la Repubblica - 02.08.2019

(C. Jardin) #1

Il caso


Commissario Ue


Italia senza un nome


E Salvini snobba


il pressing di Conte


di Annalisa Cuzzocrea
Carmelo Lopapa

Per tutto il giorno, Giuseppe Conte
ha atteso dalla Lega il nome che og-
gi dovrà fare alla presidente eletta
della Commissione europea Ursula
von der Leyen. Per ventiquattr’ore,
il presidente del Consiglio ha aspet-
tato che il suo vice, Matteo Salvini,
lo chiamasse per dirgli chi — secon-
do lui — dovrebbe andare a rivestire
il ruolo di commissario italiano a
Bruxelles. Se il sottosegretario all’E-
conomia Massimo Garavaglia, cui
sembra corrispondere il nuovo profi-
lo tracciato dal capo del Viminale:
«Un professionista che è nella Lega
da anni, che ha esperienza di gover-
no, che si occupi di dossier economi-
ci, di vita reale, commercio, indu-
stria, concorrenza». Oppure il mini-
stro dell’Agricoltura Marco Centina-
io o la ministra della Pubblica ammi-
nistrazione Giulia Bongiorno. Salvi-
ni, però, all’ultimo momento, ha de-
ciso di aspettare ancora.
Al ministro dell’Interno il pre-
mier ha spiegato quanto il fattore
tempo sia fondamentale. Per avere
la delega alla concorrenza, cui l’Ita-
lia aspira e per la quale ha trattato

nei vertici internazionali. Per non ri-
schiare che sia depotenziata da uno
spacchettamento, davanti a un Pae-
se che ritarda a presentare la candi-
datura. Soprattutto, per evitare che
la neo presidente chieda espressa-
mente il nome di una donna. Von
der Leyen ha spiegato che vorrebbe
che metà del suo collegio fosse fem-
minile, ma dei 18 Paesi che hanno
già fatto i loro nomi, solo 7 hanno
scelto una donna. Ne mancano 10. E
manca l’Italia. Che più tarda, meno
possibilità avrà di ottenere quel che
vuole.
Salvini lo sa, ma è spiazzato da un
gioco europeo che — nonostante gli

anni trascorsi da eletto a Strasburgo
— pare sfuggirgli. In conferenza
stampa al Papetee Beach accanto al
leader, il ministro per gli Affari Euro-
pei Lorenzo Fontana ammette che
contro la Lega in Europa c’è una sor-
ta di «cordone di sicurezza». Il parti-
to di via Bellerio è nel gruppo con i
movimenti antieuropei che Bruxel-
les tiene a distanza. L’aggancio con
il leader ungherese Viktor Orbán è
fallito. Stare insieme ad Afd e Front
National non è un buon viatico, per
essere guardati con fiducia. «Non è
possibile che la von der Leyen non
incontri il partito che ha vinto le ele-
zioni europee in Italia», attacca Fon-

tana. Ma sarà così. Ed è questo che,
più di tutto, irrita Salvini e i suoi.
Per il nostro Paese tratta Conte,
che con la presidente si è sentito
spesso nelle ultime settimane. «C’è
troppa carne al fuoco, per il nome
mi sa che aspetto ancora un gior-
no», diceva ieri il ministro dell’Inter-
no in spiaggia. Fino a sfogarsi: «Tan-
to si sa come andrà: faranno di tutto
per impallinarcelo, bocceranno il
nostro candidato. E poi, come faccio
a dare un nome se non so quali sa-
ranno le deleghe?». In effetti, in ca-
so davvero l’Italia riuscisse a ottene-
re la concorrenza, dopo il rifiuto di
Giancarlo Giorgetti la Lega potreb-
be puntare giusto su Garavagla. Se
invece si trattasse dell’Agricoltura,
il candidato naturale sarebbe l’at-
tuale ministro Marco Centinaio.
Che con la sua dipartita dal governo
darebbe il via alle danze del rimpa-
sto. Resta l’ipotesi donna, con il no-
me di Giulia Bongiorno. «Vogliono
anche dirci se dev’essere bionda?»,
chiede seccato Salvini. Che torna a
ripetere come un mantra: «Se non si
fanno le riforme che vogliamo il go-
verno non può andare avanti». Ma
appare fuori tempo massimo: il Par-
lamento è quasi in vacanza. La crisi,
per ora, può attendere.

di Liana Milella

roma — Nonostante Salvini, il
Guardasigilli tenta di salvare la
sua riforma della giustizia. Il mini-
stro dell’Interno l’ha definita «una
cosina», e non la “cosa grande”
che vorrebbe lui, ma quando sono
le otto di sera Alfonso Bonafede sa-
le a Palazzo Chigi dal suo amico
Giuseppe Conte e ci resta per ol-
tre un’ora e mezza. Perché pro-
prio il premier, con cui si fanno fo-
tografare nel pomeriggio lo stesso
Bonafede, Di Maio e Fraccaro, po-
trebbe essere la figura istituziona-
le chiave per mediare sulla giusti-
zia. Tant’è che Bonafede esce dal-
la sede del governo assieme a Con-
te. E spiega: «Se l’obiettivo è vera-

mente ridurre i tempi del proces-
so penale, e non c’entrano separa-
zione delle carriere e intercetta-
zioni, come ho sempre detto sfon-
dano una porta aperta, io sono
apertissimo al dialogo. Porterò
avanti una riforma ambiziosa e ra-
dicale».
Nella cartella Bonafede ha una
serie di novità sul testo che anche
ieri ha fatto litigare Lega e M5S. Si
tratta di calcoli fatti dal suo ufficio
legislativo per dimostrare che i
tempi dei processi, tra udienza
preliminare e dibattimento di pri-
mo grado, non sono così lunghi co-

me sostiene il Carroccio, bensì so-
no molto al di sotto dei sei anni
(Salvini ne esige quattro). Bonafe-
de replica ai tanti “no” pronuncia-
ti dalla Lega nelle ultime ore, in
particolare dal ministro della Pub-
blica amministrazione Giulia Bon-

giorno, longa manus del vicepre-
mier lumbard sulla giustizia. Sono
i “no” che nasconderebbero la vo-
lontà del Carroccio di bocciare la
riforma per evitare l’entrata in vi-
gore della prescrizione bloccata
in primo grado. Al punto da agita-

re lo spauracchio della separazio-
ne delle carriere, modifica dell’or-
dinamento costituzionale che
comporterebbe una riforma della
Carta di fatto impossibile.
Bonafede, di solito prudente,
questa volta perde la pazienza. Al-

le 12 attacca la Lega in una diretta
su Facebook: «Sono disponibile a
ogni proposta, ma si mettessero in
testa che non sono al governo con
Berlusconi». Bonafede parla della
richiesta di cambiare le norme sul-
le intercettazioni («I pettegolezzi
da spiaggia devono restare chiusi
in un armadio, altrimenti diteci
che siamo in uno stato di polizia»
dice Salvini), sulla separazione del-
le carriere e sulla prescrizione.
Perché crea sospetti Salvini che di-
ce: «L’accordo era, e rimane, che
la sospensione della prescrizione
entrerà in vigore se sarà operativa
la riforma della giustizia. Se non
sarà così vorrà dire che ci sono 60
milioni di italiani processabili a vi-
ta». Giusto mentre il presidente
delle Camere penali Gian Domeni-
co Caiazza arriva a minacciare
«una guerra termonucleare» se
non si revoca la prescrizione. Pro-
prio Caiazza autore della propo-
sta di legge sulla separazione del-
le carriere sostenuta da 72mila fir-
me che alla Camera arriverà in au-
la a settembre e che ha buone
chance di essere votata perché so-
no d’accordo Lega, Forza Italia,
Fratelli d’Italia, ma anche molti
renziani del Pd.
Ma a questo punto che succe-
de? Sui tempi del processo si trova
un accordo la prossima settimana
o tutto slitta a settembre? Andran-
no avanti solo il processo civile e il
sorteggio del Csm che hanno avu-
to il via libera? Spiega Bongiorno:
«Il fatto che non ci sia accordo
non vuol dire che la legge sia su
un binario morto», lasciando uno
spiraglio che dovrà fare i conti
con il voto sul decreto sicurezza.
Certo è che i magistrati sono con-
tro Bonafede. Il presidente
dell’Anm Luca Poniz definisce «in-
costituzionale» il sorteggio dei
componenti togati del Csm, men-
tre valuta positivamente la pre-
scrizione perché quella sì accor-
cia i tempi dei processi.

Bongiorno
L’altro nome
è quello della
ministra
Giulia
Bongiorno

Garavaglia
Tra i nomi che
circolano come
Commissario Ue
c’è Massimo
Garavaglia (Lega)

La prescrizione
La riforma di Bonafede
prevede che il corso
della prescrizione si
fermi dopo la sentenza di primo
grado. Ma su pressione della
Lega il nuovo sistema partirà
dal gennaio 2020.

Processi, Bonafede media


ma avverte la Lega


“Non governate con Fi”


Le intercettazioni
Non sono previste
nuove regole per gli
ascolti nel testo di
Bonafede. Ma la Lega
chiede di bloccare l’uscita
delle intercettazioni
sulla stampa.

Separazione carriere
Anche questo tema
non c’è nel testo di
Bonafede. Ma la Lega
chiede che siano
definitivamente separate le
carriere dei pm da quelle dei
giudici. Vuole due Csm.

Durata processo
La durata del
processo penale
La riforma voluta dal
ministro Bonafede prevede
che il processo penale
non possa durare più di sei
anni.

I candidati


1


Primo piano Gialli contro verdi


La foto su Facebook
Di Maio a Salvini: “Basta dire solo dei no”

“Mi aspetterei muri e ‘no’ dalle forze di
opposizione. Ma da chi sostiene questo governo mi
aspetto lealtà”. Lo scrive su Facebook Luigi Di Maio
pubblicando una foto con il premier Giuseppe

Conte e i ministri Bonafede e Fraccaro, in cui i
quattro si stringono in un abbraccio.
“Governiamo con serenità. Se qualcuno ha in
mente altro, lo dica” scrive alludendo a Salvini

2


Il provvedimento


I punti che dividono
3

kUrsula Von der Leyen


4


Il Guardasigilli dal


premier: se l’obiettivo


è ridurre i tempi,


e non la separazione


delle carriere, sono


aperto al dialogo


. Venerdì, 2 agosto 2019^ pagina^5

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