Il Sole 24 Ore - 01.08.2019

(vip2019) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 1 Agosto 2019 13


Finanza & Mercati


PARTERRE




As Roma, bond a 5 anni


Ubi è la security bank


Sarà un bond di  anni, con scadenza nel , quello che l’As


Roma sta collocando presso «investitori istituzionali qualifi-


cati», per un massimo di  milioni di euro. Alcuni dettagli


dell’operazione di cui è in corso il roadshow sono contenuti


nell’«Offering memorandum» sul prestito obbligazionario


non convertibile. Il bond sarà di tipo «senior secured», assisti-


to da garanzie e con priorità nel rimborso, emesso da un veico-


lo controllato dal club al ,%, la Asr Media and Sponsor-


ship, costituita nel . Ubi Banca è il «security agent» e


«account bank», con un ruolo tecnico di gestione delle garan-


zie. Goldman Sachs e Jp Morgan sono i collocatori. Bank of


New York Mellon sarà «paying agent» e «listing agent, tran-


sfer agent and registrar». Il documento stima che i  milioni


di incasso saranno così impiegati: , milioni a rimborso


del finanziamento Goldman Sachs-Unicredit (che potrebbe


avvenire l' agosto), , milioni deposito di liquidità su conti


bancari «secured», , milioni di liquidità per l’As Roma, ,


milioni di «costi della transazione». Secondo il documento nei


primi nove mesi della scorsa stagione, al  marzo , il


gruppo As Roma aveva ricavi pari a , milioni e una perdi-


ta netta di , milioni (-, milioni al  marzo ). (G.D.)


Il fondo Ergon Capital acquista una quota di maggioranza in


Dolciaria Acquaviva, azienda leader in Italia nella produzio-


ne di prodotti da forno surgelati di alta qualità. Gli attuali


azionisti, Pierluigi (che sarà Ad), Giuseppe e Marco Acquavi-


va, reinvestiranno con una minoranza (il %).


La famiglia era alla ricerca di un partner che potesse acce-


lerare la crescita della società anche attraverso acquisizioni.


Fondato nel , negli anni il fatturato del gruppo è cresciuto


in modo progressivo. Erano  milioni di giro d’affari nel 


e quasi il doppio nel  fino a toccare nel  circa una


sessantina di milioni di fatturato con circa  milioni di mar-


gini. L’operazione conferma il trend del settore food italiano,


visto anche che sarebbe avvenuta con multipli a doppia cifra.


Ergon, guidata in Italia da Emanuele Lembo, è una società


di investimento che opera nel mid-market con disponibilità


di oltre un miliardo affidatele in gestione da primari investi-


tori europei, tra cui Groupe Bruxelles Lambert che rappresen-


ta l’investitore di riferimento. Nell’operazione Ergon è stata


assistita da Vitale&Co, Pwc, Rdra e dai legali di Gianni Origo-


ni Grippo Cappelli. I venditori sono stati assistiti da Houlihan


Lokey, Legance e Deloitte. (C.Fe.)


Robinhood si prepara a sbarcare in Europa, ma intanto il


“verbo” del trading a commissioni zero si diffonde. Forte di


sei milioni di utenti in Europa, Revolut lancia il suo servizio


in tutta Europa, Italia compresa, partendo dai clienti top: i


possessori di carta Metal potranno effettuare ogni mese cento


trade senza commissioni su  titoli quotati al Nyse e al


Nasdaq. Nelle prossime settimane il servizio sarà allargato


agli altri utenti, con un numero di operazioni limitato a otto


e tre al mese a seconda del servizio, oltre si paga un euro a


trade. Il parco di titoli sarà ampliato in prospettiva anche ad


azioni europee ed Etf. Sarà inoltre possibile acquistare azioni


frazionate a partire da un dollaro, abilitando investimenti di


piccola taglia. L’obiettivo è chiaro: aprire il mondo del trading


e del risparmio azionario anche al target tipico di una challen-


ging bank come Revolut, i millennials. Esattamente come Ro-


binhood. Il problema di fondo rimane però la cultura finan-


ziaria dei giovani, soprattutto in Italia. Un fattore che ha fre-


nato un player come Freetrade, che ha da poco chiuso un


roiund in equity crowdfunding da quasi  milioni di sterline


per sbarcare in Europa continentale: Germania, Francia,


Spagna, Olanda. Ma non Italia. (P.Sol.)




Ergon Capital rileva


Dolciaria Acquaviva




Revolut va col trading


a commissioni zero


Il Nord America traina i conti di Fca


Manley: «Siamo aperti a opportunità»


AUTO


Nel trimestre l’utile sale


del % a  milioni


Confermati i target annuali


Il ceo: «Renault? Non ho


dubbi che un merger di


tale natura avrebbe senso»


Marigia Mangano


Fca chiude un trimestre record trai-


nato dalla buona performance del


Nord America, conferma i target di


fine anno con un ebit adjusted supe-


riore a , miliardi di euro e sul tema


alleanze apre alle opportunità di con-


solidamento del settore, inclusa la


tentata partnership con Renault.


La casa automobilistica italo ame-


ricana ha archiviato il secondo trime-


stre con un utile netto di  milioni


di euro, il % in più dello stesso peri-


odo dell’anno scorso. L’ebit adjusted


è risultato stabile, pari a , miliardi,


con un margine al ,% e i ricavi netti


sono stati pari a , miliardi di euro


(-%) a fronte di consegne globaliin


calo dell’% a ... Il cash flow


delle attività operative è salito del %


a , miliardi, mentre il free cash


flow industriale è sceso del % a 


milioni, comprensivo di  milioni


di euro di accantonati in relazione al-


le controversie sulle emissioni dei


motori diesel negli Stati Uniti e per


maggiori investimenti. «Risultati


forti» per l’amministratore delegato


Mike Manley, che assumono ancor


più significato se letti in un contesto


di settore debole con concorrenti co-


me Renault, Nissan, Daimler e Aston


Martin costrette a rivedere le loro


previsioni di vendita. Immediata così


la reazione del titolo in Borsa con le


azioni, finite in asta di volatilità con


un progresso di quasi il %, che han-


no chiuso a ,%.


A trainare la crescita del gruppo è


stato soprattutto il mercato Nord


Americano. Le consegne statunitensi


di Fca sono sì diminuite del % nel


secondo trimestre, ma il gruppo ha


affermato che le prestazioni di suc-


cesso del suo marchio Ram hanno


portato la quota di mercato dei gran-


di pick up al ,%, con un aumento


di  punti percentuali rispetto allo


scorso anno. E proprio grazie alla ot-


tima performance del mercato Usa


Fca punta a chiudere il  con un


ebit margin di gruppo «intorno al


%» ha detto il cfo Richard Palmer ag-


giungendo che l’ebit margin dell’area


Nafta dopo l’,% del secondo trime-


stre (+ punti base rispetto all’anno


prima) dovrebbe raggiungere un li-


vello intorno al % nel terzo e nel


quarto trimestre, grazie ai nuovi lanci


e al controllo dei costi. Di contro il ceo


ha definito «difficile» il mercato asia-


tico dove la pressione sui prezzi con-


tinuerà a farsi sentire nel terzo trime-


stre, anche se ci si aspetta che i risul-


tati migliorino. Le spedizioni in quel-


la regione sono diminuite del % ed


Fca ha quindi ridotto le previsioni di


vendita del settore sia per l’Asia del


Pacifico che per la Cina.


Le sfide dei prossimi mesi saranno


invece rappresentate dall’ Emea e dal


ritono alla redditività di Maserati.


«Nella regione Emea continuiamo a


fronteggiare molte difficoltà, ma


stiamo mettendo in campo azioni ri-


gorose. Siamo impegnati per far tor-


nare l’area ai livelli di redditività che


abbiamo indicato», ha spiegato Man-


ley aggiungendo che «non ci sono


dubbi che la seconda parte dell’anno


sarà impegnativa, anche perché non


sono previsti in Emea lanci di nuovi


modelli». Ad ogni modo sono già ini-


ziate quest’anno le attività per la pro-


duzione di nuove vetture che vedran-


no la luce dal prossimo anno. Tra


queste la nuova  a propulsione


elettrica che sarà prodotta a Mirafiori.


Quanto a Maserati, dove il ricavi


hanno subito una contrazione del


%, «abbiamo posto le basi perché


torni alla redditività nel », ha


chiarito il Ceo parlando di «un perio-


do duro con vendite ancora deluden-


ti», ma aggiungendo poi che «ora ini-


zia un periodo molto intenso di atti-


vità che vedrà entro il  dieci nuo-


vi prodotti».


Se il percorso di crescita sembra


delineato nei minimi dettagli, resta


invece ancora da definire il dossier


delle alleanze. «Siamo aperti alle op-


portunità», ha detto il capoazienda


agli analisti includendo in queste op-


portunità anche Renault, un proget-


to formalmente tramontato, ma an-


cor oggi valido. Il mese scorso Fca ha


ritirato la proposta di fusione con


Renault a causa della pressione del


Governo francese e delle numerose


condizioni poste all’operazione. «Le


opportunità di un’alleanza con Re-


nault erano interessanti, ma non è


un passo obbligatorio per noi. Affin-


ché i merger vadano a buon fine ser-


vono le giuste condizioni», ha chiari-


to il Ceo. Quanto alle affermazioni


del ceo di Renault,Thierry Bolloré, su


un interesse ancora vivo per l’allean-


za, Manley si è limitato a replicare:


«Non ho dubbi che un merger di tale


natura avrebbe senso». Il capo di Fca,


in ogni caso, ha chiarito che la fusio-


ne non è un must e il piano aziendale


di Fiat Chrysler è solido, «sopravvi-


viamo da soli».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

REUTERS

Fca. Il ceo Mike Manley e il presidente John Elkann


Mara Monti


Migliorano i risultati di Air France


KLM nonostante la congiuntura euro-


pea poco favorevole e lo stop del-


l’A che costerà al gruppo svaluta-


zioni per  milioni di euro almeno


fino al  quando i super jumbo


usciranno dalla flotta senza un mer-


cato per poterli rivendere. Nel secon-


do trimestre dell’anno, il fatturato del


gruppo è aumentato del ,%, atte-


standosi a , miliardi di euro (,


miliardi nel semestre +,%), con un


risultato operativo in aumento del


,% a  milioni di euro e passeg-


geri in aumento del ,%. Risultati in


parte falsati dal confronto con il se-


condo trimestre , colpito dagli


scioperi a catena che causarono le di-


missioni del precedente Ceo. Resta


negativo l’utile netto del gruppo fran-


co olandese per  milioni di euro, in


calo del ,% rispetto allo stesso peri-


odo dello scorso anno, ma in aumento


nel semestre del ,%, un risultato al


sopra di quello dei concorrenti, in par-


ticolare Lufthansa che ha annunciato


un calo degli utili trimestrali del  per


cento. A sua volta Ryanair dopo avere


registrato profitti inferiori del % nel


secondo trimestre, proprio ieri ha


messo in guardia sul piano di esuberi


per . tra piloti e assistenti di volo


a seguito della decisione di chiudere


numerose destinazioni in Europa a


causa della messa a terra del Boeing


 Max e della Brexit.


Un contesto difficile per le compa-


gnie europee con risultati altalenanti


come quelli di Air France KLM i cui ri-


cavi positivi del secondo trimestre


non sono bastati a cancellare il pessi-


mo exploit del primo. A pesare, sono


soprattutto le perdite di Air France


( milioni sul semestre) mentre i be-


nefici di KLM ( milioni) sono quasi


dimezzati nello stesso periodo, anche


se lo scarto tra le due compagnie si va


riducendo. Il vettore ha confermato i


target annuali con una riduzione dei


costi nel  «tra -% e zero». Miglio-


rano i risultati di Transavia, la low cost


del gruppo, sia la parte francese sia


quella olandese, su cui il gruppo vuole


rafforzare la presenza. In questa dire-


zione si inserisce l’accordo firmato


con il personale a cui si è aggiunto il


via libera dei sindacati allo sviluppo di


Transavia: in un referendum interno,


il % dei piloti del sindacato SNPL si


è espresso a favore dell’eliminazione


del limite di  apparecchi per Tran-


savia France. Intanto, va avanti l’inte-


grazione tra Air France e KLM voluta


dal Ceo, Bem Smith. Il nuovo passo è


rappresentato dal mega ordine di 


aerei A- per , miliardi di dol-


lari e di altrettante opzioni. Questi ae-


rei andranno a rimpiazzare i modelli


A e A che compongono la flotta


a corto e medio raggio. Una decisione


che, secondo la compagnia, va nella


direzione di «semplificare e armoniz-


zare la flotta».


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TRASPORTO AEREO


T


utto nelle previsioni, o quasi. La Federal Reserve è


tornata ad abbassare i tassi di interesse Usa di 


punti base, come si attendeva la grande


maggioranza degli analisti e il mercato non ha fatto una


piega. Wall Street è rimasta vicino alla parità,


guardando più alle trimestrali societarie, il dollaro non


si è mosso e il cambio con l’euro si è


mantenuto sopra quota , e soltanto il


rendimento dei Treasury si è ridotto in


modo significativo, confermando però la


tendenza precedente all’annuncio del Fomc,


il braccio operativo della Banca centrale Usa.


L’attenzione degli operatori si sposta


adesso sul «post» e occorrerà valutare le


successive mosse da parte di Jerome Powell


e degli altri banchieri a seguito di quello che


è stato certamente uno dei tagli più insoliti


visti a Washington, dato che l’economia Usa


viaggia ancora a un ritmo poi non così


malvagio e attraversa ancora una fase di


piena occupazione. Intanto si parte da un dissenso


limitato all’interno del board, dove solo Esther George


ed Eric Rosengren si sono espressi per il mantenimento


dello status quo. Anche questo sarà un elemento da


soppesare con attenzione nei prossimi giorni.


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di Maximilian Cellino


FED, TAGLIO SCONTATO


E SGUARDI SUL DOMANI


PUNTI BASE


Mossa «minima»
ma attesa della

Federal Reserve
sui tassi Usa





Utile netto del secondo


trimestre in calo del ,%


e +,% margine operativo


MERCATI


Dati in milioni di euro con Ebit adjusted


Ricavi Utile netto


delle Continuing


Operation


Ebit


adjusted


28.

27.

27.

26.

26.

Fonte: dati societari

840

760

680

600

520

1.

1.

1.

1.

1.





2019






2018


793


2019


694


2018






2019






2018


Il trimestre di Fiat


I TIMORI PER LA BREXIT


Air France migliora i risultati, ma pesa l’A


Airbus raddoppia gli utili


Airbus teme gli effetti negativi


dell’ipotesi sempre più concreta


dell’uscita della Gran Bretagna


dall’Unione europea senza un


accordo. A dirlo ieri in occasione


della presentazione dei risultati


del gruppo è stato l’ad di Airbus


Guillaume Faury secondo il quale


«è ovvio che “nessun accordo”


sembra probabile e vogliamo che


tutti i governi siano preparati per


questo». La compagnia che


produce le ali per i suoi aerei


commerciali in Gran Bretagna,


teme i ritardi delle consegne per


l’assemblaggio dei velivoli a


Tolosa e soprattutto il rischio di


nuove tariffe. Timori già sollevati


in passato e confermati ieri in


occasione dei risultati semestrali


che hanno mostrato utili più che


raddoppiati. Motivo, numero di


consegne più elevate della sua


famosa famiglia A a cui ha


contribuito il nuovo modello


«neo» mettendo il gruppo sulla


strada di superare il rivale


Boeing, ancora oggi il più grande


costruttore di aerei del mondo. Il


semestre si è chiuso con ricavi


consolidati in crescita a ,


miliardi di euro (+%), un utile


netto a , miliardi e un Ebit


adjusted di , miliardi


(+%). Gli A sono il modello


rivale del  Max messo a terra


da Boeing. Gli ordini di aerei


commerciali nel semestre sono


pari a , gli ordini netti  aerei.


Il portafoglio ordini è stabile a


. velivoli. Confermata la


guidance per il .


—Ma.Mo.


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Mediolanum, 171 milioni di utili


e raccolta a 2 miliardi nei sei mesi


RISPARMIO GESTITO


Il ceo Massimo Doris:


«Mi aspetto di finire l’anno


sui livelli di quello scorso»


Banca Mediolanum registra un utile


netto pari a  milioni di euro nel


primo semestre , in leggera fles-


sione rispetto ai risultati di  mesi


fa, quando i profitti consolidati si


erano attestati a  milioni. Il risul-


tato deriva da un aumento del mar-


gine operativo (+% a  milioni),


con una sostenuta crescita dei ricavi


ricorrenti che ha in parte compensa-


to i minori effetti di mercato conta-


bilizzati nel semestre (le commissio-


ni di performance si sono ridotte a


meno di un quarto, scendendo da


, a , milioni).


Nel complesso, Banca Mediola-


num è stata in grado nei primi sei


mesi dell’anno di raccogliere com-


plessivamente , miliardi (,


miliardi la raccolta netta gestita)


contribuendo a portare il totale delle


masse gestite e amministrate alla ci-


fra record di , miliardi (+% ri-


spetto al  giugno  e +% ri-


spetto a fine ). «Siamo molto,


molto vicini alle cifre del  e mi


aspetto di finire l’anno sui livelli di


quello scorso», ha spiegato all’agen-


zia Radiocor - Il Sole  Ore, l’ammi-


nistratore delegato Massimo Doris,


che però ha voluto soprattutto sotto-


lineare i progressi realizzati nel set-


tore del credito, dove le erogazioni


sono cresciute del % e in quello


della «protezione» dei clienti, dove


le polizze sono invece aumentate del


 per cento.


A proposito della raccolta, Doris si


è anche soffermato sull’annosa que-


stione legata ai Pir, di fatto indiretta-


mente bloccati dalla normativa con-


tenuta nell’ultima Legge di bilancio


«L’esiguo dato che registriamo sui


Pir è alimentato dai clienti che hanno


sottoscritto i fondi prima del »,


ha osservato il manager, ricordando


come nei primi sei mesi la raccolta su


questa tipologia sia stata solo di ap-


pena  milioni. Al contempo, Banca


Mediolanum sta guardando anche


agli Eltif: «Strumenti interessanti»,


secondo Doris, che vengono moni-


torati nonostante «non si tratti di


un’alternativa alla raccolta dei Pir,


manchino dei regolamenti e al mo-


mento abbiano troppe incognite».


—Ma.Ce.


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Enel vicina al 65%


di Enel Americas


Enel ha buone possibilità di portare


entro il primo trimestre del prossimo


anno la partecipazione detenuta in


Enel Americas, oggi pari al , per


cento del capitale, alla soglia massima


del % consentita dal tetto al posses-


so azionario. Ieri è stato comunicato


l’esito dell’aumento di capitale da 


miliardi di dollari della società suda-


mericana attraverso la quale il gruppo


elettrico controlla tutte le attività nel


continente. Il risultato è la sottoscri-


zione quasi per intero dell’aumento,


con un inoptato residuo pari al ,%


capitale. La possibilità per gli azionisti


che non lo hanno fatto di sottoscrivere


e, poi, a quelli che lo hanno fatto per


esercitare l’opzione sui titoli non sot-


toscritti si protrarrà nella sostanza fi-


no a settembre inoltrato. Enel si pre-


para a rilevare anche quella quota e,


nel caso di buon fine dell’operazione,


poterà la partecipazione a circa il 


per cento del capitale. Se a questo si


sommano gli accordi raggiunti nei


mesi scorsi con intermediari per poter


rilevare fino al % di Enel Americas


entro il primo trimestre del , è


evidente che la soglia massima del


% ormai è a portata di mano. A quel


punto il gruppo guidato da Francesco


Starace potrà valutare un riassetto


azionario nel gruppo: tra le tante ipo-


tesi, anche se al momento nulla è deci-


so, la possibilità di proporre ai soci di


Enel Americas di scorporare la società


in due (distinte per le attività control-


late in diversi paesi Sudamerica), la-


sciando il vincolo al possesso aziona-


rio su una di questa e liberando l’altra.


—L.Ser.


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MASSIMO


DORIS
Amministratore

delegato del
gruppo

Mediolanum
dal 2008

SUDAMERICA


Sull’aumento da  miliardi


inoptato sul ,%


Riassetto in vista

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