Inaspettatamente divenni un leader e tutti gli amici mi seguivano come il capo indiscusso del
gruppo, anche perché davvero ero divenuto un ragazzo pieno di virtù e capacità sorprendenti.
Divenni piuttosto belloccio, alto, bruno con occhi verdi, astuto al punto giusto, pieno di ragazzine
che mi corteggiavano, forte fisicamente, bravo nel calcio che era lo sport principale infatti giocavo
con i ragazzi della Salernitana, ma crebbi molto anche nelle Fede divenendo ancor più sensibile
d’animo e scrivendo spesso poesie e saggi, tanto che le mamme dei miei amici mi chiamavano “il
poeta”. Ero cattolico praticante e quando qualcuno aveva bisogno di aiuto, di qualsiasi tipo, ero
sempre il primo ad accorrere, sprezzante di ogni pericolo.
Queste virtù me le sono portate avanti per diversi anni ottenendo gratificazioni importanti, ad
esempio i miei amici di scuola al liceo classico mi nominavano sempre rappresentante di classe,
attribuendomi ruoli rilevanti che sostenevo senza alcuna difficoltà.
Col tempo, quindi, tutte le mie fragilità si trasformarono in pregevoli punti di forza, in particolare il
senso di inferiorità si tramutò clamorosamente nella consapevolezza di essere molto più capace di
tutti gli altri ragazzi, ed in tutti i campi.
Ero anche un bel ragazzo, la qual cosa non era di poco conto perché si trattava di una bellezza
davvero particolare, derivante sicuramente da una spiccata sensibilità interiore, una dolcezza
d’animo che mi aveva plasmato persino i lineamenti. Questa caratteristica me la sono portata avanti
per decenni, e ricordo che una volta, da adulto, una ragazza mi disse persino che somigliavo a Gesù,
facendomi il complimento più bello che abbia mai avuto nella mia vita.
Mi sembrava di avere tutto dalla vita, ed anche di più.
La concentrazione di virtù era tale che, dopo me stesso, non ricordo di aver mai conosciuto ragazzi,
in quegli anni, con le mie stesse ed entusiasmanti caratteristiche.
Ero davvero unico, e me ne rendevo conto.
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