Inoltre il terrazzo di copertura, enorme ed a cui si accedeva dal salone principale, aveva anche un
ulteriore appartamento delimitato da vetrate panoramiche, con cucina, salone ed una camera da letto
dalla cui vetrata a tutta parete, che sembrava un quadro vivente, si vedeva minuziosamente la divina
costiera amalfitana.
Lungo la rampa di accesso alla casa, che partiva da un cancello indipendente, si trovava un altro
appartamentino, una dependance, e c’era anche un grande giardino dove avrei potuto sistemare la
mia adorata Lucy, un pastore del Caucaso femmina, bianco, che comprai quando abitavo ancora a
Salerno centro, in via Arce.
Le piante lungo la stessa rampa erano numerose e variopinte, alcune anche tropicali, ed emergevano
persino palme altissime che si potevano osservare in lontananza da tutto il quartiere residenziale.
Quella casa era un più sontuosa del migliore dei sogni che avrei mai potuto non immaginare
soltanto, ma addirittura fantasticare!
Appena la vidi la prima volta, e mi resi conto che si trattava di una villa enorme ricavata in una
palazzina residenziale, mi entusiasmò talmente tanto che rimasi emozionato e commosso al
pensiero di poterla prendere in affitto.
Grazie al nuovo socio commercialista di Napoli, il quale fu assolutamente d’accordo e mi autorizzò
a prenderla considerate le necessità di sviluppo del progetto e le risorse economiche che aveva
deciso di investire, con grande coraggio e commozione la locai subito!
La sera che firmai il contratto e ritirai le chiavi fu straordinariamente trepidante, anche perché vissi
un’oretta di suspense angosciosamente intensa: il contratto era già stato firmato tra le parti presso
l’agenzia immobiliare quella sera ma, non essendo ancora disponibile la copia del documento di
identità della proprietaria, non potei ritirarlo subito e dovetti attendere che venisse reperito presso la
sua abitazione che era piuttosto distante.