Libero - 01.08.2019

(Axel Boer) #1

NICOLETTA ORLANDI POSTI


■«Le perle non sono assolu-
tamente negoziabili», rispose
senza possibilità di replica
Margaret Thatcher a chi, nel
Partito Conservatore inglese,
le voleva imporre un nuovo
look in vista della candidatura
a Primo Ministro. E così quan-
do la mattina del 4 maggio
1979 i riflettori dei camera-
men e i flash dei fotografi pro-
venienti da tutto il mondo la
immortalarono per la prima
volta davanti la residenza in
Downing Street numero 10 al
centro di Londra, fresca di no-
mina, la futura Lady di Ferro
indossava un vestito e una
giacca neri e bianchi di Done-
gal e al collo un giro di perle.
Lei, come lei tantissime don-
ne di oggi e del pas-
sato, non poteva ri-
nunciare a quel teso-
ro donato dal mare
all’umanità. Da
Cleopatra a Marghe-
rita di Savoia, consi-
derata la “regina del-
le perle” da Grace di
Monaco a Jacqueli-
ne Kennedy Onas-
sis, da Audrey Hep-
burn a Marilyn Mon-
roe, fino a Coco Cha-
nel, che sosteneva
che una donna ha bi-
sogno di fili e fili: tut-
te hanno legato il lo-
ro stile a quelle sfere
iridescenti che tra-
mandano storie e
leggende.


SFERE UNICHE

Simbolo di elegan-
za, le perle sono in-
fatti gioielli senza
tempo, da portare in
qualsiasi occasione,
che stanno bene al
collo di signore e gio-
vanissime. Che ora hanno an-
che la possibilità di indossarle
in maniera contemporanea.
Lucilla Benchimol ha appena
presentato il suo marchio “Lu-
ci Design Jewels” proponendo-
le in una nuova veste che le


rende leggere, uniche e soprat-
tutto high tech.
Ecco allora la collezione
“Perlanuda” nella quale anel-
li, braccialetti e collane sono
realizzati con fili in nylon, cavi
intrecciati in argento o in ac-

ciaio e una sola preziosa perla:
quella giapponese Akoya,
quella barocca e quella classi-
ca. Del resto la Benchimol è
una che di perle se ne intende:
la sua famiglia materna è im-
portatrice storica di perle del

Giappone; il suo bisnonno fu
uno dei primi a farle arrivare a
Torre del Greco, e fin da bam-
bina le ha maneggiate ascol-
tando racconti e guardando le
foto di quegli incredibili viaggi
nella Terra del Sol Levante.

Ma dalla famiglia, la designer
di gioielli - che è soprattutto
una architetto che si muove
con disinvoltura tra disegno,
geometria descrittiva, storia
dell’arte e progettazione - ha
imparato anche l’arte dei cam-

mei e della lavorazione del co-
rallo. D’altronde l’arte dell’in-
cisione ai piedi del Vesuvio ri-
sale all’epoca romana e gli
splendidi oggetti pervenuti fi-
no a noi testimoniano l’abilità
del creare la bellezza nel tem-
po. I gioielli in corallo e cam-
meo su conchiglia che si realiz-
za solo a Torre del Greco sono
amati in tutto il mondo per la
loro unicità, per la capacità di
rinnovarsi secondo il gusto e
lo stile delle diverse epoche ri-
manendo fedeli a sé stessi in
una caratteristica: l’unicità
che deriva dalla lavorazione
artigianale, il “fatto a mano”.

CAMEI E CORALLI

Il procedimento non è affat-
to semplice: si creano dei bas-
sorilievi sfruttando i due strati
di colori diversi che le conchi-
glie hanno. Incidendole si ot-
tiene un disegno in rilievo
sfruttando i loro colori natura-
li. Lo strato in superficie è bian-
co, mentre quello sotto scuro.
Lucilla Benchimol ha moder-
nizzato anche loro. Ai soggetti
classici con fiori e ritratti, pezzi
in stile “art nouveau” ha ag-
giunto teschi, cuori ed ex voto.
Il tutto montato su supporti in
resina trasparente “Accura
Clear Vue” stampata in 3D
che “svecchia” il gioiello im-
preziosendolo con una con-
temporaneità assoluta.
Lo stesso vale per i coralli e i
turchesi. La designer li propo-
ne nella collezione “Seacolor”
come choker, ovvero le colla-
ne girocollo che hanno spopo-
lato negli anni '90 tornate pre-
potentemente di moda que-
st’estate, che all’occasione si
possono trasformare in un
bracciale con doppio giro. Ci
sono di corallo rosa, di corallo
rosso, di turchese e, ovviamen-
te, di perle. Candide, perfette
nella loro unicità, eleganti: pa-
re che anche Venere non ne
potesse fare a meno, e che an-
zi fosse nata dalla spuma del
mare completamente nuda,
ma con un filo di perle attorno
al collo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il design si fa prezioso


COSÌ TI SVECCHIO LE PERLE


Da sempre simbolo di eleganza, Lucilla Benchimol le ha trasformate in gioielli high-tech


La meta preferita dei milanesi


Gallipoli, il salotto estivo della Puglia


Spiagge dorate, mare cristallino e poesia: per i vacanzieri abituali è un rapporto d’amore


NICOLA APOLLONIO


■Un giorno di fine luglio al lido del
Campo delle Bandiere, a due passi
dall’antica abbazia di San Mauro, erta
sulle rocce delle serre salentine che
s’abbassano verso Gallipoli e con la
spiaggia affollata di bagnanti che en-
trano ed escono dall’acqua in cerca
d’un po’ di refrigerio. Il termometro
segna 36 gradi. Il Salento come l’Afri-
ca. Eppure, si ha l’impressione che
nessuno si accorga del fastidioso sci-
rocco che entra sotto pelle e arriva fi-
no alle ossa.
Intanto, si pensa all’acquagym.
Uno squadrone di bambini, di donne
giovani e di donne sulla sessantina si
tuffa in mare e prende posizione. Ma-
ni in alto, corpi che si fanno sinuosi al
ritmo di tipici suoni caraibici. Mentre
i più prudenti preferiscono sdraiarsi
sotto l’ombrellone. Più in là, cinque
minuti d’auto, c’è Gallipoli, città di
Rocco Buttiglione e già meta delle va-
canze di Massimo D’Alema e di Ro-
mano Prodi. “Città bella” la chiama-


no, dal greco Kallìpolis. E bella lo è,
eccome. Specie la parte antica, quella
adagiata su un isolotto tenuto ancora-
to alla terra ferma da un ponte che
costeggia il castello angioino e guarda-
ta a vista da un grattacielo tutto vetro
e cemento, autentico monumento al-
la modernità, come lo ha definito lo
storico Gino Schirosi in un libro dedi-
cato alla storia di questo edificio che
per anni è stato il pomo della discor-
dia cittadina. Ora, invece, viene ammi-
rato come fosse una bella donna. Qua-
si al pari di quella che chiamano la
Fontana Greca, posta anch’essa ai pie-
di di questo gigante costruito negli an-
ni ’60, ed è qui che si trova lo snodo
tra la città vecchia e il cosiddetto bor-
go. Da una parte c’è la “storia”, il fasci-
no della città vecchia, con le sue viuz-
ze strette e tortuose, i ricami in pietra

sulle facciate dei palazzi Senape-De
Pace, Fontana e Tafuri, l’austera catte-
drale intitolata a Sant’Agata, le merlet-
tature barocche, e lo sciamare dei ra-
gazzini che ti sbucano da ogni parte.
La vera anima di Gallipoli è tutta qui.
Con le donne anziane bardate di ori
antichi e con quelle più giovani che
inseguono le stravaganze dell’ultima
moda.
Qui la vita è fatta di abitudini, di
significativi silenzi, anche se l’esercito
di vacanzieri che d’estate la prende
d’assalto rompe ogni incantesimo, te-
nendo alla larga i piccoli e i grandi
fantasmi che s’infilano nel groviglio di
viuzze e che si ritrovano, poi, sullo
spiazzo della Purità. Dove il turista va-
gabondo va alla ricerca della chiesa di
San Francesco, per ammirare la sta-
tua del Malladrone. Poi c’è il “borgo“,

il luogo dello struscio. Il lungo viale
costellato di bar, di negozi d’alta mo-
da come quello di GemmaAzzurra, fi-
le interminabili di auto, processioni
di bagnanti che si dirigono nella zona
degli stabilimenti balneari. Spiagge
dorate. E un mare verde-smeraldo
che mozza il fiato. Per alcuni turisti
che sono diventati frequentatori abi-
tuali, si tratta ormai di un rapporto
fatto d’amore e di passione. La vacan-
za estiva, per loro che arrivano da Mi-
lano o da Bergamo Alta, non è vacan-
za se non trascorrono un po’ di giorni
da queste parti. Come fa da molti an-
ni anche Gianni Morandi, che qui ha
trovato un rifugio ideale per riprender-
si dalle fatiche invernali. Il porto turi-
stico è pieno zeppo di barche di lusso,
di yacht d’alto mare e di velieri a due
alberi. Sembra la fiera delle vanità,

ma è soltanto il risultato di una vita
spesa nel lavoro. Gallipoli la “perla“.
Alla fine degli anni ’50, Otello Torsello
creò il “Lido San Giovanni” e il diretto-
re Francesco Ravenna lo fece diventa-
re il “salotto” estivo della Puglia. Galli-
poli è bella e linda come una giovinet-
ta tutta acqua e sapone. Con le trecci-
ne dorate e gli occhi azzurri. Come la
sua spiaggia, soffice e bionda. E come
il suo mare, cristallino, ammaliatore.
Certo, nella parte nuova della città
sono spuntati palazzoni che hanno
danneggiato un po’ la fisionomia tipi-
camente mediterranea, però il centro
storico di Gallipoli è tra i più belli del
Salento. E anche tra i più rilassanti.
Basta affacciarsi sul grande balcone
dei bastioni per inebriarsi da un profu-
mo di mare che ti arriva fino al cervel-
lo e che ti fa sognare. Anche quando
la città scoppia di turisti. Un mare che
sembra entrarti in casa. Sorrisi e spen-
sieratezza. Facce allegre. Miscuglio di
razze e di ceti sociali. Tutto è colore. È
storia. È poesia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Audrey Hepburn nel film del
1961, «Colazione da Tiffany»,
indossa al collo quattro file di
grandi perle

ANELLI E COLLANE


A sinistra i coralli e i
turchesi della collezione
“Seacolor” montati come
choker: si possono
trasformare in un
bracciale con doppio giro.
A destra anelli e girocollo
della «Luci Design
Jewles», realizzati con fili
in nylon, cavi intrecciati in
argento o in acciaio e una
sola preziosa perla: quella
giapponese Akoya, quella
barocca e quella classica.
Le collezioni sono
indossate da Emma Paci

14
giovedì
1 agosto
2019

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