la Repubblica - 30.07.2019

(ff) #1
di Emanuele Lauria

Luigi Di Maio ci ha provato a tende-
re la sua trappola: «Sulla Tav la Lega
non ha i numeri in parlamento: sen-
za i voti del Pd non può farcela».
L’ennesima provocazione di questi
giorni indirizzata a Salvini ma an-
che un chiaro riferimento, per nulla
gradito, a un “soccorso rosso” che,
sulla mozione contro l’opera presen-
tata dai 5 Stelle al Senato, arrivereb-
be alla Lega da parte dei dem. Un
tentativo di sparigliare le carte, di di-
stogliere l’attenzione dal fatto che
M5S deve spiegare agli elettori il sì
del suo governo alla prosecuzione
dei lavori, di additare il «partito del
cemento» che metterebbe sullo stes-
so fronte il partito di Zingaretti e il
centrodestra. E soprattutto di na-
scondere un bluff che si svela ogni
giorno di più: specie da quando è sta-
to depositato a Palazzo Madama l’at-
to dei pentastellati. Che, a sorpresa,
sulla sospensione del cantiere della
Tav non impegna il governo, come
previsto nella maggior parte di mo-
zioni e risoluzioni. Ma impegna, al
posto dell’esecutivo, il Senato. E in
tanti si chiedono cosa possa fare un
ramo del parlamento per fermare
un’opera che, peraltro, ha già avuto
il via libera del premier Conte. In ca-
sa Pd è la riprova che la mozione
M5S ha scarso valore concreto: «I 5
Stelle sono in confusione», dice in se-
rata il capogruppo alla Camera Gra-
ziano Delrio.
Un bluff, insomma, che però co-
stringerà i dem a muoversi con circo-
spezione in aula. «Bisogna liberare
l’Italia dall’incubo dei parolai Salvi-
ni e Di Maio e ridare una speranza
agli italiani», dice ufficialmente il se-
gretario Nicola Zingaretti, che ai
suoi non nasconde la preoccupazio-

ne per un passaggio d’aula sostan-
zialmente inutile guardato tuttavia
con attenzione anche da Bruxelles:
ieri la commissaria europea ai Tra-
sporti Violeta Bulc, nell’accogliere
«con favore» la lettera del governo
italiano che ribadisce il proprio so-
stegno al progetto Lione-Torino», si
è detta in attesa «di un rapido voto
di conferma in seno al Parlamento
italiano».
Il Pd si trova, all’improvviso, nella
necessità di conciliare due esigen-
ze: far risaltare la propria posizione
storicamente favorevole alla Tav
senza apparire schiacciato sulle po-
sizioni analoghe della Lega e del cen-
trodestra. La soluzione pensata dai
dem, spiega il presidente Andrea
Marcucci, è quella di una propria
mozione a favore dell’opera che sot-
tolinei le contraddizioni della Lega:
«Noi - rammenta Marcucci - abbia-
mo già presentato una mozione per
la Tav che il 7 marzo scorso è stata
bocciata grazie anche ai voti del par-
tito di Salvini. E il 21 marzo la mozio-
ne di sfiducia a Toninelli è stata re-
spinta con il no sempre del Carroc-
cio che oggi attacca il ministro». Ba-
sterà questo atto del Pd a rimarcare
le distanze e respingere la propagan-
da grillina sull’inciucio a favore del
“partito del cemento” o di Macron?
Il momento decisivo sarà comun-
que il voto sulla mozione grillina:
«Ci esprimeremo in modo contrario
e pazienza se saremo in cattiva com-
pagnia. Prima viene l’interesse degli
italiani», ancora Marcucci. Che spe-
gne sul nascere le avance di una
frangia minoritaria che, nel partito,
ritiene che bisognerebbe invece
uscire dall’aula per censurare con
più forza la mozione-bluff di Di Ma-
io. Ci sarebbe però il rischio, in que-
sto caso, di far passare la mozione
grillina, anche se sulla carta Lega,
Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno i
numeri per respingerla da soli, di-
sponendo di 137 senatori contro i
106 di M5S.
Il rovello c’è, nel Pd. Che, in que-
sto gioco parlamentare, si interroga
sull’atteggiamento da tenere su pro-
babili mozioni per il sì alla Tav di Le-
ga o Fi: in quel caso i dem al Senato
potrebbero non partecipare al voto.
«Noi dovremmo assolutamente
schierarci contro in questo caso», ri-
marca invece Delrio che assicura co-
munque che nel Pd «non c’è imba-
razzo e non ci sono divisioni. Soste-
niamo con forza il progetto revisio-
nato dai nostri governi, che hanno
permesso sensibili risparmi rispetto
a quello originario. Le contraddizio-
ni stanno nella maggioranza». L’ex
ministro delle Infrastrutture non ne-
ga che gradirebbe che il dibattito
sulla Tav si svolgesse pure alla Ca-
mera. Ma per ora il campo principa-
le è Palazzo Madama, dove però l’at-
to dei 5 Stelle non è ancora stato
messo in calendario: potrebbe sbar-
care in aula il 7 agosto ma in quest’ul-
timo scorcio di lavori prima delle fe-
rie bisognerà discutere anche il de-
creto sicurezza bis e forse la mozio-
ne di sfiducia a Salvini. La prospetti-
va è quella dell’ingorgo, che potreb-
be determinare anche il rinvio a set-
tembre della mozione-bluff che il Pd
è costretto a trattare con le pinze.

questo clima il governo affronta le
forche caudine dei prossimi sette
giorni. Domani il Consiglio dei mini-
stri sulle autonomie che, date le pre-
messe, difficilmente porterà al via li-
bera preteso dalla Lega. Ma Salvini
attende al varco gli alleati soprattut-
to sul “suo” decreto sicurezza bis: se
martedì al Senato dovessero manca-
re i numeri per i 5 dissidenti del Mo-
vimento, allora sì che la situazione
precipiterebbe, dicono con chiarez-
za dal quartier generale leghista.
«Chi mette zizzania è fuori», avverte
perciò fin d’ora Di Maio. Il successi-
vo ostacolo sarebbe comunque la

manovra. Il premier Conte ha incon-
trato nel pomeriggio le parti sociali.
Il capogruppo leghista al Senato Ro-
meo già lo avverte, per conto di Sal-
vini: «Senza Flat tax potremmo non
votare la manovra». Per non dire del-
la Tav, contro la quale i 5 stelle vote-
ranno (da soli) una mozione la pros-
sima settimana al Senato. Il capo del
Viminale ieri ha deciso, complice il
funerale del militare, di evitare pole-
miche e rinviare ai prossimi giorni il
blitz al cantiere di Chiomonte, in Pie-
monte. Lo farà in ogni caso, per riba-
dire che invece l’opera ormai “è par-
tita”.
Il segretario torna sotto l’ombrel-
lone a leggere (e a fare selfie), e a me-
ditare sulle sorti del governo che ap-
pare ancora più in bilico. Ha sette
giorni per decidere. Comunque va-
da, fa saper che da ministro dell’In-
terno quest’anno presiederà il tradi-
zionale comitato per l’ordine e la si-
curezza nel giorno di Ferragosto a
Castel Volturno, piagata dalla ca-
morra. Ma quando gli si chiede del
prossimo commissario europeo che
la Lega dovrebbe designare e dell’in-
contro di venerdì tra il premier e la
neo presidente della Commissione
Ue Ursula Von der Leyen, torna a far-
si sfuggente: «C’è tempo fino al 31
agosto». Eppure, l’Italia è uno dei po-
chi Paesi a non aver ancora designa-
to il suo uomo? «È una partita che
sta gestendo Conte, non ho capito
come - taglia corto - Ma tanto la Con-
correnza non ce la daranno mai...».

Delrio
“Nel partito
non ci sono
divisioni:
noi sosteniamo
con forza
la Tav”

ANSA

Marcucci
“Una nostra
mozione pro
Tav è stata già
bocciata
con i voti
della Lega”

Centrodestra + Pd

58
Lega

18
FDI

61
FI

52
PD

131
Altri

189
Totale
Ellekappa

In aula
La posizione dei dem
Il ministro

dell’Interno rinvia ai


prossimi giorni


la visita al cantiere


Tav. Numeri risicati


in Senato per il


decreto sicurezza bis


Il caso

Tav, la mozione bluff del M5S


e il rovello Pd: che fare in aula?


I dem vogliono coniugare il loro sì all’opera senza però fare da stampella alla maggioranza divisa


L’escamotage del documento grillino: il voto “impegna” il Parlamento e non il governo


kAl Senato
Matteo Renzi
è senatore
del Pd

kMaggioranza assoluta
Se ai senatori del
centrodestra - Lega,
Forza Italia e Fratelli
d’Italia - si sommassero i
52 colleghi del Pd, anche
senza i 5S, la maggioranza
sarebbe assoluta

. Martedì, 30 luglio 2019 Politica pagina^9

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