinista. Fino a oggi i diret-
tori potevano contare sul cda
del museo con cui decidere co-
me gestire i fondi, le sponsoriz-
zazioni e quali partnership av-
viare. D’ora in poi sarà tutto in
mano a Roma. I musei perde-
ranno completamente la loro
autonomia. E chi a Roma po-
trà garantire qualità e soste-
gno economico? Il ministro,
che non sa mai nulla? Una co-
sa così l’ho vista fare solo una
volta: quando lavoravo nella

Germania dell’Est».
Uno dei punti critici del decre-
to è l’accorpamento di alcuni
musei. Per esempio, a Milano
il Cenacolo Vinciano che pas-
serà a Brera. Cosa ne pensa?
«Il vantaggio è solo per Brera,
che avrà più soldi in cassa. Ma
come sopravvivranno gli altri
musei del Polo regionale?».
Tra poco lascerà la direzione
di Palazzo Ducale. Suggeri-
menti per il suo successore?
«A oggi non c’è alcun successo-
re: c’è un concorso internazio-
nale di cui non si sa più nulla
da settimane. Ma sto dicendo
a tutti la stessa cosa: non veni-
te in Italia a fare i direttori. A
questo Paese non servono sto-
rici dell’arte: servono avvoca-
ti. Qui si produce solo burocra-
zia, non arte». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Tutto in mano a Roma,
i musei perderanno
ogni autonomia.
E chi a Roma potrà
garantire qualità e
sostegno economico?
Il ministro,
che non sa mai nulla?

Il David di Michelangelo nella Galleria dell’Accademia di Firenze. In seguito all’accorpamento
con gli Uffizi, la direttrice Cecilie Hollberg è stata sollevata dal suo incarico dal Mibac

Processi decisionali centralizzati e super musei
che accorpano i “minori”. Cancellati diversi
direttori, come quella dell’Accademia di Firenze

ANSA

Il direttore (uscente) di Palazzo Ducale di Mantova: “Modi stalinisti”

Peter Assmann: “Una cosa simile


l’ho vista solo nella Germania dell’Est”


EMANUELA MINUCCI


S


embra un gioco di
prestigio. Il gover-
no ha tirato fuori
dal cilindro una ri-
forma dei Beni cul-
turali che accorpa
alcuni grandi musei e fa spari-
re alcuni direttori. E poi è spari-
to pure lui. Tant’è che ieri, ri-
guardo alle polemiche scatena-
te dalla sua riforma, il ministro
Alberto Bonisoli si è limitato a
un «no comment» in quanto te-
nuto, in questa fase, a occupar-
si solo di affari correnti.
Intanto però il decreto che
prevede super musei e siti ar-
cheologici dall’autonomia ridot-
tissima è stato da lui firmato, in
sordina, il 16 agosto, in piena cri-
si dell’esecutivo, e ciò è bastato
per cancellare la poltrona di Ce-
cilie Hollberg, che dopo quattro
anni è stata sollevata dal ruolo

di direttrice della Galleria
dell’Accademia di Firenze, in
quanto verrà accorpata agli Uffi-
zi. Hollberg, 52 anni, tedesca
della bassa Sassonia, ha reagito
al «licenziamento» con un’incre-
dulità proporzionale ai grandi
numeri che, grazie alla sua dire-
zione, la Galleria ha raggiunto.
È bastata quella firma, poi,
per cancellare il Polo museale
del Veneto, accorpandolo a
quello della Lombardia. Ma gli
altri casi sono decine: a Roma il
Museo nazionale etrusco di Vil-
la Giulia è diventato parte di
una rete di musei etruschi e il
Parco dell’Appia Antica è stato
riaffidato alla Soprintendenza
speciale di Roma, mentre il Mu-
seo di Miramare a Trieste ha
preso in gestione i musei dell’ex
polo regionale del Friuli-Vene-
zia Giulia e le gallerie delle Mar-
che e dell’Umbria i relativi mu-
sei regionali. Una rivoluzione,
insomma, che secondo molti ha
dato vita a un macro contesto
centralizzato, burocraticizzato
e totalmente sconnesso da quei
territori che invece si dovrebbe
curare e valorizzare.
Considerato il polverone sol-
levato dal caso Hollberg, che
accusa l’ormai ex governo «di
voler trasformare la cultura in

un outlet», oggi il Mibac ha ri-
badito gli obiettivi del decre-
to: «I cda dei musei sono stati
aboliti per semplificare, visto
che i loro pareri venivano co-
munque già approvati dalla di-
rezione centrale. Si punta a
rendere più snella la gestione
dei siti, ma non chiudendo
all’autonomia dei medesimi».
Secondo chiarimento: «I mu-
sei resteranno sotto la gestio-
ne diretta dello Stato, ma in
chiave più moderna ed effi-
ciente, con una distribuzione
più equa delle risorse: lo stes-
so Bonisoli ha affermato la vo-
lontà di istituirne di nuovi, a
costo zero, come nel caso del
Vittoriano». Conclude il Mi-
bac, «Tutto ciò rientra nel pro-
getto più complessivo di mi-
gliorare l’efficienza dei musei
che sono e rimarranno all’in-
terno della gestione statale».
Ma intanto la bomba è stata
lanciata, seminando discordia
in alcuni casi anche tra alcuni
direttori. Agli Uffizi guidati da
Eike Schmidt (la cui nomina
scadrà a fine ottobre e a cui
non dispiacerebbe per nulla
una riconferma pur avendo
pronta un’altra direzione, al
Kunst di Vienna) spiegano che
prima della riforma France-
schini per ben 136 anni Uffizi e
Accademia erano uniti in un
solo polo museale. «Certo che
ragionano così», controbatte,
polemica, Cecilie Hollberg,
«Schmidt ha già messo gli oc-
chi sulle nostre collezioni».
Comunque lo si guardi, per
gli addetti ai lavori quello che è
entrato in vigore ieri è un decre-
to-terremoto che riporta il cen-
tro di tutti i processi decisionali
a Roma. D’altronde, però, già
mesi fa Bonisoli non aveva fatto
mistero di voler depotenziare la
figura dei direttori dei musei:
«Basta con i direttori padroni»,
aveva spiegato all’inizio dell’e-
state, «d’ora in poi sarà il Mibac
a decidere se gli Uffizi presteran-
no o meno i dipinti di Leonardo
al Louvre». Ora quei direttori di
musei che con la precedente ri-
forma erano autonomi, come
Eike Shmidt per gli Uffizi o Pao-
la D’Agostino per il Bargello, po-
tranno sì predisporre una previ-
sione e un consultivo di entrate
e uscite, ma sarà la Direzione ge-
nerale Bilancio a dover approva-
re i documenti. In passato il mi-
nistro aveva anche attaccato i di-
rettori stranieri nominati da
Franceschini, ma poi la loro po-

sizione si era consolidata: al mo-
mento le quotazioni di Schmidt
e Bradburne (Brera) sembrano
in rialzo, mentre per Zuchtrie-
gel (Paestum) è già arrivata la ri-
conferma. Quindi al momento
ci ha rimesso la poltrona solo la
Hollberg.
Tra gli altri punti critici del
decreto, la creazione di fonda-
zioni pubbliche e private che
andranno a gestire i nuovi poli
museali e finirebbero col pena-
lizzare economicamente i mu-
sei più piccoli. Per esempio il
Cenacolo Vinciano, che passe-
rà dal Polo Museale della Lom-
bardia (28 musei) a Brera: in
questo modo gli introiti del Ce-
nacolo non verranno più redi-

stribuiti tra i musei «minori»,
ma saranno sommati a Brera,
con un danno economico rile-
vante per i «piccoli».
Secondo lo storico dell’arte
Tomaso Montanari «l’errore
più sconcertante riguarda uno
dei complessi monumentali più
importanti del mondo, la Via
Appia, che perde l’autonomia
per essere messa a bando da In-
vitalia come una specie di luna
park dell’antichità: un disa-
stro». Anche i sindacati sono
sul piede di guerra, come spie-
ga Valentina Di Stefano, rap-
presentante Cisl nel Consiglio
Superiore dei Beni culturali:
«Il ministro ha colpito alcune

regioni con la mannaia. Ha in-
debolito una regione che si sta
rialzando dopo il dramma del
terremoto, come le Marche,
che perdono la sede del Segre-
tariato, l’ufficio che in questi
anni ha svolto un lavoro straor-
dinario, coordinando tutti gli
appalti, i cantieri e le attività le-
gate al sisma. E altrettanto va-
le per il Molise».
Vittorio Emiliani, presidente
del Comitato per la Bellezza,
rimpiange il passato: «Dov’è fi-
nito il ministero per i Beni cultu-
rali di Spadolini, di Biasini, di
Ronchey? Oggi beni di una rari-
tà assoluta vengono trattati al-
la stregua di una partita di car-
ciofi, e i loro reggitori liquidati
come pedine da spostare qua e
là, o da estromettere, come ac-
cade al neo direttore del Parco
dell’Appia Antica, Simone Qui-
lici, scelto due mesi fa e ora, sen-
za formalità di sorta, cancella-
to da quel sito preziosissimo».
Parole dure anche da Raf-
faello De Ruggieri, sindaco di
Matera (indipendente di cen-
tro-destra) che ha scritto a Bo-
nisoli: «Ho accolto con ama-
rezza la cancellazione del Po-
lo museale lucano, con sede a
Matera, per l’avvenuta istitu-
zione della Direzione territo-
riale apulo-lucana delle reti
museali. Si priva così di un
presidio culturale la Capitale
Europea della Cultura». Infi-
ne, il sito Facebook del comi-
tato «Mi riconosci? Sono un
professionista dei beni cultu-
rali» sostiene in un post: «Ci
sono pezzi di ministero che
non vedono l’ora di regalare i
nostri musei statali a fonda-
zioni private. Il che significa
meno incassi per lo Stato, me-
no diritti per i lavoratori, bi-
glietti più cari, meno control-
lo su nomine e bilanci». —
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TUTTI CONTRO IL MINISTRO CHE RIVOLUZIONA IL PIANETA MUSEI

Terremoto Bonisoli

Il decreto firmato

in sordina il 16 agosto

fa saltare

nervi e poltrone

FIAMMA ARDITI
NEW YORK

L

o ha chiamato per
gioco «Nics». In in-
glese suona come
Knicks, la squadra
vincente di pallaca-
nestro di New
York. «Era un working title,
ma nessuno se ne è accorto,
così è rimasto», spiega Mar-
co Leona, 52 anni, piemonte-
se di Ivrea, direttore scientifi-
co del Metropolitan Museum
dal 2004, quando Philippe
de Montebello, allora diretto-
re, lo chiamò per creare il De-
partment of Scientific Re-
search. Nel suo studio al pia-
no inferiore del museo, at-
trezzato di avanzate apparec-
chiature per l’analisi e la tute-
la delle opere d’arte di ogni
tempo e provenienza, Leona
ci accompagna nel viaggio.
Il gruppo di scienziati, og-
gi quattrodici, tra cui due gio-
vani italiane, Federica Pozzi
ed Elena Basso, non solo lavo-
rano alle opere del Metropoli-
tan, ma anche a quelle di altri
dieci musei della citta, tra i
quali il Guggenheim, il Mo-
MA, il Whitney, la Frick Col-
lection, la Morgan Library,
l’Hispanic Society, la NY Pu-
blic Library. Ognuna di que-
ste istituzioni ha al suo inter-
no il proprio laboratorio di re-
stauro, ma si rivolgono al
Nics per la sofisticata analisi
scientifica. Il tutto è gratuito,
grazie al sostegno finanzia-
rio della Mellon Foundation,
che ha stanziato 50 milioni
di dollari da distribuire
nell’arco di quindici anni e di
donatori privati.

Alle origini del “Nics”
«L’ idea di creare questo net-
work di musei mi era venu-
ta quando andai all’Univer-
sità di Perugia per una con-
ferenza dedicata al MoLab,
un laboratorio di restauro
mobile creato da un net-
work di istituzioni euro-
pee», spiega Leona. Tra que-
ste ci sono, oltre all’Univer-
sità di Perugia, quella di Bo-
logna e il Trinity College di
Dublino, ma anche il museo
del Louvre, la National Gal-
lery di Londra, il Museo Ar-
cheologico di Napoli.
Tornato a New York, Leo-
na, con gli scienziati del Di-
partimento Scientifico del
museo si è messo al lavoro
per realizzare un progetto
analogo, e nel settembre del
2016 ha dato il via al Nics, va-
le a dire la Network Initiative
for Conservation Science. A
sostenerlo nell’ambiziosa ini-
ziativa erano sia il direttore
del museo, Thomas Camp-
bell, sia i finanziatori, che gli
hanno dato carta bianca. Co-
sì l’avventura è cominciata. Il
24 ottobre prossimo si terrà
il terzo Simposio al quale par-
teciperanno colleghi di mu-
sei e università di New York.
Max Hollein, l’attuale di-
rettore austriaco del Met, vor-
rebbe che la struttura creata

da Leona potesse impegnarsi
a livello globale. In tempi in
cui i leader del mondo sono
occupati ad alzare muri e
creare barriere, la politica si-
lenziosa di istituzioni dell’ar-
te come questa è quella di
aprire le porte, condividere,
far conoscere. «Questo è un
posto dove le culture si incon-
trano», sottolinea Leona, «l’u-
nicità del Met è di passare
dall’arte dell’antico Egitto a
quella di Grecia, Roma, Asia,
Oceania, Native American,
ma anche quella coloniale e
quella contemporanea». Par-
la con calma, ma traspare dal-
la voce dello scienziato pie-
montese quanto sia fiero di
fare parte di una istituzione
che gli consente di esplorare
nuovi terreni e mettere la sua
conoscenza scientifica al ser-
vizio di un patrimonio che
non appartiene a un solo Pae-
se o a una istituzione, ma
all’umanità.
Leona seleziona e coordi-
na giovani scienziati a cui in-
dica il cammino. «Il nostro è
un lavoro molto collaborati-
vo», ci tiene a sottolineare.
«Da quando sono qui ho avu-
to centottanta visite da licei e
università come Barnard, Co-
lumbia, City College. I tre
quarti sono donne e il dieci
per cento viene da minoran-
ze latine e afroamericane».
Quando approdano al De-
partment of Scientific Re-
search vedono l’applicazio-
ne pratica di quello che stu-
diano e lavorano su opere
d’arte che attraverso la scien-
za possono essere comprese.

Microbi e batteri
«Siamo l’unico dipartimento
a collaborare con tutti gli al-
tri», sottolinea. Il suo raggio
d’azione, oltre che all’analisi
scientifica e allo stato di ogni
opera, arriva allo studio del
clima e della luce nelle galle-
rie, ai materiali usati per
esporre le opere e allestire le

mostre, a quello degli inset-
ti. Sì, perché con i prestiti
delle quindicimila opere ar-
rivate da tutto il mondo per
realizzare ogni anno una
media di sessanta mostre, e
i sette milioni di visitatori,
il museo è invaso da una po-
polazione invisibile di mi-
crobi e batteri.

Scienza e arte
Man mano che Leona parla si
espande il campo d’azione di
questo ramo del museo, tan-
to segreto quanto necessa-
rio, che protegge e fa vivere
di nuova vita le infinite opere
della propria collezione. La
scelta di coniugare scienza e
arte la fece nel ’94, durante il
dottorato in chimica all’Uni-
versità di Pavia. Il 21 febbra-
io di quell’anno il professor
Giacomo Chiari, che poi sa-
rebbe diventato direttore
scientifico del Getty Mu-
seum, fece una conferenza
sugli studi cristallografici del
Giudizio universale di Miche-
langelo. Mentre racconta, mi
mostra, appesa alla parete
dietro di lui, la locandina di
quell’evento, che ha dato
una svolta al suo futuro.
Sto per congedarmi. «Un
attimo», dice, mentre tira
fuori da uno scaffale Fuji ros-
so, una delle 36 stampe di Ho-
kusai, realizzate alla fine del
periodo Edo. «Noi abbiamo
tutta la serie, ma la più famo-
sa è La grande onda». Tira fuo-
ri anche questa. «La nostra
copia è la più bella al mon-
do». A dieci anni ne aveva vi-
sto la riproduzione sulla Pic-
cola Enciclopedia Garzanti.
L’immagine di quell’onda gi-
gante che minacciava tre esi-
li barche e rifletteva i raggi
del sole emanando scintille
di luce aveva colpito la sua
fantasia di bambino. Oggi la
tecnica avanzata di quell’ope-
ra appassiona la sua cono-
scenza di scienziato. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Questo è un posto
dove le culture
si incontrano:
dall’antico Egitto
alla Grecia, a Roma,
all’Asia, all’Oceania,
all’arte coloniale
e contemporanea

Marco Leona, 52 anni, è stato chiamato al Met nel 2004 dall’allora direttore Philippe de Montebello

CECILIE HOLLBERG
GALLERIA DELL’ACCADEMIA
FIRENZE

JAMES BRADBURNE
PINACOTECA DI BRERA
MILANO

GABRIEL ZUCHTRIEGEL
PARCO ARCHEOLOGICO
DI PAESTUM

MARCO LEONA
DIRETTORE SCIENTIFICO
DEL METROPOLITAN MUSEUM

Hay-on-Wye (Galles)

Addio a Richard Booth
il re dei libri usati

EIKE SCHMIDT
GALLERIA DEGLI UFFIZI
FIRENZE

52 anni, nata a Soltau (Bassa
Sassonia), storica e manager
culturale, è stata alla guida
della Galleria dell’Accademia
di Firenze sino a due giorni fa.
Era entrata in carica nel 2015

64 anni, nato a Toronto
e naturalizzato britannico,
architetto, dal 2015 è direttore
della Pinacoteca di Brera
e il suo mandato
scadrà il 30 settembre

38 anni, tedesco di Weintgarten,
laureato in archeologia classica,
preistoria e filologia greca, è
direttore del Parco archeologico
di Paestum, incarico
rinnovato sino al 2023

COLLOQUIO

Tomaso Montanari:
“L’errore più grande,
la via Appia trattata
come un luna park”

Da quando sono qui
ho avuto 180 visite
da licei e università,
i tre quarti sono
donne e il 10
per cento viene
da minoranze latine
e afroamericane

È morto a 80 anni Richard Boo-
th, l’uomo che ha trasformato
un piccolo villaggio medievale
di 1600 anime, Hay-on-Wye,
in Galles, nel regno dei volumi di
seconda mano. Aveva aperto la
sua prima libreria nel 1961, in
un'ex caserma dei pompieri, e il
1° aprile 1977 si era autoprocla-
mato re dello Stato indipenden-
te di Hay-on-Wye. Nel villaggio,
dal 1988, si tiene ogni anno, in
giugno, lo Hay-on-Wye Festi-
val, capostipite di tante manife-
stazioni letterarie diffuse in tut-
to il mondo. Nel 2002 la ker-
messe ha avuto tra i suoi ospiti
Bill Clinton, che l'ha battezzata
la «Woostock dei libri».

L’attacco di Cecilie
Hollberg: “Gli Uffizi
hanno messo gli occhi
sulle mie collezioni”

51 anni, nato a Friburgo
in Germania, è uno storico
dell’arte. Dal 2015 ricopre
l’incarico di direttore
degli Uffizi. Il suo mandato
scadrà il 30 settembre

MARCO LEONA Piemontese di Ivrea, è il direttore scientifico del museo newyorkese
Dal 2016 alla guida di una squadra di tecnici specializzati nella conservazione delle opere d’arte

“E mentre il mondo alza i muri

il mio Metropolitan apre le porte”

INTERVISTA

28 LASTAMPA VENERDÌ 23 AGOSTO 2019
TMCULTURA
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