NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Capii che si trattava di un capo perché tutti nella cella avevano mostrato un grosso rispetto, quasi un
timore reverenziale, nei suoi confronti, e lo lasciavano parlare come e quando voleva, mentre fra di
loro gli altri detenuti spesso sbuffavano, lamentandosi reciprocamente in forte dialetto campano.
Ad un certo punto tutti si addormentarono ed io rimasi solo, con i miei pensieri, ad osservare la
cella e ricordare tutto quanto era accaduto dall’arresto in poi.
“Come cambia la vita nel giro di poche ore”, pensai!
“Ieri ero un bravo e stimato medico del 118, ed oggi sono rinchiuso in una delle carceri peggiori
d’Italia”, almeno questa era la fama che si era fatta in giro quella struttura abominevole, pensai
sconsolato.
I detenuti compagni di cella mi avevano accolto bene, col rispetto che erroneamente pensai
riservassero soltanto ad un delinquente come loro, ma io non ero affatto un criminale, anche se
comunicavo bene con tutti, riuscivo ad avere un ottimo dialogo. Infatti riflettendo meglio compresi
che quel rispetto mi era stato riservato soprattutto perché si vedeva lontano un miglio che ero una
persona per bene! E questo fu un grosso merito per quei carcerati, li apprezzai tutti.
Avevano fatto di tutto per mettermi a mio agio, e questo fu davvero un bel gesto, niente affatto
scontato, e nemmeno me lo aspettavo prima di entrare nella cella.
Ero solo nella penombra, tutti dormivano e qualcuno russava impendendomi di approcciare un
riposo necessario dopo tutto lo stress che avevo dovuto sopportare dall’arresto in poi, ed allora
invocai fortemente percezioni di note soavi, musiche rilassanti, ricordi e scenari di libertà e di vita
felice che pure avevo vissuto nella mia vita, per sovrapporle alle triste realtà.


Musica rilassante
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