La pazienza necessaria per rivivere i ricordi e narrarli è stata come quella di un sarto, perfetta per
ricamare i racconti, parola per parola, punto su punto, come un bel disegno su un enorme corredo
cerimoniale.
La mia personale rinascita, infatti, è stata una vera cerimonia, una Comunione eterna con Dio.
E poteva realizzarsi soltanto attraverso la stesura di questo primo libro e, parallelamente, la scrittura
poteva avvenire soltanto in presenza di una serie impressionante di coincidenze che si sono
effettivamente realizzate e che mi hanno permesso di restare abbracciato al mio notebook per mesi,
come se fosse la mia stessa Anima bisognosa di affetto, protezione, comprensione.
Le coincidenze principali sono state varie, tra le quali l’aver vissuto l’Ultimo atto descritto alla fine
del libro; il ritorno a casa in una data significativa per la mia vita; il gesto eroico della madre dei
miei figli che alcuni mesi prima si era trasferita al nord per lavorare e darmi una mano importante
nel mantenere i figli, sostituendomi del tutto per un certo periodo; l’amore coraggioso, la tenacia
incredibile, la professionalità e l’intraprendenza della mia nuova compagna di vita, virtù che si sono
concentrate tutte insieme, come i venti in un uragano, per farmi rientrare a casa il prima possibile;
l’aver intrapreso una nuova terapia che mi ha salvato da seri rischi di salute che avevano già causato
danni importanti poche settimane prima, documentati da vari accertamenti diagnostici.
Altre coincidenze incredibili si sono verificate in occasione dell’Ultimo atto e le illustro in quel
capitolo.
Se soltanto una di queste coincidenze non si fosse realizzata, questo libro, e la mia rinascita
sarebbero rimaste ancora confinate nell’olimpo dei tanti sogni irrealizzabili.
Una coincidenza non necessaria ma clamorosamente presente fu il coronavirus che fermò l’Italia
intera proprio come dovevo star fermo io chiuso in casa, come se il Destino avesse voluto offrirmi