Accade a tanti disoccupati, emarginati, carcerati! Sono tante le anime che si perdono nel corso della
vita terrena, per colpa esclusiva dell’umanità che ha creato un’economia demoniaca che esclude dal
benessere, e dai diritti più elementari, una fetta troppo alta di popolazione.
Paradossalmente anche il rovescio della medaglia, quello contemplato dalla Fede, che prevede un
abbandono totale nelle mani di Dio, genera la povertà, perché la spiritualità non contempla alcuna
soluzione battagliera per evitarla, anzi ci conduce progressivamente ad una sorta di ambigua
sconfitta quotidiana verso i problemi della vita che prendono il sopravvento assoluto su di noi e ci
impediscono qualsiasi forma di reazione costruttiva.
Certo si tratta di una povertà completamente diversa ed opposta rispetto a quella di chi non ha Fede!
La povertà per scelta purifica, santifica, ci esalta verso Dio e verso i Cieli.
Tutt’altra cosa.
Nascono così le grandi povertà, una demoniaca ed una Santa, che governano l’animo e la vita delle
persone che si trovano a viverla. In certe fasi della vita si possono alternare: a volte si può cadere
vittime della povertà avvertita come demoniaca, in altre con l’aiuto della Fede invece ci si esalta
nella povertà Santa.
La povertà ha lo stesso nome per entrambe, ma un volto completamente diverso a seconda di quale
viviamo: nel caso della povertà Santa, che racchiude in se tutte le virtù Cristiane, vediamo proprio il
volto di Gesù espresso in tutte le magnifiche sensazioni che si possono provare non possedendo
null’altro che Lui.
Qualsiasi sia la forma di povertà di cui soffrono i popoli, la presenza di Dio può irrompere e
manifestarsi con la forma d’Amore più commovente, risolutiva, miracolosa: la Carità!
Come diceva San Paolo: “Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la
carità, ma di tutte la più grande è la carità!”.
Indice