In realtà io e Miriam non potevamo fare a meno di osservarci teneramente come avevamo fatto per
tutta la vita, e lui si accorse della mancanza di alternative in tal senso e, col passare del tempo,
accettò le mie spontanee e crescenti attenzioni, espresse comunque con la dovuta signorilità.
Parlammo di loro due, di come e quando si erano conosciuti, delle prospettive che avevano, e
facemmo altrettanto quando il discorso si spostò su di me e sulla mia compagna Anna.
Iniziammo poi a parlare di affari, di investimenti, di imprenditoria, e gli illustrai anche, contro
voglia perché ormai non rientrava più nei miei ideali, il progetto editoriale sulla salute.
Lui ogni tanto, e discretamente, mentre parlavo prendeva appunti sulla sua agenda, ed alla fine
giudicò il progetto molto interessante anche per la Spagna che era sprovvista di un servizio così
evoluto e necessario.
Alla fine della serata disse che avrebbe riflettuto su una sua possibile partecipazione societaria e che
il giorno dopo mi avrebbe comunicato le sue conclusioni.
Miriam fu molto attenta e speranzosa durante la mia presentazione, trasmettendomi la convinzione
che il suo fidanzato avesse notevoli mezzi finanziari a disposizione, per cui diedi il meglio di me.
Subito dopo, stimolati da Miriam che è sempre stata una buongustaia come me, iniziammo a parlare
della ristorazione italiana e di quella spagnola visto che eravamo a cena, ed intrapresi
involontariamente una sorta di sfida col fidanzato, il quale sosteneva che quella spagnola era
superiore! Io al contrario gli spiegai che la quantità e qualità dei prodotti italiani, la cui eccellenza
era riconosciuta in tutto il mondo, erano di gran lunga superiori a quelli spagnoli. Alla fine riuscii
ad avere la meglio anche perché il mio solito patriottismo, che trovava la migliore espressione ogni
volta che c’era Miriam nei paraggi, non contemplava alcuna forma di sconfitta e neanche di
pareggio! Dovevo avere la meglio a tutti i costi, sempre e comunque, davanti a Miriam.
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