In effetti ha fibrillazione ha realmente un alone di grande spiritualità attorno a se perché trasporta
l’animo ed il corpo da uno stato di malattia, avvertita come gravissima, ad uno stato di Grazia
immediata dovuta alla guarigione istantanea.
Si passa dagli inferi al Paradiso in un attimo: ogni volta la fibrillazione impone grandi sofferenze,
magari per ore e ore, ma appena mi libera dalla sua morsa lascia spazio a sollievi straordinari che
ridonano al corpo ed all’Anima sensazioni di vera e propria rinascita.
Per questa clamorosa alternanza tra Morte e Resurrezione sembra proprio la malattia giusta per me,
la sento veramente mia, somigliando in tutto e per tutto alle vicende incredibili che si sono
parimenti alternate nella mia vita, tra grandi sofferenze e gloriose rinascite.
Tanto la avverto mia la fibrillazione che addirittura mi manca quando per giorni interi, ed
inspiegabilmente, mi lascia tranquillo e non irrompe con la solita violenza per soggiogare ogni mia
funzione vitale e sottomettermi del tutto.
In verità negli ultimi 2-3 anni ho imparato a gestirla meglio, ad accettarla, o forse ci sopportiamo a
vicenda visto che ormai le parlo ogni volta che mi viene a fare compagnia, e la tratto come lei tratta
me: con violenza o con assoluta dolcezza, in un clamoroso walzer di colpi di scena.
Raramente, infatti, si può presentare anche dolcemente ed essere appena avvertita, come capita alla
maggior parte dei pazienti per alcuni dei quali diviene cronica e risulta molto ben tollerata, non
dando segni di sé.
Ma non è il mio caso.
Ogni volta che arriva la fibrillazione porta con sé un invito unilaterale ad una battaglia dagli esiti
ignoti, ma nel tempo ho imparato a lottare silenziosamente ed a vincere senza trionfalismi come si
dovrebbe fare sempre nei confronti di nemici per i quali si nutre rispetto.