Le Scienze - 08.2019

(Ann) #1

Intervista


10 Le Scienze 6 12 agosto 2019


Costruire robot

ispirandosi alla natura

B

arbara Mazzolai dirige un laboratorio singolare. A met-
terci il naso si vede chi lavora con fili e circuiti, chi ha la
testa infilata nel computer, e chi compone acquari pieni
di animali che paiono usciti da un cartone animato di fantascien-
za o maneggia strane piante rampicanti. È il Centro di micro-bio-
robotica (CMBR) dell’Istituto italiano di tecnologia, sede di Ponte-
dera. Mettere il naso nel curriculum di Mazzolai fa più o meno lo
stesso effetto: biologa, ha un dottorato in ingegneria dei microsi-
stemi e un master in eco-management. E una sfilza di premi e ri-
conoscimenti lunga così: l’ultimo è il premio Carla Fendi, ricevuto
con Cecilia Laschi, professoressa alla Scuola superiore Sant’Anna
di Pisa.


Mazzolai, lei ha ricevuto numerosi riconoscimenti, compresa la meda-
glia del Senato della Repubblica italiana, ed è stata inserita tra le 25
donne geniali della robotica 2015 da Robohub, la comunità internazio-
nale degli esperti di robotica.
Beh, sì, anche grazie ai miei collaboratori! Adesso sono entusia-
sta soprattutto perché grazie al premio Carla Fendi finanzieremo
una nuova borsa di studio per un giovane ricercatore. Si chiame-
rà borsa Fendi! Al di là del gioco di parole, è davvero un privile-
gio per noi.


Veniamo al suo lavoro: la biorobotica. Di che cosa si tratta?
Il significato può essere ampio. Nella nostra accezione è roboti-
ca ispirata alla natura: si tratta cioè di costruire robot a partire dal-
lo studio di organismi naturali. Siamo all’intersezione tra robotica
e biomimetica, dove la biomimetica è un’idea antica che ha avuto
il suo maestro in Leonardo da Vinci.
Quanto agli obiettivi della biorobotica, si tratta di risolvere pro-
blemi concreti. Ma anche, e questa è una peculiarità a cui tengo
molto, di offrire strumenti di studio della natura. Cioè: partendo
dal principio biologico possiamo costruire un robot e poi tornare
indietro alla biologia per validare ipotesi che nella complessità di
un sistema naturale non possono essere studiate.


Lei è partita dalla biologia per approdare alla robotica...
Sì: ho iniziato con la biologia marina e con il polpo robot. Insie-
me a Cecilia abbiamo avviato un progetto europeo senza intenzio-
ni applicative dirette, che ci ha permesso di introdurre l’idea del-
la robotica soffice.
Il polpo ha un corpo morbido (eccetto il becco), si muove in tut-
te le direzioni, modifica la rigidità del proprio corpo, si allunga e
si accorcia, soprattutto ha un’intelligenza distribuita, ovvero ha la


Nel laboratorio diretto da Barbara Mazzolai
la robotica si unisce alla biologia
con l’obiettivo di sviluppare automi innovativi

Idea dalla biomimetica. Un robot plantoide, ovvero ispirato alle piante,
assemblato da Barbara Mazzolai e colleghi.
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