Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1

DOMENICA18AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 5


«E,chiaramente,tuttiinostribeidiscorsi
servonosoltantoadistogliereinostrisguardi
danoistessiedaglialtri.Mostratemelovoi,
dovesonogliasilidicuitantoecosìspessosi
parla,edovelebiblioteche?[...]Quic’èsolo

sporcizia,volgarità,arretratezza»:lostudente
rivoluzionarioTrofimov(AntonCechov, Il
giardinodeiciliegi ,edizioneacuradiLuigi
Lunari,Rizzoli,2009)sottolineaconforzail
divariotradireefare...

Ildireeilfare

{


Classicamente
diNuccioOrdine

so-ucraino dellefertiliterre che si esten-
dono dal BalticoalMar Nero. Grazie al-
l’arte dell’intimidazione e al desiderio di
pacedelle maggiori democrazie, Hitler
annettel’Austria,ottiene una provincia
cecoslovacca(il Sudetenland), trasforma
la Boemia-Moravia in un protettoratote-
descoechiede allaPolonia direstituire
alla Grande Germania Danzica, staccata
dalla madrepatria e divenuta «città libe-
ra» in seguito al trattato diVe rsailles.
Di tutte le sue richieste questa, proba-
bilmente, è la meno irragionevole; e mol-
ti pensano che il bisticciotedesco-polac-
copotrebbe essere soltanto un altro epi-
sodio nella lunga storia della instabilità
politica dell’Europacentrale. Ma le prete-
setedesche si scontranocon la tradizio-
nale fierezza polaccae, nel frattempo, so-
no accadute duecose che hanno modifi-
catoi termini della questione. Gran Bre-
tagnaeFrancia hanno annunciatoche
difenderanno laPoloniacontro ogni mi-
nacciatedesca; la Germania ha firmato
con l’Unione Sovietica un patto il cui pro-
tocollo segreto prevede la divisione della
Polonia fra i dueStati.


Dopo la sconfitta dei polacchi, la guer-
ra si sposta sul fronteoccidentale, dove
francesiebritannici credono di potere
contaresulle loropotentifortificazioni
(la linea Maginot). Ma l’esercitotedesco
rompe il fronte,conquista Belgio, Fran-
cia, Olanda, Danimarca, Norvegia, Grecia
eJugoslavia. Tralascio le altrevicendee
mi limito a ricordare che la guerracoin-
volse quasi tuttiiPaesi europei, fra cui
l’Italia,edivenne mondiale quando la
Germania invase l’Unione Sovieticaeil
Giappone attaccògliStatiUniti. Alla fine
delconflitto, nel maggio 1945, le vittime
civili,con qualche approssimazione, am-
montavano a 14 milioni, quelle dei mili-
tari a 20 milioni e quelle degli ebrei ster-
minati a 6 milioni.
Non sempreivincitori hanno goduto
delle loro vittorie e non sempre i perden-


ti sono crollati sotto il peso delle sconfit-
te. La Germania ha perso la guerra, ma è
oggi una grande potenza, non soltanto
economica. La suacapitalevenne quasi
interamenterasa al suolo negli ultimi
mesi delconflitto, ma Berlino è oggi una
delle più brillanti e amate città europee.
La Francia deve la sua posizione in Euro-
pa al ruolo che le fu assegnato da un ge-
niale trattatoconcluso nelPalazzodel-
l’Eliseo dal generale Charles de Gaulle e
dalcancelliereKonrad Adenauer: quello
di chaperon della Germania per garantire
la sua rispettabilità. La Gran Bretagna si è
battuta eroicamente ed è riuscita arove-
sciare le sorti delconflitto; ma ha perdu-
tol’imperoedèoggi impantanata nel
mezzodiuna crisi istituzionale. L’Italia
ha perso la guerra, non ha più il suo im-
perocoloniale, ed è mediamente ogni 20
anni alla ricercadi un sistema politico
che piaccia alla maggioranza dei suoi cit-
tadini. Maèlaterza potenza industriale
europea.
La Russia ha vinto la guerra e, grazie al-
la vittoria, ha creatoungrande impero
ideologicocomposto da alleati e satelliti
in Europa, nei Carabi e in Africa. Ma è ba-
stato il crollo di un muro a Berlino perché
il Paese precipitasse in una fase di asse-
stamentodacui faticaarisollevarsi. Il
Giappone ha perso la guerra, ma è diven-
tato un gigante dell’economia mondiale.
GliStatiUniti hanno vinto la guerra, ma
hanno perduto quasi tutte le guerre suc-
cessive e hanno un presidente che molti
americanivorrebberoincriminaredi
fronte al Congresso per una serie dicol-
pe, fra le quali la maggiore, probabil-
mente, è l’incompetenza.
Dovesono dunque i vincitori della Se-
conda guerra mondiale? Erasmo daRot-
terdam scrisse della guerra che «è dolce a
chi non l’ha provata».Forse ai suoi molti
Adagia sullo stesso argomentodovrem-
mo aggiungerne un altro: le vittorie mili-
tari nuocciono spesso ai vincitori, ma
possono giovarequalchevolta aiPaesi
sconfitti.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Terzo Reich
eterritori
occupati

Alleati
delTerzo
Reich
eterritori
occupati

Nemici
delTerzo
Reich
eterritori
controllati

Paesi
neutrali

L’Europanel


La massima espansioneterritoriale della Germania nazista durante
la Seconda guerra mondiale (estate 1942)

Illibrodel«Corriere»
Nell’ottantesimo
anniversario dello scoppio
della Seconda guerra
mondiale, esce in edicola
martedì 3 settembre il
volume di Silvia Morosi e
PaoloRastelli L’Europain
fiamme ,con prefazione di
Antonio Carioti. Il saggio, in
venditacon il «Corriere della
Sera» al prezzo di e 9,90 più
il costo del quotidiano,
ricostruisce le origini e le
primefasi delconflitto che
sconvolse il mondo
Inarrivo
Sarà in libreria il 17
settembre il libro dello
storico americano Victor
Davis Hanson, docente
emerito alla California State
University, LaSecondaguerra
mondiale (Mondadori,
pagine 792, e 38)

i


SSS


di MARCELLOFLORES

«L


a mia primareazione verbale
fu: “Merda!Non ci mancava
che questa! Chefare? Natu-
ralmente cercare di spiegarlo come
volontà dell’Urss direstare fuori del
conflitto e di mantenere il suo popolo in
pace”. È quello chefacemmo.Io vissi
comunque questo nuovo voltafaccia di
Stalin come un tradimento di tutta la
nostra politica di lotta contro ilfasci-
smo e per la pace».Con queste parole il
presidente delPartito comunista sviz-
zero e dirigente delComintern,Jules
Humbert-Droz,reagisce alla notizia del
patto concluso aMosca il 23 agosto
1939 daMolotov e vonRibbentrop.
Nemmeno lui sa che l’accordo preve-
de la spartizione dellaPolonia, che
l’Urss invaderà il 17 settembre,facendo

prigionieri decine di migliaia di milita-
ri polacchi (molti di loro massacrati
nellefosse diKatyn nell’aprile 1940),
mentreHitler era in procinto di entrare
a Va rsavia. L’accordo firmato tra i due
Stati totalitari, a dispetto di una con-
trapposizione ideologica che sembrava
immutabile, prevedeva il controllo te-
desco della Lituania e quello sovietico
di Finlandia, Estonia e Lettonia; e la
consegna alla Gestapo di gran parte dei
comunisti tedeschi fuggiti in Urss.Poi
ci furono alcuni aggiustamenti: la Li-
tuania finì a Stalin in cambio di una
fetta più ampia diPolonia alTerzo Rei-
ch.
Con il pattoHitler si sentì libero e
autorizzato, comefece poco dopo, ad
attaccareVa rsavia, mentre Stalin sem-

brò «vendicarsi» delle democrazie eu-
ropee (Francia e Gran Bretagna) che gli
avevano chiuso la porta nei suoi prece-
denti approcci per un’alleanza antifa-
scista. La giustificazione dei comunisti
in tutto il mondo — tranne coloro che
abbandonarono indignati e delusi — fu
che Stalin prendeva tempo per meglio
organizzare la propria difesa (le purghe
degli anni precedenti avevano colpito
pesantemente i vertici dell’Armataros-
sa) e rinviare l’ingresso in guerra.
Al momento dell’aggressione nazi-
sta, tuttavia, l’Urss si trovò ancora
ampiamente impreparata, anche per-
ché Stalin non volle dare credito alle
notizie affidabili che alcune sue spie gli
andavanofornendo sui piani diHitler.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Tesi


L’INTESATRANAZISTIEBOLSCEVICHI


CONTANTISALUTIALLEIDEOLOGIE


Bibliografia
Tr a le operegenerali sul
conflitto iniziato nel 1939:
Antony Beevor, LaSeconda
guerramondiale (traduzione
diDaniele Didero,Rizzoli,
2013); JohnKeegan,
LaSecondaguerramondiale
(traduzione di EnzoPeru,
Rizzoli, 1989; il Saggiatore,
2018); Gerhard Schreiber, La
Secondaguerramondiale
(traduzione di Enzo
Morandi, il Mulino, 2004);
S.P.MacKenzie, LaSeconda
guerramondialeinEuropa
(traduzione di Maria Luisa
Bassi, il Mulino, 2011); Alan
J. P.Taylor, Leoriginidella
Secondaguerramondiale
(traduzione di Luciano
Bianciardi, Laterza, 1961)
Leimmagini
A sinistra: un ufficiale
tedesco davanti alla
stazione radio di Gleiwitz,
dove i nazisti inscenarono
un finto attaccopolacco
come pretesto per scatenare
l’aggressione del 1939.
A destra: in alto,l’ingresso
trionfale di Hitler aDanzica,
città che dopo il 1919 era
stata sottratta alla sovranità
tedesca; in basso,militari del
TerzoReich rimuovono un
posto di frontiera polacco
nei pressi diDanzica
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