DANIEL MOSSERI
BERLINO
■L’appuntamento è fra un
mese: il primo settembre gli
elettori di Sassonia e Brande-
burgo eleggeranno i rispettivi
Parlamenti regionali. A fine ot-
tobre faranno lo stesso i resi-
denti in Turingia.
Gli occhi dell’Europa sono
puntati su questi tre Länder
orientali: se, come atteso, il vo-
to andrà molto male per i so-
cialdemocratici, questi potreb-
bero trarne le conseguenze a
livello federale, mettendo fine
al quarto governo di Angela
Merkel, il terzo di grande coali-
zione con la Spd.
Ma dalla Sassonia potrebbe-
ro giungere altre novità di dura-
ta per tutta la politica tedesca.
Anche a Dresda, come a Berli-
no, il governo è di große Koali-
tion. E anche qua, come nel re-
sto del paese, la Cdu regge e i
Verdi crescono: in Sassonia pe-
rò va molto forte anche Alterna-
tive für Deutschland. Secondo
una rilevazione SPON conclu-
sa il 27 luglio, la Cdu del gover-
natore Michael Kretschmer
prenderà il 27,1% dei voti (nel
2014 aveva il 39%), inseguita
dai sovranisti di AfD con il
25,4. Per restare al potere, Kre-
tschmer non potrebbe più con-
tare sui voti della sola Spd, de-
stinata a scivolare dal 12,4 del
2014 fa a poco più dell’8% ma
dovrebbe aprire anche ai Verdi
avvistati attorno a quota 11 per
cento.
IPOTESI KENYA
Sarebbe la coalizione Kenya,
dai colori nero rosso e verde
della bandiera keniota, «ma la
sola idea dà le vertigini agli atti-
visti della Cdu», ha scritto la
moderataWelt. Se a livello fe-
derale la Cdu cerca a fatica di
abbandonare la pista centrista
battuta da anni dalla cancellie-
ra Merkel, in Sassonia la spinta
verso destra è ancora più forte.
Qua ha visto la luce anni fa Pe-
gida, il «Movimento dei patrio-
ti europei contro l’islamizzazio-
ne dell’Occidente», qua AfD fa
furore e qua governa Kretsch-
mer. Un politico targato Cdu
che non ha avuto timore di far-
si fotografare accanto al presi-
dente russo Vladimir Putin e di
chiedere ad alta voce la fine del-
le sanzioni contro la Russia. A
Kretschmer non sfugge che fra
i 4 milioni di residenti in Sasso-
nia, una regione come le altre
dell’est colpite dal repentino
svuotamento delle campagne
e della fuga di braccia e cervelli
verso il più ricco ovest, molti
lamentano il colpo di accetta
assestato alle relazioni anche
commerciali con Mosca. Rela-
zioni che, nel bene e nel male,
50 anni di permanenza nell’or-
bita sovietica avevano ben ce-
mentato. Senza aver paura di
andare controcorrente, dopo
le elezioni Kretschmer dovreb-
be abbandonare la sinistra e
dare vita a un governo di mino-
ranza: d’altronde ha promesso
che non si coalizzerà con AfD e
l’ordine nel partito è perento-
rio. Un po’ come il termine “in-
flazione” che fa tanto Repubbli-
ca di Weimar, anche l’ipotesi
di un governo di minoranza fa
rabbrividire i tedeschi. Eppure,
proprio nella confinante Sasso-
nia-Anhalt la Spd ha governa-
to per due legislature consecu-
tive in minoranza (dal 1994 al
2002), contando sulla benevo-
lenza dei socialcomunisti – al-
lora si chiamavano Pds.
MODELLO SCANDINAVO
Secondo Werner Patzelt, po-
litologo dell’Università di Dre-
sda e spin-doctor della campa-
gna elettorale della Cdu in Sas-
sonia, Kretschmer dovrebbe se-
guire l’esempio dei vicini di ca-
sa. «Piuttosto che una coalizio-
ne keniota con la Spd e i Verdi,
la Cdu formi un governo di mi-
noranza basato sul modello
scandinavo», ha detto alla
Welt, spiegando anche che
«non si tratta esplicitamente di
imitare l’accordo Spd-Pds in
Sassonia-Anhalt». Così facen-
do Kretschmer restituirebbe
centralità al Parlamento di Dre-
sda e metterebbe AfD con le
spalle al muro, «forzandola,
chissà, a dividersi nella sua
componente più costruttiva e
in quella di chi fa opposizione
a tutti i costi». Un patto implici-
to, insomma, per coinvolgere
nel gioco democratico un parti-
to forte del 25% dei voti in Sas-
sonia, del 21% in Brandeburgo
(sondaggio Civey 17.7) e del
24% in Turingia (Infratest Di-
map 30.7).
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Verso la fine della Grande coalizione
In Germania prove di alleanza fra Merkel e destra
La Cdu tedesca al bivio in Brandeburgo e Sassonia: meglio governare con Verdi e socialisti o con l’astensione dell’Afd?
L’AMICO DI PUTINSopra, il
primo ministro della Sassonia
Michael Kretschmer con il
presidente russo Vladimir
Putin a San Pietroburgo il 7
giugno scorso; a sinistra la
cancelliera tedesca Angela
Merkel (Getty; LaPresse)
■Il rabbino della comu-
nità ebraica di Berlino, Ye-
huda Teichtal, è stato co-
perto di insulti e preso a
sputi la scorsa settimana
da due uomini che parla-
vano arabo.
Sull’episodio indaga
l’Ufficio criminale del
Land della capitale. Teich-
tal era in compagnia dei
figli, di ritorno da una ceri-
monia religiosa presso la
Singagoga nel quartiere
di Wilmersdorf. Le forze
dell’ordine, in una nota,
fanno sapere che intendo-
no «procedere con tutta
la forza contro i reati pena-
li di matrice religiosa, tra
questi anche quelli di na-
tura antisemita».
Sull’episodio si è espres-
so lo stesso Teichtal, se-
condo il quale «purtrop-
po registriamo che le ag-
gressioni nei confronti di
ebrei hanno sviluppato
una sorta di vita propria
sia nei cortili delle scuole
che sulle strade di Berli-
no». Tuttavia, aggiunge il
rabbino, «rimango con-
vinto che la maggior par-
te delle persone a Berlino
non intendono accettare
queste aggressioni nei
confronti degli ebrei co-
me una forma di triste
quotidianità ebraica».
Poche settimane fa, il
ministero dell’Interno te-
desco parlava di un netto
aumento dei reati di natu-
ra antisemita e il Consi-
gliere per la lotta all’anti-
semitismo del governo te-
desco, Felix Klein, aveva
sconsigliato gli ebrei dal
portare la kippah nei luo-
ghi pubblici in certe zone.
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BERLINO
Due arabi
sputano
al rabbino
MAURO ZANON
■Lunedì pomeriggio, il capo di
Stato brasiliano, Jair Bolsonaro, ha
preferito tagliarsi i capelli piuttosto
che incontrare il ministro degli Este-
ri francese, Jean-Yves Le Drian. Il ca-
po della diplomazia di Parigi era at-
terrato sabato in Brasile per parlare
dell’accordo di libero scambio tra
Ue e Mercosur e delle sfide ambien-
tali in vista della COP25 che si terrà a
Santiago del Cile il prossimo dicem-
bre. Un faccia a faccia con Bolsona-
ro era previsto lunedì pomeriggio,
ma all’ultimo minuto l’inquilino di
Palazzo Planalto ha fatto sapere che
«per motivi d’agenda» era costretto
a rinunciare. Poco dopo la comuni-
cazione, però, si è scoperto attraver-
so un video di 12 minuti su Face-
book Live che i «motivi d’agenda»
erano assai particolari: Bolsonaro vo-
leva dare una sforbiciata ai suoi ca-
pelli.
«Il presidente comincia a lavorare
alle quattro del mattino e finisce a
mezzanotte. Dovrà pur trovare un
po’ di tempo per tagliarsi i capelli»,
ha riferito il portavoce del governo
di Brasilia. Una provocazione che a
Parigi è stata presa malissimo. «È
un’umiliazione», ha commentatoLe
Monde, mentre la stampa brasiliana
teme che il gesto di Bolsonaro possa
avere delle conseguenze nefaste
«sul processo di ratifica dell’accordo
di libero scambio tra il Mercosur e
l’Ue».
Tuttavia, la scelta provocatoria del
leader brasiliano sarebbe anch’essa
una risposta a un comportamento
di Macron giudicato troppo arrogan-
te. Durante il G20 di Osaka, l’inquili-
no dell’Eliseo aveva invitato Bolso-
naro a rispettare dogmaticamente
l’accordo di Parigi sul clima: in caso
contrario, la Francia non avrebbe ra-
tificato l’accordo tra Ue e Mercosur,
di cui il Brasile è membro. Bolsona-
ro non avrebbe affatto apprezzato i
toni ricattatori di Macron.
Due settimane fa, in una colazio-
ne di lavoro con alcuni giornalisti
stranieri, aveva già manifestato la
sua irritazione verso Parigi e una cer-
ta ideologia ambientalista: «Il gover-
no brasiliano è cambiato. La sotto-
missione dei precedenti capi di Sta-
to al primo mondo non esiste più».
E lunedì, complice un incontro tra
Le Drian e l’ex ministra di sinistra
dell’Ambiente Izabella Texeira, ha ri-
badito a suo modo l’indipendenza
del Brasile dalle lezioncine sul riscal-
damento globale di Parigi.
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Il presidente brasiliano evita il ministro degli Esteri di Macron
Pur di non incontrare un francese
Bolsonaro si ferma dal barbiere
LA TESTA A POSTOJair Bolsonaro in
diretta Facebook mentre si fa tagliare
i capelli, piuttosto di incontrare il capo
della diplomazia francese, Jean-Yves
Le Drian.
I SONDAGGI
■ La media dei sondaggi
elettorali in Germania, al 30
luglio, indicava nella
CDU/CSU il primo partito con
il 27% dei consensi, i Verdi
in seconda posizione con il
24%, i socialdemocratici del-
la SPD, a pari merito con la
destra sovranista di Alternati-
ve für Deutschland, al
13,1%. Seguono i liberali di
FDP con l’8,6% e l’estrema
sinistra al 7,9%, mentre i
partiti minori raggiungereb-
bero il 6,2 per cento.
LE ELEZIONI
■Nei due Land del Brande-
burgo e della Sassonia, che
sono chiamati al voto il pros-
simo primo settembre, le
percentuali tuttavia variano
notevolmente. Le previsioni
indicano che nel primo Land
la Cdu si fermerebbe al
16,3% e al 27,1% nel secon-
do, mentre AfD otterrebbe il
21,3% e il 25,4%. Spd è da-
ta al 17,2% e all’8,7%; i Ver-
di al 15,1% e al 10,8%, men-
tre l’estrema sinistra avreb-
be il 16,9% e il 15% e l’FdP
il 5,2% e il 5,6 per cento.
La scheda
11
giovedì1 agosto
2019
ESTERI