la Repubblica - 22.07.2019

(Romina) #1
gwangju — La piscina avvelenata.
Di rabbia spremuta a cazzottate
sull’acqua: quella di Sun Yang dopo
aver vinto l’oro nei 400 metri stile li-
bero per la quarta volta di fila a un
Mondiale (record: superato Ian
Thorpe). Di rabbia trattenuta dietro
gli occhiali da intellettuale, lo sguar-
do fisso, le braccia legate dietro la
schiena e il corpo inchiodato sotto
il secondo gradino del podio, quello
dell’australiano Mack Horton, che
si rifiuta di salirci su. Nella guerra
rumorosa e silenziosa degli altri, il
bronzo di Gabriele Detti (con re-
cord italiano in 3’43”23) e il 5° posto
dell’esordiente Marco De Tullio.
Mai premiazione fu più drammati-
ca e cinematografica come quella
che ha aperto i Mondiali di Gwang-
ju. Col 27enne gigante cinese da sei
medaglie olimpiche e 15 Mondiali, il
primato nei 1500 che ha smesso di
nuotare e l’adorazione delle folle di
Pechino, che vuole scacciare a brac-
ciate i sospetti che lo affliggono da
quando nel 2014 fu sospeso tre mesi
per doping dalla propria federazio-
ne (che lo rivelò a pena scontata). E
sulla cui reputazione già arruggini-
ta pende anche una sentenza del
Tas, attesa a settembre, che potreb-
be squalificarlo a vita per recidiva.
È stata l’agenzia mondiale antido-
ping (Wada) a ricorrere al Tribunale
di Losanna contro la “ammonizio-
ne” inflittagli dalla federazione in-
ternazionale del nuoto (Fina) per
aver distrutto a martellate le provet-
te che un agente dell’antidoping si
era procurato con un controllo a
sorpresa lo scorso settembre. Sun
ha chiesto di essere ascoltato dai
giudici, possibilmente a porte aper-
te, per raccontare la sua verità. In-
tanto la urla in vasca appena ne
esce, prende a schiaffi questo male-

detto e benedetto cloro, agita i pu-
gni verso le tribune con le bandiere
rosse, sembra una belva che fiuta il
pericolo della gabbia. Grida contro
questa grandezza provvisoria in cui
lo ha relegato la giurisprudenza fa-
cendolo gareggiare a Gwangju in at-
tesa di giudizio. «Ero consapevole
che l’australiano fosse scontento e
provasse per me sensazioni ostili.
Che manchi di rispetto a me ci sta,
ma che offenda la Cina non salendo
sul podio, spiace. Io sono soltanto
molto soddisfatto della mia gara».
Che si è divorata (quasi) tutte le al-
tre: dalla caduta nell’argento della
dea americana Katie Ledecky nei
400 per mano della 18enne austra-
liana Ariarne Titmus; all’ennesimo
record del mondo, il 5°, di Adam Pea-
ty nelle semifinali dei 100 rana dove
il mastodontico e tatuato 24enne in-
glese diventa il primo uomo sulla
terra e sull’acqua a scendere sotto i

57 secondi (56’’88); al ritorno con l’o-
ro nella 4x100 dell’americano Na-
than Adrian a sette mesi dall’annun-
cio di un cancro ai testicoli.
Il duello Sun-Mack occupa tutta
la scena. Persino Detti, bronzo an-
che a Budapest 2017 dietro gli stessi
antagonisti nella medesima sequen-
za, da livornese qual è stavolta non
riesce neanche a scherzarci su. «Di-
spiace. Non sono bei gesti da vede-
re per chi segue lo sport. Prima del-
la cerimonia Horton mi ha detto
che avrebbe protestato, mi ha chie-
sto che intenzioni avessi io. Gli ho ri-
sposto che io ho lavorato per que-
sta medaglia tutta la stagione e vole-
vo godermela pienamente. Mack è
sempre stato molto duro con Sun e
ha fatto ciò che riteneva giusto. Io
non critico né l’uno né l’altro. Penso
che Sun abbia vinto con merito. Se
sta qui vuol dire che poteva parteci-
pare a prescindere dalle chiacchie-
re su di lui. Non l’avevo mai visto co-
sì da vicino, vuol dire che sono anda-
to forte anch’io. Purtroppo in vasca
non ho invece visto Mack». Che in-
vece ci ha visto benissimo: col cine-
se non vuole spartire niente. «Non
ho tempo da perdere con i bari» ave-
va detto alla vigilia il 23enne di Mel-
bourne amico di Paltrinieri evitan-
do di incrociare la stretta di mano a
bordo vasca del rivale. Ai Giochi di
Rio, quando lo ha battuto nelle 8 va-
sche, era stato ancora più chiaro:
«Non ho rispetto per i dopati». E
questa volta, interrogato in modo
retorico sui suoi sentimenti, rispon-
de: «Come mi sento? Frustrato, pen-
so sappiate perché. Credo che le
sue azioni e il modo in cui viene ge-
stita la faccenda siano più significa-
tivi di qualsiasi cosa io possa dire».
E col corpo, Mack ha già detto tutto.
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La prima sconfitta nei 400 dal 2013


Dalla Tasmania lo scacco all’impero Ledecky


mondiali in corea del sud

Il bronzo di Detti


sul podio dei veleni


Sun sconvolge il nuoto


La protesta di Horton, che rifiuta di salire accanto al cinese accusato di doping


L’azzurro: “Mi ha chiesto di seguirlo, ma io ho faticato per questa medaglia”


Gli scandali


dalla nostra inviata

gwangju — La caduta dell’impero
ledeckyano. «Certo, punge un po’.
Non ci sono abituata». Si vede dagli
occhi: increduli, spalancati, spirita-
ti. Katie, più che punta, sembra tra-
fitta. La dominatrice americana del-
lo stile libero in (quasi) tutte le di-
stanze, che a 22 anni si trova sulle
spallone 5 titoli olimpici, 14 mondia-
li e un numero ormai spropositato
di record del mondo che ruba a se
stessa, una sconfitta nel suo fortino
dei 400 (di cui è anche la primatista
succeduta a Federica Pellegrini)
non se la ricorda dal 2013. E che
sconfitta: è d’argento con un secon-
do e 21 centesimi di distacco dopo

che quella prepotente di Ariarne Tit-
mus, 18 anni, stella nascente ma for-
se nata, la supera come avesse un
motoscafo: nell’ultima vasca la tee-
nager nata in Tasmania e trasferita-
si a Brisbane per studiare da feno-
meno oltre che biologia, padre tele-
cronista e nelle cuffie Justin Bieber,
è di 1,83 secondi più veloce della sta-
tunitense che sotto attacco diventa
anche la più lenta delle otto finali-
ste nei 50 metri finali. Butta giù la re-
gina dal piedistallo e agguanta l’oro
allegramente, quasi facilmente, do-
po una corsa da 3 minuti 58 secondi
e 78 centesimi di entusiasmo. Primo
titolo aussie da Tracey Wickham
(1978). «Sapevo che forse ce l’avevo
dentro ma sì, è abbastanza surreale
al momento». Anche dopo. Guarda

Katie: esce dalla vasca come strega-
ta. E anche sul podio fatica a realiz-
zare che sì, è proprio lei seconda
(terza la connazionale Leah Smith
in 4’01’’29). Anche a Budapest due
anni fa provò il sapore della sconfit-
ta per mano, anzi unghie messe
avanti negli ultimi centimetri, di Fe-
derica: ma erano i 200, il mondo fa-
voloso titolato ancora Pellegrini (è
ancora della veneta il record del
mondo, gommato, nelle 4 vasche).
Stavolta era diverso. Katie puntava
al 4° titolo consecutivo, come Sun
Yang. Invece qualcosa si è inceppa-
to: «Mi sentivo le gambe e le braccia
come legate negli ultimi 50. Titmus
ne ha approfittato». Improvvisa-
mente fragile la cannibale o formi-
dabile la sua inaspettata carnefice?

Tre ori e 2 argenti ai Giochi del Com-
monwealth 2018, altri 2 secondi po-
sti sui talloni di Ledecky ai Panpaci-
fici 2018, 2 ori ai Mondiali di vasca
corta e a Gwangju si è presentata
con il 2° tempo stagionale nei 400
(3’59′′35) dietro al primo di Katie
(3’59′′28). L’onda australiana la annu-
savi arrivare. E la surfista dell’impos-
sibile, ha saputo aspettare: «Molti
pensano che con Ledecky si debba
lottare per il 2° posto: io no. Credo
che non sarei diventata così veloce
se non ci fosse lei, se lei non avesse
abbassato i tempi non credo che
avrei infranto la barriera dei 4 minu-
ti. Rimane la più grande nuotatrice
di tutti i tempi. Dopo oggi, tornerà
ancora più motivata». E non più so-
la. — a.r. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

k2° bronzo mondiale Gabriele Detti, 24 anni


dalla nostra inviata Alessandra Retico

“No ai bari”
Mack Horton
non sale sul
podio dei 400 sl
accanto a Detti
(sin) e Sun Yang,
di cui disse:
“Non ho tempo
per i bari”

h 2014
Sun Yang,
positivo a uno
stimolante, viene
sospeso per tre
mesi: la sua
federazione lo
rivela a pena
scontata.

h 2019
La Wada ricorre
al Tas contro
l’“ammonizione”
della Fina per
aver distrutto a
martellate le
provette di un
controllo a
sorpresa

Le gare
Peaty sotto il muro dei 57 secondi

Ai Mondiali di Gwangju il primo record del mondo
è stato quello dell’inglese Adam Peaty, che ha
dominato le semifinali dei 100 rana con il nuovo
primato mondiale di 56”88: nessuno era mai
sceso sotto la barriera dei 57 secondi. Fuori dalla
finale i due azzurri in gara, Fabio Scozzoli (nono in
59”22) e Nicolo Martinenghi squalificato. Oltre al
bronzo di Gabriele Detti, l’Italia ha sfiorato
un’altra medaglia nella 4x100 stile libero, dove gli
azzurri Santo Condorelli, Manuel Frigo, Luca
Dotto e Alessandro Miressi hanno chiuso in
quarta posizione con il nuovo record italiano di
3’11”39. Finale e record italiano per Elena Di Liddo
nei 100 farfalla con 57”04.
I risultati - 400 sl m: 1) Sun Yang (Cin) 3’42”44,
2) Horton (Aus) 3’43”17, 3) Detti (Ita) 3’43”23.
400 sl f: 1) Titmus (Aus) 3’58”76,2) Ledecky (Usa)
3’59”97. 4x100 m: 1) Usa 3’09”06, 2) Russia
3’09”97, 3) Australia 3’11”22, 4) Italia 3’11”39.

LAPRESSE

kEffetto Titmus
L’australiana Ariarne Titmus (sotto)
con Katie Ledecky a fine gara

pagina. (^34) Sport Lunedì, 22 luglio 2019

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