Quando mi immergevo nella povera metà della mia vita, quella condannata al carcere, pensavo
spesso: “certe Anime hanno bisogno anche di questo, di toccare il fondo, di subire l’onta peggiore
della vita, per poter rinascere”.
D’altronde perché il mio Signore mi avrebbe fatto vivere decenni di ingiustizie e mortificazioni, se
non avesse avuto su di me un progetto di purificazione? Ed ormai ero cosciente che quel progetto
salvifico avrebbe potuto consacrarsi proprio con la peggiore delle mortificazioni: il carcere!
“Una sorta di fuochi d’artificio alla fine della lunga festa dell’ingiustizia”, pensavo spesso,
grottescamente, per stemperare la tensione!
Eh già, le sofferenze, le ingiustizie, le mortificazioni, sempre presenti nella mia vita, ma intervallate
- con una periodicità simile ad un pendolo svizzero - a gioie ed emozioni fantastiche!
In realtà tutta la mia vita era stata così: un giorno mi sentivo un eroe, un santo, un benefattore, ed il
giorno dopo un odioso nemico per i malfattori di turno, un soggetto spregevole da mortificare ed
emarginare!
I miei voli pindarici tra emozioni e sentimenti contrastanti avrebbero fatto rabbrividire i più
spericolati acrobati, i più agili stuntman, i più audaci scalatori, i più furbi illusionisti!
Ogni tanto pensavo a quante persone al mondo subivano la mia stessa alternanza tra gioie
impressionanti e sofferenze disumane, ed ero sicuro di essere unico al mondo in tal senso.
Qualche scrittore in passato aveva vissuto emozioni grossomodo simili in relazione a sofferenze ed
ingiustizie patite, ma rispetto all’alternanza con gioie immense non mi sembrava che nessun altro
avesse avuto quel privilegio.
Conoscevo grandi scrittori e poeti che avevano narrato enormi sofferenze, magari limitate a periodi
specifici della loro vita, ma non ricordavo l’esistenza di qualcuno che per 30 anni avesse patito
gravi ingiustizie riuscendo anche a vivere, in quel contesto drammatico, storie e gioie memorabili!