È estremamente piacevole ogni tanto, per me, ricordare chi ero veramente prima dell’annientamento
socioprofessionale subito nei decenni di ingiustizie narrate in questo libro.
Quel giorno il prof. Maiolo andò dal preside e chiese di telefonare a mio padre per convocarlo a
scuola.
Lui stesso mi disse che si sarebbe recato dal preside per parlargli di me, ed io inizialmente avevo
creduto che lo avesse fatto per farmi infliggere una punizione visto che mi accusava di essere una
sorta di mistificatore, un disturbatore infiltrato nelle sue preziose lezioni di filosofia.
Invece il motivo dell’interlocuzione col preside fu ben diverso, come anche la convocazione di mio
padre a scuola che fu costretto a raggiungerlo in udienza il giorno successivo.
Seppi la verità proprio da mio padre, l’indomani, al rientro a casa ad ora di pranzo, e me la raccontò
a tavola dove ci trovavamo tutti insieme, con la famiglia al completo, con uno sguardo solenne ed
entusiasta che normalmente manifestava soltanto a Natale o a Pasqua oppure in occasione dei nostri
compleanni: “Giovanni, oggi sono stato a scuola tua, convocato dal prof. Maiolo e dal preside
perché mi hanno voluto parlare di te! Quando ieri ho ricevuto la telefonata di convocazione ho
pensato che avessi combinato qualche ennesimo grosso pasticcio per cui sono stato molto
preoccupato ed in ansia fino a stamattina, e stanotte non ho dormito. Stamattina però appena mi
hanno ricevuto entrambi in presidenza, mi hanno accolto con sorrisi rassicuranti per cui ho capito
subito che, almeno, non avevi combinato qualcosa di grave! Mi hanno fatto accomodare ed il
preside ha esordito dicendo: <Egregio dott. Zito, noi non siamo soliti telefonare ai genitori in
circostanze come queste, ma effettivamente stavolta ne vale la pena perché il prof. Maiolo mi ha
mostrato le grandi capacità intellettive e filosofiche di suo figlio Giovanni, per cui sentivamo
l’obbligo di complimentarci con lei! Non capita tutti i giorni di poter esaltare le doti dei nostri
migliori studenti, e pertanto si tratta di momenti solenni a cui miriamo tutti i giorni ma non si