Sapevo che in quella occasione avrebbero tentato il tutto per tutto per portare a termine la scalata
societaria scorretta, ma non ne conoscevo i dettagli.
Dopo qualche giorno la persona fidata, a cui avevo dato incarico di registrare le loro conversazioni,
mi disse che la qualità degli audio, ottenuti mentre si trovava nella stanza affianco ai miei soci
traditori, era troppo bassa e non sufficiente allo scopo, ma in un’occasione aveva chiaramente
ascoltato il contenuto della loro conversazione: il capo della banda aveva riferito ai suoi associati di
aver predisposto tutto col suo commercialista e di conseguenza non avrei avuto alcuna possibilità di
oppormi alla loro scalata; inoltre aveva confermato che, come da progetto iniziale, si sarebbero
liberati di me non solo polverizzando le mie azioni societarie residue ma non affidandomi alcun
incarico. Nella discussione aveva sentito chiaramente che il capo parlava di altri “fratelli” che erano
pronti a venire a lavorare in azienda!
A questo punto fu tutto chiaro e lampante: per l’ennesima volta la massoneria deviata tentava di
sottrarmi il progetto e di distruggermi la vita, per cui ebbi le prove per segnalare tutto alle forze
dell’ordine ed iniziai a scrivere le denuncia.
Essendo i massoni presenti ovunque, soprattutto negli anfratti dei palazzi di giustizia, avrei dovuto
fare attenzione a non farmi archiviare anche questa ennesima denuncia, per cui diedi l’incarico ad
un avvocato.
Nel frattempo tornai a dedicarmi alla famiglia ed a mio padre.
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