Mi risuonava continuamente nella testa una canzone storica per quei tempi, rimasta negli annali
della musica italiana come una delle più emozionanti, che rappresentava bene i miei tormenti:
Impressioni di settembre
Ad un certo punto mi arresi, anche perché avevo la forte sensazione che se avessi tenuta segregata
Daniela nella relazione con me le avrei bruciato le ali, invece lei desiderava volare ogni giorno,
essere sempre al centro dell’attenzione, ed io non ero più capace di esserle complice.
Probabilmente, ripensandoci a mente fredda, a quell’età iniziavo a subire anche le prime avvisaglie
della malattia che scoprii giusto un anno dopo, e quindi fui influenzato negativamente anche da
quella strana sensazione di debolezza fisica che ogni tanto mi affliggeva.
Alla fine, fui costretto ad interrompere la relazione con Daniela nonostante la amassi follemente.
Fu grande la delusione sia per me, sentendomi incapace e non all’altezza, sia per lei che credo ne
abbia sofferto non poco. Fu un ennesimo atteggiamento da codardo, il mio, consumatosi nonostante
un amore meraviglioso che ci aveva fatto vivere momenti esaltanti.
La relazione con questa splendida creatura finì per colpa mia, per la solita mancanza di coraggio
che ho manifestato spesso nei momenti importanti della vita, e per il mio inquietante senso di
inferiorità e di incapacità che mi hanno spesso limitato in tanti settori vitali: affetti, studio, lavoro,
amicizie, Fede.
In seguito seppi da amici in comune che Daniela aveva sofferto smisuratamente per la fine del
nostro rapporto, ed anche io ne risentii molto, infatti spesso ebbi la tentazione di ricontattarla pur
sapendo che forse era troppo tardi, ormai la splendida relazione l’avevo già distrutta.