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Corriere della SeraVenerdì2Agosto
ESTERI
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X
injiang, l’ultima
frontiera. Cono-
sciuta untempo
come Turkestan
Orientale, la pro-
vincia cinese si estende nel-
l’estremo Ovest delPaese, fino
alambirel’Asia Centrale.
Grande trevolteemezzol’Ita-
lia, il Xinjiang negli ultimi anni
èstatoilc entrodidisordini e
sanguinosi attentati anti cinesi
che hanno provocat oladura
reazione del governo centrale.
Secondo rapporti stilati da or-
ganizzazioni internazionali, tra
le quali Human Rights in Chi-
na, da un milioneaunmilione
emezzodiuiguri —l’etnia tur-
cofona difede musulmana che
costituiscelamaggioranza nel-
la pr ovincia—sarebberofiniti
senza processo incentri di rie-
ducazione per sottoporsiaun
«lavaggio delcervello»conlo
scopo di estirparne tuttele
«idee estremiste e le pulsioni
separatiste».
Pechino, oggettodiuna lette-
ra dicondanna da partedi
Paesi (traiquali l’Italia ma as-
sent igli Usa) per questedeten-
zioniextragiudiziali, ha rispo-
stonegando decisamentel’esi-
stenza di «campi diconcentra-
mento» nellaregione e
confermando soltantolapre-
senzadi«istitutieducativievo-
cazionali» dove alcune miglia-
ia di musulmani dai 20 ai 40
anni, uominiedonne, accedo-
no «su basevolontaria». «Ma
se questofosse vero —cidice
da NewYork Sharon Hom, di-
rettor eesecutivodiHuman Ri-
ghts in China—perché nessu-
no può lasciaredis ua iniziativa
questicampi?Perché iparenti
non hanno la possibilità dive-
dereilorocari?».
IlCorriereèstatoinvitatoa
partecipareauna rara visita ad
alcuni di questicentri insieme
conigiornalisti di altri 24Pae-
si,compresirappresentantidel
mondoislamico. Naturalmen-
te,nessuno si aspettavadien-
trareinunluogo chiuso da filo
spinatoeprotettodatorrettedi
guardia,cosìcomedenunciato
in Occidente: «In quellezone
—cidiceancora senza mezzi
termini Sharon Hom—èinat-
to un genocidio culturale».
Tuttavia, l’opportunità di supe-
rare una barriera di diffidenza
epaura, l’occasione di osserva-
re in prima persona unarealtà
tantocomplessa haconsigliato
di ac cettarel’offerta,così come
prima di noi avevadeciso di fa-
re laBbc.Ilprogramma ha avu-
to inizioconuna mostra, cruda
esenza filtri, sulle azioniterro-
ristiche di estremisti islamici, a
Urumqi, ilcapoluogo dello
Xinjiang,come in altrecittà ci-
nesi:Pechinocompresa. Quin-
di tappa all’Istitutoche prepara
ifuturi imam «diStato», diret-
to convoceprofonda epiglio
militarescodallo Sheik Abdu
La«rieducazione»
degli uiguri
NeicentrididetenzioneperimusulmanidelloXinjiang
chesecondolaCinasonosoltanto«scuolevocazionali»
Metododistudio
Nei centri si studia il
cinese e un lavoro. Vi
sarebbero rinchiusi un
milione e più di uiguri
Rakef.«IlgovernodellaRepub-
blicaPopolarehasempredato
grande attenzione allo svilup-
po dellareligione islamica»,
assicura lo sheik davantiauna
classe vicina al diploma che
porteràinuovi leaderreligiosi
nelle tantemoschee della pro-
vincia. «Basta chefede epoliti-
ca re stino separati». Più espli-
cita la signoraTian Wen, segre-
taria locale delPcc: «Ci accusa-
no di avercostruitocampi di
concentramento. Ma laverità è
un’altra: noicerc hiamo di tra-
sformareill orodesiderio di
morteindesiderodivita».
Èdavverocosì? Secondo il ri-
cercatore tedescoAdrian Zenz,
unicooccidentale ad avercon-
sultatodocumenti ufficiali del
governo cinese, questicentri
«sono luoghi di internamento
coercitivo», noncerto«scuole
vocazionali». Nel «Centrodi
educazione professionale»
(Jiaopei zhongxin)della Con-
teadiShule,apochi chilometri
da Kashgar, anticosnodocaro-
vanierodell’estremo Ovest ci-
nese, sono ospitati circa mille
«studenti», insiemeaventi
cuochi adibiti alla loromensa e
otto guardiani (disarmati) che
●
Chisono
LAMINORANZA
Gli uiguri sono una minoranza musulmana
di etnia turcofona che viveprincipalmente
nello Xinjiang, nel NordOvest delPaese,
dove sono circa la metà degli abitantitotali.
Nellaregione vivel’1,5 percentodei cinesi,
ma secondo Chinese Human Rights
Defenders qui siverificail20per cento
degli arresti delPaese. Il governo cinese ha
sempretenutosotto stretta sorveglianza gli
uiguri per le lorospinteindipendentiste.
MONGOLIA
INDIA
KAZAKISTAN
RUSSIA
Xinjiang
Urumqi
Kashgar
1000km
CINA
dal nostro inviato a Urumqi
e KashgarPaoloSalom
Corriere.it
Sul sito del
Corriere, foto e
storia dei campi
di rieducazione
Vitaincomune
Adestrae
sotto,nel
centrodiShule
(FotoPaolo
Salom)
si danno ilcambio alla porta
carraia.Igiornalisti stranieri,
osservaticonmalcelata curio-
sità dai ragazzi che affollano le
aule, sono accolti dal direttore
Mehmet Ali, 45 anni, anche lui
uiguro: «Questa scuola—dice
senza enfasi—èstata fondata
nel 2018.Vedret evoi stessi: chi
studia qui ha l’opportunità di
migliorarelapropria capacità
di comunicarecon ilrestodel
Paese, imparando il mandari-
no, un mestiereeleggi ecosti-
tuzione della nostraPatria».
L’ac centosul rispettodileggi
ecostituzione della Cinaèco-
stante.Mal’aspettochesivuole
chiarireesul quale si basa la
metodologia di insegnamento
(ripetizione incoro dei precetti
guidati dal docentedit urno) è
che non si può infrangerela
«pax sinica», per nessun moti-
vo.All’interno del mondo che
si riconosceintremila anni di
storiaecultura, si dà per scon-
tatoilruolo guida degli Han
(l’etnia cinese propriamente
detta) che al momentoopera
attraverso ilPartitocomunista
ma che in altreere guidava
l’immenso crogiolo di civiltà
per mezzodella figuraconfu-
ciana del funzionario-lettera-
to.. Eiracconti dei giovani che
accettano di «confessare»ilo-
ro «crimini» (nessuno scom-
mettesulla spontaneità delle
loroparole) interpretano fino
in fondo la necessità di «rico-
noscimentoattraverso l’auto-
critica» dell’autorità nazionale:
«Erouno sciocco,misono fat-
to conquistaredaun’ideologia
violenta», diceAizaiti Ali, 25
anni. «Ho imparatosuInternet
come fareuna bomba»,recita
Kuer Banjiang, 23 anni. C’èan-
che una ragazza,Kurban Gul,
22 anni: «Ho diffuso video
jihadisti. Ho credutoalla pro-
paganda che mi insegnavaa
odiareicinesi perché pagani».
Più tardi, ilCorrieresi ètrova-
to,das olo, in unacamerata do-
ve uno «studente» si rilassava
prima della mensa suonando
la chitarra: nei suoi occhi non
c’era tristezza, ma una serena
rassegnazioneelac oscienza di
non averealtra strada davanti a
sé. «Negli ultimi trenta mesi —
affermaconprudenza la signo-
ra TianWen—non ci sono sta-
ti attentati: vuol direche ino-
stri sistemi sono efficaci». Ai
reporterresta il ricordo di una
visitaaverescuole, istituti pro-
fessionali che potrebberoap-
partenereainormali circuiti
educativi. Ma anche laconsa-
pevolezza di non poterraccon-
tareciò che non sièpotutove-
dere.
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