la Repubblica - 03.08.2019

(Brent) #1
di Alberto D’Argenio

Roma — Clima positivo e tweet di re-
ciproca cortesia. Il primo incontro
tra Giuseppe Conte e Ursula von der
Leyen a livello di “feeling” persona-
le segna un successo. Ma è nella so-
stanza che l’Italia, spaccata dalla fa-
glia tra Matteo Salvini e Luigi Di Ma-
io, rischia un nuovo irreparabile
flop europeo. Con quella poltrona
di peso reclamata all’interno del
prossimo governo dell’Unione anco-
ra lontana e il tempo che gioca a sfa-
vore. L’appuntamento è per mezzo-
giorno a Palazzo Chigi. Conte e von
der Leyen parlano alla stampa pri-
ma della riunione. La futura presi-
dente della Commissione apre: «Per
avere un’Unione coesa serve un’Ita-
lia forte e prospera». Poi ribadisce
l’intenzione di lanciare «un nuovo
Patto per le migrazioni». Un approc-
cio attento alle esigenze del Paese
apprezzato dal premier. Più compli-
cata invece la discussione sul futuro
commissario italiano, il punto cardi-
ne della bilaterale sul quale si regi-
stra la fumata nera.
Sono settimane che Bruxelles cer-
ca di far capire all’Italia che per otte-
nere una poltrona capace di influen-
zare tutta l’attività della Commissio-
ne deve indicare un nome in tempi
rapidi, dalle competenze di ferro e
possibilmente femminile visto che
von der Leyen punta a una squadra
composta per metà da donne. Ma il
governo fino ad ora ha tergiversato.
E nemmeno ieri Conte ha potuto es-
sere più preciso, limitandosi a ripe-
tere a porte chiuse che punta a Con-
correnza, Commercio o Industria. E
non poteva essere altrimenti, visto
che la discussione con von der
Leyen nasceva azzoppata dalla tele-
fonata che Conte ha ricevuto poco
prima da Salvini. Il leader leghista
non ha indicato una rosa secca di no-
mi dalla quale pescare la personali-
tà da mandare a Bruxelles, ancora
una volta è stato evasivo, afferman-
do che prima è necessario capire
quale sarà il portafoglio per l’Italia e
solo dopo sarà possibile scegliere
uno tra i suoi uomini: Massimo Gara-
vaglia o Gian Marco Centinaio per
un portafoglio economico o per l’A-
gricoltura. Ci sarebbe anche Giulia
Bongiorno, ma la sua nomina appa-
re complicata dal potenziale conflit-
to di interessi superabile solo chiu-
dendo il suo prospero studio legale.
Sullo sfondo resta Lorenzo Fontana,
neo ministro agli Affari europei.
Così di fronte alle domande di
von der Leyen, il premier stupisce
l’interlocutore con risposte generi-
che: «L’Italia rivendica un portafo-
glio economico di primo piano». Ag-
giungendo che poi si troverà un can-
didato adeguato di rango ministeria-
le della Lega. Peccato che qualsiasi
esponente del Carroccio rischia di
venire impallinato a ottobre nelle
audizioni al Parlamento europeo,

che ha steso un “cordone sanitario”
intorno alla Lega e ai suoi alleati tra
cui Afd e Marine Le Pen. Una compli-
cazione per von der Leyen, che il pri-
mo novembre dovrebbe raccogliere
il testimone da Juncker. Oltretutto
la strategia dilatoria imposta da Sal-
vini rischia di veder attribuito all’Ita-
lia un portafoglio altisonante ma
svuotato, con parte delle sue dele-
ghe spostate ad altri commissari.
Da Chigi sottolineano che la presi-
dente ha garantito che non ci riser-

verà un portafoglio spacchettato,
ma il rischio resta quello di dover
scendere di ambizione accontentan-
dosi, ad esempio, dell’Agricoltura.
Conte ha compreso la difficoltà del-
la partita e la necessità di non accu-
mulare altri ritardi provando a chiu-
derla entro Ferragosto. Ma pesa il so-
spetto che Salvini stia cercando il
flop per poi rovesciare la colpa su
premier e Europa. Con un danno
all’Italia, che a Bruxelles resterebbe
ai margini per i prossimi 5 anni.

dal nostro inviato
Carmelo Lopapa

MILANO MARITTIMA — La telefonata
a Giuseppe Conte la fa di primo mat-
tino. Dopo la rapida e poco serena
lettura dei giornali, all’indomani
dell’invettiva-show in conferenza
stampa. Matteo Salvini chiama il pre-
mier già di pessimo umore e, non a
caso, giusto in extremis. Poco prima
che la futura presidente della Com-
missione europea Ursula von der
Leyen varchi il portone di Palazzo
Chigi. Al capo del governo comuni-
ca finalmente le decisioni della Le-
ga. Ma deludendo le sue aspettative,
non indica un nome secco, bensì
una vaga terna (che poi il vicepre-
mier si ostinerà a mantenere coper-
ta fino a sera). Tuttavia, i “politici
competenti e di governo” che, stan-
do alle poche indiscrezioni circola-
te, sarebbero stati indicati risponde-
rebbero ai nomi del sottosegretario
all’Economia Massimo Garavaglia,
della ministra della Pa Giulia Bon-
giorno e dell’Agricoltura Gian Mar-
co Centinaio.
«Se non presentiamo un candida-
to solo rischiamo di esporci alla di-
screzionalità di Bruxelles», è stata
l’obiezione del premier. I nomi devo-
no essere tre per coprire le varie “of-
ferte” possibili al governo italiano.
La spunta il leghista. Ma la partita è

aperta. Non ha trovato conferma fi-
no a sera dalle varie fonti l’indiscre-
zione secondo la quale Conte avreb-
be fatto alla sua ospite proprio il no-
me di Garavaglia e che sarebbe stato
bocciato. Come pure l’ipotesi per l’I-
talia della prestigiosa “Concorren-
za” ma “depotenziata”. Per la Lega
equivarrebbe a una beffa.
Quel che è certo, è che a Matteo
Salvini non sono piaciute affatto le
considerazione di von der Leyen in
tema di immigrazione. Dire che si at-
tendeva di più è un eufemismo. Al-
tro che “solidarietà” e distribuzione:
«Con cinque navi di Ong nel Mediter-
raneo ad aiutare i trafficanti, le paro-
le non bastano più - manda a dire
all’indirizzo della presidente in pec-
tore - E noi siamo pronti a tutto per
difendere il nostro Paese, i nostri

confini, le nostre leggi, la nostra di-
gnità». In questo clima, e alla luce
dell’esito dell’incontro di Conte,
non è affatto convinto che la partita
europea appena aperta per un suo
uomo si concluderà nel migliore dei
modi. Il sospetto - come racconta
chi ha parlato con il segretario leghi-
sta sulla spiaggia di Milano Maritti-
ma, interrompendo la lettura di un
libro di Oriana Fallaci - è che all’Ita-
lia «rifileranno una delega di secon-
do piano bocciando infine il nostro
candidato». In spiaggia alla spiccio-
lata arriva tutto lo stato maggiore,
capigruppo, deputati, ministri, in vi-
sta del comizio di stasera del capo.
Della trattativa condotta da Palazzo
Chigi (anziché direttamente dal vi-
cepremier) tutti si fidano poco e il
colloquio teso della mattina tra Con-

Fumata nera


sul commissario


europeo


Conte riceve von der Leyen, si discute ancora sul posto che spetta all’Italia


La presidente della Commissione: “Proporrò un nuovo patto sui migranti”


Primo piano I nomi della rosa


Il retroscena


Salvini sfida Conte e Ue


“Sulle cariche non mi fido


Sui profughi solo parole”


Dal leghista arriva in


extremis una vaga terna


di nomi: Garavaglia,


Bongiorno e Centinaio.


Tensione dopo che il


premier ha minacciato


le dimissioni


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pagina. 4 Sabato, 3 agosto 2019

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