“Rieccola la Santa Unione, la Comunione che genera la Fede! Stavolta tra musica Sacra e storia
vivente del Cristianesimo!”, pensai esterrefatto! La solennità di un pezzo vivo di storia di Cristo,
una Sua Chiesetta, aveva bisogno della sua chiave del Paradiso per potersi esprimere!
Com’era successo alla mia Anima! Aveva bisogno dell’Unione con Dio per poter essere sé stessa!
È quello il senso che dovrebbero avere tutte le Chiese piccole e vecchie, ma sono davvero pochi i
fedeli in grado di comprenderlo e di vivere emozioni proiettate nel tempo, in rappresentanza di un
viaggio spirituale che parte dal lontano e arriva ai nostri giorni.
Ma vallo spiegare ai giovani d’oggi, alle persone di mezza età sempre impegnate, alle famiglie!
Una missione impossibile.
Le vecchie Chiese infatti accoglievano per lo più anziani, e per me che ero cresciuto in un centro di
Salesiani molto vivo e dinamico, risultavano in prima battuta davvero molto desolanti, in uno stato
di apparente abbandono.
I brani del Coro, però, oltre a valorizzare e rianimare l’atmosfera e l’ambiente, mostravano anche un
rovescio della medaglia, incutevano sensazioni apparentemente opposte e contrastanti, generando
infatti una certa malinconia. Ciò che si percepiva era un mosaico di sensazioni contrastanti dovute
alla differenza enorme tra l’esaltazione della Fede, che vivono tutti i pellegrini come me alla
scoperta di luoghi Sacri ove poter riconoscere meglio Gesù rispetto al caos delle grandi Chiese, e la
malinconia che sia l’ambiente sia i brani del Coro incutevano.
Anche in questo caso fu necessario riflettere, approfondire, non fermarsi alle prime conclusioni.
Alla fine compresi che la malinconia, in certi contesti, fa parte della Divinità, del mosaico della
Fede, ed incute nell’animo dei Cristiani più attivi il desiderio di affiancarsi ancor di più alla Chiesa,
consapevoli che la loro presenza è necessaria persino alla sopravvivenza del Culto.
E’ questa la Chiesa vera, la Chiesa del popolo di Dio che si sente parte attiva della Fede.