NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Quella sensazione glaciale evidenziò la repulsione reciproca tra me e quella maledetta cella tugurio,
fu odio a prima vista. L’atmosfera era tetra, penosa, misera, degradata.


Dopo mezz’ora di permanenza in quella specie di anticamera degli inferi mi portarono negli uffici
ove fui obbligato a depositare ogni cosa avessi con me: marsupio con soldi, portafogli, collanina col
Crocifisso, orologio. Poi mi fecero spogliare nudo e mi fecero chinare in basso a gambe aperte, e
capii che quella manovra era necessaria perché alcuni detenuti portavano oggetti nell’ano, che in
quel caso sarebbero fuoriusciti. “Che squallore”, pensai disgustato.


Dopo la perquisizione mi diedero una busta nera della spazzatura ove mettere le poche cose
consentite che avrei potuto portare in cella: i medicinali, il pigiama e pochi altri indumenti che
Anna mi aveva portato alla Questura.


Mi assegnarono un poliziotto che mi condusse, tra i corridoi freddi e grigi, fino ad una stanza ove
un suo collega mi prese in custodia per consegnarmi tutto ciò che sarebbe stata la mia dotazione
carceraria: due ciotole in acciaio, un cuscino in gomma piuma vecchio e rosicato, uno sgabello di
legno, una vecchia coperta ed un lenzuolo, il tutto avvolto dentro un’altra busta nera della
spazzatura.
Con le mie due buste di spazzatura, quindi, mi condussero verso una cella definita “transito”, ove
vengono rinchiusi tutti i delinquenti appena arrestati, in attesa di assegnazione di una cella
definitiva, ed in quel momento provai una gran paura non sapendo insieme a quali criminali sarei
potuto capitare: ladri, drogati, spacciatori, camorristi, assassini!


Lungo il percorso accadde un primo evento straordinario: ad un certo punto passammo davanti ad
una dolcissima statua della Madonna, tutta illuminata, ove ebbi un confortevole sussulto d’Amore,
vissi un attimo di grande sollievo che mi donò enorme forza e coraggio!

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