Grazie alla gioia che percepivo nel cuore avrei voluto dedicare quegli applausi al Buon Dio,
sapendo che dietro tanta serenità e fratellanza c’era sempre Lui, e di fatto nelle mie preghiere lo
ringraziavo continuamente anche a nome dei miei amici detenuti.
Venite applaudiamo al Signore
Sarebbe stato bello parlare di Fede con qualcuno di loro, perché ne avvertivo la presenza nell’aria,
ma non sapevo come fare e con chi farlo, finché un giorno non fu la Provvidenza a consentirmelo.
La fede nascosta dei detenuti
Un giorno i detenuti videro dal corridoio Akin che non pranzava insieme a noi, ed approfittando
della cella momentanea aperta per il ritiro della spazzatura, entrarono e lo invitarono ad unirsi a noi:
presero il suo sgabello e lo misero affianco al tavolo, poi lo abbracciorono e lo fecero accomodare a
quel posto aggiunto, spiegandogli che pranzare tutti assieme era un obbligo, una regola sacrosanta
nel carcere, perché nessuno doveva essere isolato, per nessun motivo al mondo!
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