NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

decidemmo di accomodarla in ambulanza per il trasferimento in ospedale! Fu un’operazione
davvero complicatissima perché le crisi convulsive erano molto violente, ed oltretutto una volta
giunti fuori dalla villa dovemmo affrontare sia la pioggia battente, sia la salita ed il fiume in piena
che ci inondava le gambe e rischiava di fare cadere noi e la povera paziente!
Fu un vero miracolo riuscire a portare la paziente in ambulanza, dopodiché partimmo subito ma per
raddrizzarla e metterla nella direzione di marcia fummo costretti a ripercorrere all’indietro, in
retromarcia, la parte iniziale del terreno sconnesso che nel frattempo divenne ancor più minaccioso
a causa delle numerose pozzanghere!
Sembrava di vivere una scena surreale tante erano le difficoltà: fuori c’era buio pesto e l’ambulanza
sobbalzava continuamente, la pioggia faceva un rumore infernale, la paziente aveva continue e
violenti scosse epilettiche intervallate da perdita totale di movimento che in diversi casi simulò
persino il decesso!!
I nostri corpi, il mio e quello degli infermieri e dell’autista, vennero messi a durissima prova, e
sembrava che tutte le forze della natura, e la stessa malattia della paziente, si fossero scagliate
contro di noi!!
Sembrava di vivere una vera apocalisse, una situazione infernale!
A quel punto, considerato che una massiccia dose di diazepam non aveva sortito alcun effetto, e
ricordando che i parenti mi avevano parlato di imprecisate cisti al cervello - ritenni che fosse
verosimile la presenza di edema cerebrale - per cui decisi di somministrare il mannitolo, che
riuscimmo a praticare in condizioni estreme tra lo stupore degli infermieri che non avevano mai
visto somministrarlo in precedenza in quelle condizioni!
L’intuito fu vincente infatti una decina di minuti dopo la paziente iniziò a dare segni di risveglio e
gli infermieri, con il volto ed i capelli tutti inzuppati dalla pioggia, mentre l’ambulanza ancora
sobbalzava terribilmente, mi guardarono in faccia con una smorfia tra lo stupore e la desolazione,

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