Da notare che in prima battuta la maggior parte dei vari Enti, comunque, avevano dato a noi
ragione, in particolare il Consiglio di Stato che, dopo soli 4 - 5 giorni dal deposito della nostra istanza
di revoca della sospensione cautelativa sentenziata dal Tar, aveva emanato una nuova ordinanza di
sospensione di quella emessa dal Tar per cui ci autorizzava immediatamente a riprendere i lavori!
Peccato però che si rimangiò tutto dopo una ventina di giorni, in seguito, evidentemente, ad
ennesime pressioni esercitate dal malefico che aveva agganci e complici dappertutto.
Il successo finale che ottenemmo col dissequestro penale dovuto all’unica verifica tecnica effettuata
dopo un lungo ed assurdo periodo di blocco dei lavori, ci mise in una situazione di enorme
vantaggio giuridico. A quel punto avremmo potuto denunciare alla Procura della Repubblica sia il
malefico sia i suoi associati, avvocati ed ingegneri che avevano dichiarato il falso nelle loro istanze,
ad esempio depositando perizie giurate nelle quali il massetto asportato veniva definito in cemento
armato!
L’amministratore della mia società, però, era la moglie del mio amico e socio, il quale non la volle
esporre ad una battaglia contro un delinquente come il malefico che aveva agganci dappertutto ed
era capace, e lo aveva dimostrato, di dichiarare il falso in ogni circostanza ed in tutte le sedi.
Per cui, con grande dispiacere, dovetti rinunciare a depositare una denuncia penale contro il
malefico ed i suoi associati.
A quel punto avremmo potuto almeno riprendere i lavori essendo stato dissequestrato penalmente il
locale ma di fatto non fu possibile perché vi era un’altra situazione, anch’essa tutta italiana perché
in nessun altro paese al mondo si sarebbe potuta verificare, che ci tenne bloccati: l’esistenza anche
di un giudizio civile, sempre richiesto dal condominio, le cui procedure processuali richiedevano
anch’esse un accertamento tecnico da parte di un CTU del tribunale!