Ogni giornata veniva vissuta in funzione dell’altro, pensando a che ora e per quanto tempo ci
saremmo incontrati, in attesa di rivederci il giorno successivo, e così per tutti gli anni vissuti
insieme.
Dopo i primi mesi vissuti insieme riservatamente, decidemmo di presentarci ai rispettivi genitori e
quindi ci fidanzammo in casa. La madre mi voleva un bene dell’anima e mi viziava continuamente
con dolci di ogni tipo, soprattutto quelli della spettacolare tradizione salernitana, con pranzi e cene
luculliane, e persino ricamando per me sciarpe e maglioni coloratissimi.
Quanto era bello vivere un amore così intenso alla luce del sole, con la comprensione e la
protezione dei genitori di entrambi! Le nostre vite col tempo si fusero realmente divenendo una
soltanto, trascorrendo tutto il tempo possibile insieme, ed osservando i nostri corpi, e le nostre
Anime, crescere ogni giorno, renderci adulti contemporaneamente, destinati a coronare il sogno di
un amore vissuto per sempre, col matrimonio come sogno sempre più possibile, nonostante la
giovane età. La madre, infatti, ricamava anche il corredo di Giovanna, per anni, ed ogni tanto me lo
mostrava orgogliosa ed io ne ero entusiasta.
Anche l’estate la vivevamo insieme, infatti io la raggiungevo con la mia inseparabile tenda da
campeggio e le insuperabili moto eccentriche, infatti le cambiavo spessissimo preferendo di volta in
volta la migliore disponibile. In quegli anni la moto che ricordo più volentieri fu una da corsa
particolarissima, che era già d’epoca in quel periodo, la mitica MV Augusta:
gianni zito
(Gianni Zito)
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