Il Sole 24 Ore - 20.08.2019

(Ron) #1

Il Sole 24 Ore Martedì 20 Agosto 2019 3


Primo Piano


Germania, piano da 50 miliardi


contro la crisi economica


Berlino. La Bundesbank: siamo già in recessione. Il ministro delle Finanze Scholz quantifica


per la prima volta l’intervento straordinario: una cifra simile a quella impiegata nel -


Isabella Bufacchi


Dal nostro corrispondente


FRANCOFORTE


Taglio delle tasse, per ora con l’abo-


lizione dei  miliardi della “ tassa di


solidarietà”collegata ai costi della


riunificazione che aumenterà diret-


tamente le buste paga. In prospetti-


va più risorse pubbliche stanziate


per la speciale cassaintegrazione


“Kurzarbeitergeld” che evita i licen-


ziamenti, per sostenere domanda


interna, consumi e mercato del la-


voro come nel . E, se necessa-


rio, spesa pubblica extra con incen-


tivi e agevolazioni mirati alle impre-


se, soprattutto piccole, che devono


innovarsi e in prospettiva ammo-


dernarsi per la difesa dell’ambiente.


Sono queste alcune delle misure di


pronto intervento allo studio al mi-


nistero delle Finanze in Germania,


nel caso in cui il rallentamento del-


l’economia in corso dovesse tra-


sformarsi in una recessione prima


tecnica e poi grave. Cifre al momen-


to sui tavoli dei tecnici al dicastero


non se ne fanno e non se ne vedono,


ma il ministro delle Finanze Olaf


Scholz domenica scorsa, in risposta


a una domanda di un bambino in un


evento pubblico, ha menzionato i 


miliardi di spesa pubblica extra usa-


ti ai tempi della Grande Recessione


dieci anni fa, sostenendo che la Ger-


mania può permettersi di spenderli


anche oggi, se dovessero servire,


«perchè abbiamo fatto scendere il


debito/Pil al % e le risorse ci so-


no». Nel  lui era ministro degli


Affari sociali e del Lavoro e siglò già


allora un piano anti-crisi.


Scholz non intende passare alla


storia per aver infranto la regola


dello Schwarze Null,lo zero nero, il


pareggio di bilancio imposto dalla


Costituzione con un “freno al debi-


to pubblico” deciso dal governo di


Grande Coalizione Cdu-Csu e Spd


alla fine del , anno veramente


nero per la Germania segnato da un


Pil in contrazione del ,%. Ma il


socialdemocratico che si è nei gior-


ni scorsi candidato per la leader-


ship dell’Spd non vuole neanche


essere ricordato per non aver mos-


so un dito per contrastare la reces-


sione in Germania dopo un record


di dieci anni di crescita.


E così, strattonato dai compagni


di partito a caccia di voti dopo il crol-


lo del gradimento degli elettori nei


sondaggi - che sarà confermato dalle


elezioni in arrivo il primo settembre


in Sassonia e Brandeburgo -, preoc-


cupato dalla contrazione del Pil nel


secondo trimestre dell’anno e dai


pronostici ieri della Bundesbank di


un terzo trimestre «lievemente ne-


gativo», Scholz ha iniziato a calcola-


re come, quanto e fino a che punto


allentare i cordoni della borsa e te-


nere tutto in piedi: contrastare il ral-


lentamento economico che rischia di
trasformarsi in grave recessione so-

stenendo la crescita ma al tempo


stesso continuando a rispettare il
vincolo di bilancio in Costituzione. È

grazie allo zero nero infatti se Scholz


e Angela Merkel potranno scrivere
una pagina di storia annunciando il

ritorno del debito/Pil sotto il %.


Iniettare  miliardi extra nel si-
stema per sostenere la crescita è un

intervento che secondo molti econo-
misti è da subito alla portata della

GroKo, senza togliere il freno sul de-


bito. E Fmi e Bruxelles premono da
tempo su Berlino per un aumento

degli investimenti pubblici produtti-


vi e stimoli alla domanda interna. Il
surplus di bilancio quest’anno po-

trebbe orbitare attorno all’% di Pil,


 miliardi circa, con una crescita al-
lo zero virgola: e se a questo si ag-

giunge la tolleranza di un deficit del-


lo ,% di Pil consentito dalla Costi-
tuzione per circostanze eccezionali

(non catastrofi naturali come in Ita-


lia ma forse la recessione provocata
da fattori esteri come il protezioni-

stmo di Donald Trump), i  miliardi


sembrano effettivamente alla porta-
ta. Ma è improbabile che arriveranno

annunci su interventi di questo tipo


prima del dato sul Pil nel terzo tri-
mestre dell’anno e sulle stime delle

entrate fiscali per il  e  che


saranno date in novembre.
Resta ora da vedere se la Germa-

nia entrerà in recessione quest’an-


no, dopo la contrazione del Pil dello
,% nel secondo trimestre. Le va-

riabili sono numerose, a cominciare


dall’incertezza sulla guerra com-
merciale tra Usa e Cina, la no-deal

Brexit, la turbolenza politica in Ita-
lia, gli impatti della recessione in-

dustriale in corso da quasi un anno


nel settore manifatturiero tedesco.
Secondo gli economisti della Bun-

desbank, la recessione tecnica è alle


porte e il bollettino pubblicato ieri
adombra la possibilità di un terzo

trimestre lievemente negativo per-


chè «non si vede la fine del rallenta-
mento, che si è accelerato per il calo

della domanda esterna, e questo po-


trebbe estensersi ad alcuni settori
dei servizi». Il presidente della Bun-

desbank Jens Weidmann ha descrit-


to la moderazione recente come
uno “slump”: «l’economia domesti-

ca va ancora bene, le debolezze fi-


nora si sono concentrate nell’indu-
stria e nelle esportazioni, a causa

delle incertezze nel commercio in-


ternazionale e di Brexit». Le vendite
nelle costruzioni, negli hotel e nei

ristoranti hanno registrato un calo.


All’inizio del , la crescita in Ger-
mania era allo ,% ma il deteriora-

mento è andato via via peggioran-


do. Sta a Scholz, appoggiato ad An-
gela Merkel, fermare la recessione

piuttosto che il debito.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

In posa. Il


ministro Olaf


Scholz si prepara
per un’intervista a

Reuters. In caso


di recessione, ha
detto, abbiamo

un piano da 50


miliardi


REUTERS

INFLAZIONE RIVISTA AL RIBASSO PER LUGLIO


I prezzi dell’Eurozona


crescono solo dell’1%


Si rafforzano le attese


di ampie misure espansive


da parte della Bce


Ancora più lenta. L’inflazione di
Eurolandia è stata pari, a luglio,

all’uno per cento; meno dell’,%


che era stato calcolato, per lo stes-
so periodo, alla fine del mese scor-

so. La correzione, pubblicata ieri


da Eurostat con la seconda lettura
dell’andamento dei prezzi, segna

quindi un rallentamento ancora
più incisivo della dinamica dei

prezzi, che a giugno erano cre-


sciuti dell’, per cento.
La frenata è ad ampio spettro.

Rallentano i prezzi dell’energia


(+,% annuo dal +,% di giugno),
ma anche gli indici core, di fondo,

hanno segnato una decelerazione.


Escludendo energia e alimentari
non lavorati - la misura preferita

dalla Bce - l’indicatore risulta in


crescita dell’,%, dall’,% di giu-
gno; mentre escludendo anche al-

col, tabacco e alimentari lavorati,


l’indice aumenta solo dello ,%
dal precedente , per cento. La fre-

nata dell’inflazione sottostante è


legata al settore dei servizi (+,%
i prezzi, dal +,% di giugno), men-

tre i beni industriali (energia


esclusa) fanno segnare una cresci-
ta dello ,% annuo, in lieve accele-

razione dal +,% di giugno e mag-
gio, dal +,% di aprile e dal +,%

di marzo, malgrado la contrazione


dell’attività in alcuni Paesi, a co-
minciare dalla Germania.

La correzione dell’indice ha ul-


teriormente rafforzato le attese di
un ampio pacchetto di misure

espansive da parte della Bce nella


riunione del  settembre. Al-
l’aspettativa di un taglio dei tassi

sui depositi si è aggiunta - dopo


un’intervista del governatore fin-
landese Olli Rehn al Wall Street

Journal - anche quella di una ria-


pertura del programma di acquisto
di titoli, un quantitative easing.

Rehn ha spiegato che è preferibile


andare oltre le attese dei mercati,
piuttosto che deluderli.

Le sue parole, però, non hanno


mosso in modo decisivo le aspet-
tative di inflazione. Misurate dagli

inflation rate swaps yy - relativi


al periodo -, sono salite
dall’,% dell’ agosto fino al-

l’,%, e restano quindi lontane


dall’obiettivo del due per cento.
Prima dell’annuncio della svolta

“accomodante” della Bce erano


calate all’,%.
—R.Sor.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

VERTICE IN FRANCIA


Macron incalza Putin


sui diritti umani


Risposta: e i gilet gialli?


Anche l’Ucraina al centro


dei colloqui. Il presidente


russo: «Il G non esiste»


Riccardo Sorrentino


Un incontro difficile. Vladimir Putin
è stato ricevuto ieri a Brégançon, nel

sud della Francia, da Emmanuel Ma-
cron cinque giorni prima del G- di

Biarritz, al quale Mosca non parteci-


perà. Molti i dossier in discussione:
l’Ucraina, la Libia, l’Iran, la Siria, sullo

sfondo del desiderio francese di co-


struire una nuova archittettura di «si-
curezza e fiducia» tra Europa e Russia,

come ha detto Macron evocando sia le


armi nucleari che quelle cibernetiche.
È stato il tema dei diritti umani, pe-

rò, a dominare l’incontro con la stam-


pa che ha preceduto i colloqui. Ma-
cron è stato esplicito, con il «caro Vla-

dimir», come lo ha chiamato per


stemperare la tensione: «La libertà di
manifestazione, la libertà di parola, la

libertà di opinione e la libertà di parte-


cipare alle elezioni - ha detto - dovreb-
bero essere rispettate in Russia come

in qualunque altro paese membro del


Consiglio d’Europa» (nel quale la
Russia è stata reintegrata a giugno,

durante la presidenza francese).


A Putin il richiamo non è piaciuto.
In un primo tempo si è limitato a

chiedere spiegazioni alla Francia per


il nuovo “comando spaziale” istitui-
to dalle Forze armate, e dotato di ric-

che risorse da investire; e a dire che


il G-, dal quale è escluso, «non esi-
ste». Incalzato dalla stampa, il presi-

dente russo però ha spiegato che in
Russia «si ha sempre il diritto di

scendere in piazza in modo tranquil-


lo», aggiungendo che «le autorità
devono assistere all’organizzazione

di queste manifestazioni».


Non si è fermato qui. «Sapete che
durante le manifestazioni dei Gilets

Jaunes, secondo i nostri calcoli, sono


state uccise  persone e ferite
.», ha poi detto, aggiungendo:

«Non vogliamo che queste cose av-


vengano nella capitale russa». Ma-
cron ha risposto che «bisogna distin-

guere», spostando la discussione al


cuore del problema da lui sollevato:
il diritto alla partecipazione politica.

«In Francia, coloro che hanno mani-


festato, coloro che vengono chiamati
i Gilets Jaunes, si sono presentati li-

beramente alle elezioni europee e a


quelle municipali; e va bene così. Io
mi auguro che si esprimano libera-

mente nelle elezioni, perché questo


riduce la conflittualità».
Putin non ha voluto lasciare l’ulti-

ma parola al presidente francese e ha


spiegato che in Russia le manifesta-
zioni «dichiarate in anticipo e sanzio-

nate, autorizzate dalle autorità» - così


almeno la traduzione francese - sono
permesse: e ha ricordato alcuni di

questi eventi. Nei paesi occidentali, in


genere, le manifestazioni però non
sono autorizzate ma solo “comunica-

te” alle forze di polizia.


Dietro queste schermaglie, non ir-
rilevanti nel gioco negoziale, si na-

scondeva - in questo caso più che mai



  • la difficile realtà della diplomazia. I


dossier sul tavolo sono tutti delicati.


Su quello ucraino, aperto dall’inva-
sione della Crimea e ancora suggella-

to dalle sanzioni contro Mosca, Putin


ha detto di nutrire «un certo ottimi-
smo» sulla possibilità di nuovi collo-

qui, dopo l’insediamento del nuovo


presidente Volodymyr Zelenskyj, e ha
precisato che non ci sono alternative

al formato “normanno”, i colloqui a


quattro (con la Germania).
Sulla Siria, Macron ha espresso

preoccupazione sulla situazione a


Idlib, dove l’avanzata delle truppe di
Damasco sta mettendo in pericolo la

popolazione civile, e ha chiesto il ri-


spetto del cessate il fuoco deciso a So-
chi. Per Putin, però, l’armata russa so-

stiene, ha detto, «gli sforzi delle forze


armate siriane per eliminare le mi-
nacce» dei terroristi. Rispondendo al-

le domande, il presidente russo ha an-


che detto che non c’è alcun rischio di
contaminazione, alcun pericolo, dopo

l’incidente a Severodinsk.


L’incontro con la stampa si è con-
cluso in un atmosfera di irritazione.

Parigi e Mosca restano distanti, se
non nemiche, e non è una sorpresa.

Per risolvere i «malintesi» sorti tra


l’Europa e la Russia - «e sono tanti»,
ha aggiunto il presidente francese -

Macron ha una sola soluzione: «Cre-


do nei tempi lunghi», ha detto. Quel-
li, forse, del dopo-Putin.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dietro i sorrisi.


Polemiche sui
diritti umani

durante l’incontro


tra Putin e Macron
al forte di

Brégançon,


residenza estiva
del presidente

francese


EPA

Prime mi-


sure possi-


bili: taglio


delle tasse


e risorse


per finan-


ziare il ri-


corso alla


cassa inte-


grazione


Segnali


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