Il Settimanale 32

(Francesco CaccavellaNHp1fh) #1

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La peggior emergenza idrica da 70


anni sta prosciugando il fiume che ha


segnato la storia del Paese, con pesanti


conseguenze economiche, sociali e


ambientali: bagna 4 regioni che valgono


il 40% del Pil, e ogni anno fornisce 20


miliardi di metri cubi d’acqua a industria


e agricoltura. Ma ora in diverse zone


l’alveo è ridotto a spiaggia


di Chiara Giannini

VENERDÌ 14 APRILE 2023

misure di tipo strutturale a un attento mon-
itoraggio che nel breve periodo può farci
rendere conto di quanta acqua disponiamo e
come utilizzarla al meglio».
Su questo fronte, già nel Pnrr sono stati in-
seriti interventi ad hoc per il Po e il governo
ha appena approvato il Decreto siccità, che
prevede misure a breve e lungo termine, con
la creazione di un commissario nazionale.
Misure che «troveranno immediata attuazi-
one» e serviranno per affrontare il proble-
ma da tutti i punti di vista: dalla raccolta e
l’utilizzo di acqua piovana, alla depurazione
delle acque reflue, agli impianti di desaliniz-
zazione.
Si potranno realizzare vasche di raccolta di
acque meteoriche per uso agricolo entro un
volume massimo stabilito e riutilizzare le
acque reflue depurate per uso irriguo, tra le
tante cose. Nel decreto si parla anche di de-
salinizzazione dell’acqua marina e dell’au-
mento dei volumi utili degli invasi. La real-
izzazione delle opere rinvia al modello Pnrr
e vi sarà una cabina di regia che effettuerà la
ricognizione degli interventi di urgente real-


izzazione per far fronte, nel breve termine,
alla crisi idrica. In sede di Pnrr per le misure
per contrastare la secca del Po sono stati
stanziati 357 milioni di euro utili a «rendere
efficiente la risorsa idrica all’interno dell’asta
del fiume».
I due attori attivamente coinvolti sono Aipo e
l’Autorità di bacino. Il programma interessa
28mila ettari e sono 56 i siti di intervento sul
Po già mappati. Ciò a cui si sta puntando è il
favorire una «maggiore circolazione dell’ac-
qua, intervenendo anche sulle difese artifi-
ciali». E poi piantumazioni e riattivazione
delle vecchie lanche adesso occluse. Insom-
ma, ci si sta dando da fare, come in Veneto.
Il governatore Luca Zaia racconta al Setti-
manale: «La siccità è un problema reale, è
sotto gli occhi di tutti. Siamo in un periodo
dell’anno durante il quale l’alveo dei fiumi e
le falde dovrebbero essere vicini ai massimi
della loro capacità. Invece, a inizio prima-
vera, stiamo fronteggiando un’emergenza
idrica. Possiamo aggrapparci alla speranza,
nelle piogge, che arriveranno. O possiamo –
come stiamo facendo in Veneto – lavorare

perché il tema dell’acqua sia centrale nella
pianificazione. Siamo una delle poche regio-
ni italiane che ha scelto di istituire, ad esem-
pio, una propria società in house per la ges-
tione dell’acqua. È Veneto Acque: orientata
alla progettazione e costruzione del Model-
lo Strutturale degli Acquedotti del Veneto:
una rete composta da grandi infrastrutture
idriche che interconnettono i gestori locali,
in grado di garantire sicurezza negli approv-
vigionamenti, risparmio idrico ed energeti-
co e di aumentare la resilienza complessi-
va a fenomeni come quello della siccità». E
prosegue: «Stiamo investendo in impianti
e infrastrutture, per contenere lo spreco e
trattare le acque: cito solo, fra i vari cantie-
ri, la nuova rete che collegherà Camazzole,
fra le province di Vicenza e Padova, con il
delta del Po, portando 950 litri al secondo di
acqua potabile dove il cuneo salino compro-
mette la possibilità di poterla utilizzare, an-
che per usi civici. Serve quindi investire in
infrastrutture, ma anche in modelli di utiliz-
zo consapevole e oculato: la parola ‘spreco’
non deve potersi più affiancare all’acqua».
Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai
Trasporti, Edoardo Rixi, ci chiarisce che
«dopo il Codice degli appalti il governo ha
semplificato anche il settore idrico. Il liv-
ello idrometrico del fiume Po è allarmante
in vista dell’estate e registriamo anche lo
scarso potenziale idrico stoccato sotto for-
ma di neve nell’arco alpino e appenninico.
Sul bacino sono previsti interventi di ma-
nutenzione straordinaria delle traverse di
regolazione dei grandi laghi naturali come
Garda, Maggiore e Iseo. Siamo al lavoro sul
miglioramento e la riduzione delle perd-
ite dai grandi canali irrigui, come il cana-
le Villoresi, insieme alla progettazione e
al miglioramento delle opere a protezione
del cuneo salino nei diversi rami del Delta
del fiume». E ancora: «Sono previsti nuovi
adduttori acquedottistici, anche con pre-
lievo da grandi dighe anziché da falda come
l’acquedotto Valle Orco in Piemonte. Siamo
pronti poi con interventi per ottimizzare la
gestione dell’acqua in ambito di distretto in
alcune città del bacino idrografico tra cui
Milano, Bologna e Piacenza. Misure chiave
in vista della prima riunione della cabina di
regia sulla crisi idrica guidata dal ministro
Matteo Salvini, quando verranno approfon-
diti anche gli aspetti economico-finanziari».
La senatrice Simona Petrucci (FdI) in com-
missione ambiente, tiene a dire: «Riguardo
alla crisi idrica si è fatto in questi anni un
gran parlare, senza risultati degni di nota.
La consapevolezza, da sola, non basta. Per
la prima volta questo governo ha iniziato
a considerare la questione non più come
un’emergenza ma come un problema strut-
turale. In particolare, la situazione di per-
durante sofferenza del Po, con conseguente
rischio per l’ecosistema e per le imprese che
vi traggono energia, rischia di continuare
ad aggravarsi. Ecco perché il governo, con
il decreto siccità, ha dato una risposta i cui
effetti saranno presto visibili e soprattutto
misurabili». n
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