Corriere della Sera - 03.08.2019

(ff) #1
#

CorrieredellaSeraSabato3Agosto2019
TERZAPAGINA


43


AllaNationalGallerydiLondra


Espostodopounsecolo


capolavororestaurato


delRinascimentoitaliano


LamostraSurrealismo, Arte Poveraefashion. La fotografa legge il passato con uno sguardo sul contemporaneo


Moda earte:d ialogo per immagini


negli scatti di Brigitte Niedermair


P


alazzoMocenigo ospita una mo-
stra cheforse ha giàcambiatola
fotodi moda. L’idea sta in un nuo-
vosguardo, perché la moda, le
modelle, sono semprestatemitizzateat-
traverso l’occhioeildesiderio degli uomi-
ni. Ma,aVenezia,conBrigitteNiederma-
ir.MeandFashion(fino al 24 novembre)
sono immagini nuoveacominciaredalla
messa in scena.
Prima di tuttosiisola la figura, l’oggetto,
il frammento, l’accessorio, nello spazio,
creando unfondo opacocontroilquale
tuttosipossa montare.Poieccoil taglio
che vuole direrimozione: della donnave-
di unatesta, unovato,come nellefotodi
FlorenceHenri degli anni Trenta, oppure

icapellioilvelo checoprono il visocome
nei dipinti di Magritte, oppurevedi dei
danzatori che creanotensioni,torsioni
deicorpi associati, anche nel grande libro
che accompagna la mostra,atuberi, a
escrescenzedel naturale che siconfronta-
noastofferugosecome lacorteccia di un
albero. Comporreper frammenti: Brigitte
Niedermair stringe una cinta attornoaun
biancogesso classicocome in unPaolini-
Merzbau, oppuresovrapponeaquelvolto
la Vittoria di Samotraciaeuna niobide a
delle nerescarpe dal taccoaltissimofor-
mando una improbabile piramide:così la
intera classicità viene rimossa.Elocon-
ferma unafotodelDaviddi Michelangelo
vestitofinoamezzopettocon unveroabi-
toda sera mentreuna gamba di donna
escedal drappeggio: ecco cancellatol’at-
leta, il maschio, il modello rinascimenta-
le. Mac’èaltro: un’allusivaostricaaperta,
unacalla sensualecome unWeston degli
anni Trenta;eccoil «rapporto» esteso al
mondodel naturale.
Di solitoscorriamo lafotodi modavelo-

cemente, isolando l’abitodal corpo della
donna, ma adesso queicorpi diventano
dettagli staccati,come negli spostamenti
econdensazioni delle figurediMax Ernst,
comecerti Salvador Dalí dalle violenze
sottilienascoste;enon dobbiamo di-
menticareifondi opachieiblocchi dico-
loreche scandisconoidettagli dei busti,
come in unRothkodeclinatosui bruni.
C’èunafotoche facapireilritornante
dialogoconl’antico: su un davanzalecon-
troilsolitofondo opacouncaliced’argen-

to,unpiattodipeltro, un polpocoitenta-
coli eunpesceche sbordano dal piano e,
sopra, una sottile, nera scarpa: si deveco-
noscerelapittura di GiovanBattista
RuoppoloediGiacomoRecco,lagrande
natura morta napoletana del Seicentoper
comporre, stavoper diredipingere,così.
Ma BrigitteNiedermair legge il passato
conlosguardo sulcontemporaneo: ogni
volta che strappa, taglia un abitosul da-
vantiescompone la supposta unità del
modello senti il dialogoconLucioFonta-
na e, incerti neri, incerti cupi scuri di al-
cuni busti, quelloconBurri.
Lafotografa dunque trasforma la storia
della immagine della moda in dialogo
conlerivoluzioni dell’artedel nostrotem-
po. Questefotonon esisterebberosenza
l’ArtePovera, senza il Surrealismo, senza
il Concettuale.Amontestanno due intri-
ganti mostredella Niedermair al Mambo
di Bologna, quella sulle piramidi d’Egitto
intitolataAreyoustillthereeTransition
GiorgioMorandi(2010-2013) giocatesul
tempo lentodellacontemplazione. «Ho
sempre—racconta—avutoun’idea della
committenzacome possibilità di interve-
niresullacontemporaneità»,eproprio la
committenza la ha lasciata adesso libera
di inventareelei ha scopertolalunga du-
rata di una nuova,sensuale, tagliente, al-
lusivafotografia.
©RIPRODUZIONERISERVATA

StorieKerbaker per La nave di Teseo


Parte dalla provincia


il conto alla rovescia


verso la «Celebrity»


U


na storia crudele, ma che fa anche
innegabilmente(sor)ridere.Una
storia che potrebbe usciredauna
pagina di cronaca, tantoèrealistica,
viva, attuale, pulsante.Ecinica. Come una
storia di provincia checolpiscesenza pietà il
malcapitatoditurno. Che potremmo però
essereanche noi, tantoèfacile immedesi-
marsi nel protagonista, seguireisuoi pensie-
ri, tra insicurezzeesogni ad occhi aperti.
Pinoèilnostroinconsciocollettivo, personi-
ficaildesiderio—umanissimo—diessere
riconosciuti, apprezzati,considerati dagli
altri. Pino punta peròancora più in alto. Alla
Celebritydel titolo del nuovoromanzodi
AndreaKerbaker (La navediTeseo, pagine
106,e11), che apreuna finestra sul potere
(aggregativoenegativo) dellatelevisione,
soprattuttonei paesi di provincia, doveogni
sera diventa protagonistaecalamita degli
sguardi. Nonèchiaro, ma pocoimporta, se è
Pinoavoler parteciparealquiztelevisivoRai
per diventarefamoso nel suo paeseoèla
madre—personaggio perfettamentetratteg-
giatonella sua frustratacattiveria—che glie-
lo impone («Tu devi diventarefamoso,caro
mio, fa-mo-so, puntoebasta»).
Giuseppe «Pino» Scannadinari ha 24 anni,
non ha studiato, viveancoraconigenitori e
fa il barman.Unicapassione, oltrealla cura
conlaquale allinea le bottiglie di gin sul ban-
cone,èquella del giovedì pomeriggio, quan-
dovaaprendereascuola l’amata nipotina
per passarecon lei il pomeriggio.Èlui, Pino,
la vocenarrante. Racconta il viaggioverso gli
studi Rai di Saxa Rubra per partecipareauna
puntata del quizBotta&Rispostacondotto
dal divotvMassimo Incensato. La fantasia di
Pino galoppa,costruiscescenari improbabili:
dopo averlo vistointv, la gente—neècon-
vinto—,lofermerà per strada, perché «que-
stonon lo avevacalcolato: nonèsolo quello
cheèandatointelevisione, maèquello che
haconosciutoIncensato, il Massimo-o-o-o».
Esarà ancora «più entusiasmantetra dieci
giorni, quando tutti, ma proprio tutti lo
avranno vistointvinsieme alla Carmenealle
suetettedaprimato».
Si sta pregustando ogni istante, nell’attesa
che la puntatavenga mandata in onda. Nes-
suno,apartelafamiglia, sa che lui ha parteci-
pato. Sarà la sorpresa dell’anno per il paese.
«Nulla puòrovinarel’ebbrezza delcontoalla
rovescia». Ma—primocolpo di scena—il
divoMassimo muoreimprovvisamenteela
Rai decide di non mandareinonda la punta-
ta. Da lì in poiètuttounprecipitaredicose,
di rabbiaeansie, fino alla scelta di ricorrerea
un avvocato. Che perònaturalmentenon può
costringerelatvdiStatoalla messa in onda.
«È solo perché siamo povera gente, che non
abbiamo diritti...», tuona la madre. «Noi
povera gentequi asubire,asubire,asubire».
Epoi la storia svia, scappa di mano al lettore
(ma non allo scrittore), prende una piega
inaspettata (secondocolpo di scena, che non
riveliamo).Kerbaker scriveuna storia che ha
il ritmo incalzanteeasciuttodiuna sceneg-
giatura, nella quale alcuni tratti impacciati,
comiciesurreali di Pino fanno pensarea
personaggi nati dalle penne di Ermanno Ca-
vazzoni,UgoCornia,Paolo Colagrande.
©RIPRODUZIONERISERVATA

RKerbaker sarà oggiospiteaCapalbio (Grosseto)
per presentareils uo romanzocon GiuliaCerasoli
(letturediMarta Mondelli), alle 19:capalbiolibri.it

diHelmutFailoni diArturoCarloQuintavalle

Prospettive
Disolitoscorriamolafotodi
modaisolandol’abitodalcorpo,
maoraicorpidiventanodettagli
staccati,comeincertiDalí

AVenezia

DiscussioniL’analisi dello storico Salvatore Sechi sui pregiudizi populisti coltivati dall’attuale maggioranza di governo


La democrazia diretta ricrea le oligarchie


C


orreval’anno 2013einuninverno
più scontentodel solitoBeppe Gril-
lo, sentendosi un po’ qualunquista
eunpo’ leninista, annunciavache in un
futurogoverno del M5S avrebbevoluto
come ministrodell’Economia una cuoca
ossia la classicaebistrattatacasalinga di
Vo ghera. Cinque anni dopo quel governo
arrivò, ma la cuocarimase in cucina men-
treavia XX Settembregiunse il professor
Giovanni Tria.
Dunque, checos’èilmitodel ministro-
cuocoodel politico-qualunque? Primo:
nonèunmitoperché oggi effettivamente
l’uomo-qualunque,come lo chiamava
Guglielmo Giannini,èdiventatomini-

stro. Secondo:èuna «maschera» di un
«comune disegno autoritario» che lega i
grillinieileghisti per «metterefine alla
democrazia rappresentativa»esostituirla
conla«democrazia diretta». Il cuoredel
disegnoèl’interpretazione populista del
votopopolareche peridue vicepremier,
Matteo SalvinieLuigi Di Maio,è«la pana-
ceadiogni male»enon può essereconte-
statodachi, tutti, nonèstatoeletto.
Èlatesi difondo cheregge l’ebook di

SalvatoreSechiGialloverdiecamiciene-
re.DiMaio,Salvinieilfascismo(goWa-
re)diviso in due parti: la prima riguarda
l’attualità politicaelaseconda la Prima
guerra mondialeeleorigini delregime di
Mussolini. Ne nasceunparallelismo tra il
presenteeilpassato, un paragone tra
quantoaccade oggiequantoaccadde ieri.
Tuttavia, la partedel librodiSechi più
convincente è la prima:con dovizia di ri-
scontri, nonché sulla scia delle analisi di
Sabino Cassese, si mostra la natura illibe-
rale del «governo del Cambiamento»
che, mettendo insieme due partiti diversi
equasi opposti,èuna sorta di «ircocer-
vo»checonilcomune populismo ricrea
ciò checombatte: la Casta.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Ilsaggio

●Il libro di
Salvatore Sechi
è pubblicato
da goWare
(pagine 174,
e12,99)

diGiancristianoDesiderio

Giovanni Martini da Udine (1470 circa -
1535)èunmaestrodel Rinascimento
italiano,forse ancoraconosciutodal
grande pubblico. Ma la sua pala d’altare
conlaVergineconBambinoeSanti(a
fianco)èsorprendente. Soprattuttoda
ieri, da quando dopo più dicentoanni è
tornata finalmentevisibile alla National
Gallery di Londra.Ariportarla all’antico

splendoreunrestaurodurato7anni,
uno dei più lunghi mai affrontati dalla
National Gallery.Lecattivecondizioni
della pala hanno radici lontane,come
spieganoitecnici della National, «non
sono dovuteacattive intenzioni». Ma
alle metodologie direstaurodell’epoca
che hannoreso ancora più fragile
questa tavola di legno (materialeassai

sensibile aicambiamenti di umidità e
clima) dipinta da un artista cheaveva
operatospecialmenteanorddiVenezia.
D’altra parte, già quando era stata
acquisita dal museo (nel 1837), la pala
era incattivecondizioni. Nel 2011 il via
al nuovo (piùavanzato)restauro. Ieri —
finalmente—ilritorno. Nella Sala
numero56. (fr.a.) ©RIPRODUZIONERISERVATA

●La mostra
Brigitte
Niedermair.
MeandFashion
(Museo di
Palazzo
Mocenigo,
Venezia, fino al
24 novembre,
a cura di
Charlotte
Cotton,
direzione
scientifica di
Gabriella Belli)
è una
interazione tra
le fotografie
dell’artista nata
a Merano nel
1971 (foto
sopra) — tratte
dal suo archivio
di oltre 20 anni
di fotografia —
e l’architettura
delle sale del
palazzo
veneziano

●La mostra è
accompagnata
dal catalogo
MeandFashion
(Damiani)

●Nelle foto:
due immagini
in mostra (in
alto per «Dior
Magazine»,
2018; sotto per
Gianvito Rossi,
2016)

Laderiva
Sullasciadellevalutazioni
espressedaSabinoCassese
emergelanaturailliberale
deglisloganoggipiùinvoga
Free download pdf