12 Giovedì 5 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore
Politica
Roma, Prestipino procuratore
Dal Csm segnale di continuità
IL RITRATTO
Un protagonista della lotta
alla criminalità organizzata
LA SCELTA DEL PLENUM
La nomina è passata
al secondo turno,
a maggioranza
Giovanni Negri
Da ieri a Roma c’è un nuovo procu-
ratore e alla fine di un combattuto
plenum la spunta Michele Prestipi-
no. Una scelta che è perfino banale
definire “di continuità”. Tanto che
dell’ufficio Prestipino era il reg-
gente da quando a maggio dell’an-
no scorso andò in pensione il suo
predecessore, e non solo, Giuseppe
Pignatone.
Un’elezione tutt’altro che scon-
tata comunque, con forti attriti tra
le correnti dei togati, con il voto, tra
l’altro, dei vertici della Cassazione,
con le perplessità dei laici. Ma so-
prattutto con un convitato di pietra
e tuttavia ben presente a tutti, non
solo dentro Palazzo dei Marescialli,
ma nella magistratura italiana.
Quello scandalo “toghe sporche”
che sulla scia delle intercettazioni
relativa all’indagine della Procura
di Perugia aveva svelato le manovre
intorno proprio all’ambitissima
poltrona di procuratore della Capi-
tale, quel posto che varrebbe, se-
condo la vulgata, “più di un mini-
stero”. E che ha condotto alle dimis-
sioni di consiglieri.
La nomina è passata a maggio-
ranza, al secondo turno, visto che
né Prestipino, né i suoi concorrenti,
il procuratore di Palermo, Franco
Lo Voi e quello di Firenze Giuseppe
Creazzo erano riusciti a raggiunge-
re la maggioranza assoluta. Presti-
pino si era fermato a voti, Lo Voi
a e Creazzo a . Al ballottaggio ha
avuto la meglio con voti contro
gli del procuratore di Palermo.
Alla prima votazione Prestipino
aveva ottenuto il sostegno dell’inte-
ro gruppo di Area, di consiglieri su
di Autonomia e Indipendenza e di
laici su del MS. Una base che si
è rafforzata al ballottaggio con il vo-
to del Pg della Cassazione Giovanni
Salvi (prima astenuto) e del gruppo
di Unicost che aveva proposto e so-
stenuto in prima battuta Creazzo.
Per Lo Voi, si sono espressi invece
tutti e i consiglieri di Magistratura
Indipendente, i laici di Forza Ita-
lia, il primo presidente della Cassa-
zione Giovanni Mammone.
Nella discussione in plenum non
sono mancate le polemiche sul fatto
che è stato scelto l’unico dei concor-
renti senza il titolo di procuratore,
ma che dalla maggioranza (come
scrive nella sua relazione il togato
Piercamillo Davigo) è stato ritenuto
il più idoneo, soprattutto per la sua
conoscenza della realtà criminale di
Roma. Riecheggia così l’eterna dia-
triba sui criteri per le nomine di ver-
tice degli uffici giudiziari, sul peso
cioè dei titoli, dell’anzianità, delle
attitudini di guida e leadership.
Ed è vero che Prestipino “ascen-
de” al vertice della Procura romana
da semplice aggiunto, senza avere
in precedenza mai guidato, se non
per quest’anno scarso di reggenza,
un ufficio giudiziario. E tuttavia
anche nel recente passato situa-
zione identica non ha impedito al
Csm di nominare per esempio
Francesco Greco alla guida dell’al-
tra grande Procuira del paese,
quella di Milano.
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Nel curriculum l’indagine
sul clan dei Casamonica
e quella su Mafia capitale
È nato nel a Roma da genito-
ri siciliani (di Gioiosa Marea, in
provincia di Messina), Michele
Prestipino. È un appassionato di
filosofia teoretica, il padre la in-
segnava a Macerata, e lui l’avreb-
be anche studiata all’università,
se poi non avesse scelto Giuri-
sprudenza. In ogni caso, il libro
preferito è «Le affinità elettive»
di Goethe e il cantante Franco
Battiato, «tutto». Ma sulla mafia
ritiene che molto abbiano fatto
capire minuti di un lontano
Sanremo, quelli di Ficarra e Pico-
ne sull’omicidio di Padre Puglisi.
In magistratura è entrato nel
. Primi incarichi ad Avezzano
(primo processo per un «furtarel-
lo») e a L’Aquila, come magistrato
di sorveglianza, poi nel sceglie
di trasferirsi in Procura a Palermo.
Nel capoluogo siciliano conosce
l’allora procuratore aggiunto Giu-
seppe Pignatone e inizia di fatto
una carriera di investigatore quasi
esclusivamente dedicata al contra-
sto della criminalità organizzata.
Nasce in quegli anni il rapporto
con Pignatone che segna tutta la
vita professionale di Prestipino. Ne
diventa uno dei principali collabo-
ratori; insieme a Marzia Sabella co-
ordina le indagini che l’ aprile del
portano a uno dei principali
successi nella lotta dello Stato alla
mafia, la cattura di Bernardo Pro-
venzano, latitante da anni.
Con Pietro Grasso da procurato-
re capo, segue le indagini sulle co-
siddette “talpe” in Procura, fa arre-
stare Massimo Ciancimino e con-
dannare per favoreggiamento ag-
gravato (scelta contestata allora,
ma confermata anche dalla cassa-
zione) l’ex Governatore della Sici-
lia, Totò Cuffaro.
Nel segue Pignatone che
è diventato procuratore di Reggio
Calabria e lavora con Nicola Grat-
teri, all’epoca procuratore ag-
giunto, a inchieste come Minotau-
ro e Crimine che rivelano l’inse-
diamento strutturale al Nord delle
’ndrine calabresi, delle «locali», le
strutture organizzative con alme-
no affiliati. Quindi il passaggio
nella Capitale nel sempre con
capo Pignatone, dove insieme a
pm del calibro di Paolo Ielo, Giu-
seppe Cascini e Luca Tescaroli,
coordina indagini che mettono in
luce le proiezioni e gli investi-
menti nella Capitale di mafia,
’ndrangheta e camorra. Tra que-
ste, le indagini Gramigna, che
porta al maxiprocesso al clan dei
Casamonica, e la proverbiale Ma-
fia capitale, per la quale però po-
chi mesi, a ottobre, la Cassazione
fa cadere la qualifica di mafia per
l’associazione criminale di Massi-
mo Carminati e Salvatore Buzzi.
Dopo l’addio di Pignatone guida
da reggente la Procura della Capi-
tale, sollecitando tra l’altro sul
fronte della politica della giustizia
il cambiamento della disciplina
sulle intercettazioni.
—G. Ne.
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LE INCHIESTE
Dalla mafia alle società partecipate
i dossier più caldi della Capitale
La strategia: in cinque anni
Dda e Gdf hanno messo
i sigilli a beni da miliardi
Ivan Cimmarusti
ROMA
I dieci mesi di reggenza ai vertici
della Procura di Roma hanno per-
messo a Michele Giarritta Prestipi-
no di conoscere con esattezza il
funzionamento dell’ufficio giudi-
ziario più grande d’Europa, con
pubblici ministeri. Con la no-
mina a procuratore capo sono di-
versi i profili di riassetto organiz-
zativo che saranno attuati, con lo
scopo di accelerare la definizione
di una serie di fascicoli su cui sono
a lavoro gli inquirenti capitolini.
I pareri e i rapporti della magi-
stratura, d’altronde, sono «univo-
ci» su Prestipino: è definito in ter-
mini di «eccezionalità» sotto il
profilo non solo di investigatore
ma anche di organizzatore. Quali-
tà, quest’ultima, essenziale per la
gestione della Procura di Roma, tra
l’altro gravemente ferita dalla bu-
fera giudiziaria sollevata dai pm di
Perugia su presunte «operazioni
politiche» per veicolare le nomine
poi decise dal Consiglio superiore
della magistratura. Una indagine
che ha colpito lo stesso ufficio della
Capitale, per gli ipotizzati accordi
orchestrati dall’ex consigliere del
Csm Luca Palamara e dall’ex sotto-
segretario Luca Lotti per piazzare
ai vertici della Procura di Roma un
magistrato «amico».
Di fatto ora ci sarà un nuovo
impulso ai dossier gestiti dalla
Direzione distrettuale antimafia,
che sta facendo luce su ramificate
organizzazioni di stampo mafio-
so romane che operano a più li-
velli. Clan romani, ma anche le
storiche consorterie di ’ndran-
gheta, cosa nostra e camorra, che
operano da anni investendo de-
naro sporco in attività produttive.
I numeri della Guardia di finanza,
incrociati con gli accertamenti
della Dda, hanno permesso di se-
questrare e confiscare alle cosche,
tra il e il , beni per oltre
miliardi di euro.
Tra i dossier ci sono anche i reati
contro la Pubblica amministrazio-
ne. Si registra il caso dell’ex sotto-
segretario alle Infrastrutture, il le-
M5S diviso, la maggioranza va
sotto in commissione Finanze
ELEZIONE PRESIDENTE
Eletto il pentastellato Trano
con i voti di Lega, Fi, Fdi
e franchi tiratori
Barbara Fiammeri
Manuela Perrone
ROMA
Nel giorno in cui Giuseppe Conte deci-
de di chiudere le scuole e l’emergenza
Coronavirus continua la sua preoccu-
pante avanzata, la maggioranza viene
battuta in commissione Finanze alla
Camera sull’elezione del presidente.
Con voti del centrodestra compatto
e di tre franchi tiratori, probabilmente
MS (Italia Viva smentisce ogni soste-
gno), è infatti stato eletto Raffaele Tra-
no, dottore commercialista, contro i
voti raccolti dal candidato indicato
dalla maggioranza, il suo collega pen-
tastellato Nicola Grimaldi, medico.
È il risultato dell’ennesima faida
interna ai Cinque Stelle, ma anche la
conferma della fragilità della compa-
gine che sostiene il Governo. L’oppo-
sizione ha avuto gioco facile a insi-
nuarsi tra le crepe della maggioranza,
in particolare del Movimento sempre
più allo sbando. Tanto che i fedelissi-
mi dell’ex capo politico, Luigi Di Maio,
si affrettano a sottolineare come
l’uscita del leader non abbia certo mi-
gliorato la situazione, anzi. E il suc-
cessore di Di Maio, Vito Crimi, per il
momento tace.
Ma la situazione preoccupa non
poco l’altro socio di Governo, il Pd. Il
capogruppo dem Graziano Delrio
non ha preso affatto bene la sconfitta
in commissione Finanze e ha chiesto
immediatamente spiegazioni al suo
omologo MS, Davide Crippa. Che,
per tutta risposta, ha inviato una no-
ta in cui definisce «inaccettabile
l’esito della votazione» e chiede a
Trano un immediato passo indietro
per non prestarsi al sospetto di es-
sersi lasciato strumentalizzare da
«giochetti politici portati avanti dal-
l’opposizione, con l’aiuto di qualche
membro della maggioranza».
Ma il neopresidente non sembra
affatto intenzionato a dimettersi.
«Non mi sento affatto delegittimato»,
spiega. «Mi sento un presidente di ga-
ranzia: rappresento tutti, maggioran-
za e opposizioni». «Ha vinto il meri-
to», aggiunge, mentre dice di stare già
lavorando alla calendarizzazione del-
le sedute della commissione. Una
scelta che potrebbe rivelarsi non priva
di conseguenze: fonti MS lasciano
intendere che in assenza di dimissioni
Trano potrebbe finire nel mirino dei
probiviri. Lo spettro dell’espulsione
torna ad agitarsi, anche se per la mag-
gioranza significherebbe rinunciare
alla guida di una commissione.
Di merito parla anche l’opposizio-
ne. «Senza togliere nulla a Grimaldi,
che è un medico - ricorda il vicepresi-
dente leghista della commissione,
Alberto Gusmeroli - riteniamo che
alla presidenza di una commissione
importante dal punto di vista econo-
mico sia corretto eleggere una perso-
na competente come Trano, con cui
abbiamo avuto modo di lavorare sia
con il decreto crescita sia con il Dl
semplificazioni. In questo caso è sta-
ta premiata la competenza». Lo stes-
so ripete anche Sestino Giacomoni,
vicepresidente per Forza Italia: «Ab-
biamo votato per Trano perché serve
un nome competente e Trano è un
commercialista mentre l’altro candi-
dato è un medico».
In effetti la VI commissione è un
crocevia fondamentale per i principali
provvedimenti economici. Passeran-
no da qui tutti i prossimi decreti an-
nunciati dal Governo per fronteggiare
la crisi coronavirus e sostenere il tes-
suto produttivo, ma anche la riforma
del fisco annunciata dal ministro del-
l’Economia, Roberto Gualtieri. E poi
naturalmente la legge di bilancio e il
pacchetto semplificazioni ritenuto
decisivo per rilanciare lo sviluppo.
L’epilogo non può quindi essere
sottovalutato e conferma lo stato di
salute precario del MS, ancora
ostaggio di una guerra per bande. Fi-
no a poche settimane fa il candidato
“naturale” alla successione a Carla
Ruocco, nel frattempo diventata pre-
sidente della commissione d’inchie-
sta sul sistema bancario e finanzia-
rio, era proprio Trano, in quanto ca-
pogruppo della commissione: la sua
candidatura sarebbe stata “vidimata”
dallo stesso Di Maio. Poi il colpo di
scena, con l’ingresso in campo di Gri-
maldi, sostenuto dai deputati cam-
pani e meridionali.
Ad animare ulteriormente lo scon-
tro interno ai Cinque Stelle c’è anche
il tema delle candidature alle regiona-
li: oggi su Rousseau si voteranno i
candidati governatori nelle Marche e
in Veneto, ma soprattutto gli iscritti
saranno chiamati a esprimersi sulla
possibile alleanza in Campania e Li-
guria con il Pd, che resta il vero nodo
da sciogliere anche in prospettiva.
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Commissione Finanze. Il neopresidente Raffaele Trano
AGF
NECROLOGI
Con grande dolore annunciamo che il
Professor Roberto Sorrentino
fondatore e presidente di RF Microtech,
Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito
della Repubblica Italiana, è venuto a
mancare il giorno 3 Marzo 2020.
I soci e i dipendenti della sua azienda si
uniscono al dolore della moglie Linda e
della famiglia.
La sua integrità, la sua onestà e la sua
dedizione al lavoro saranno sempre un
esempio e una guida per tutti noi.
Ci impegneremo con passione a ren-
derlo orgoglioso seguendo le sue orme
verso l'eccellenza.
Perugia, 5 Marzo 2020
di Emilia Patta
«P
er noi la priorità è so-
spendere subito il
pagamento dei mu-
tui e dei prestiti a fa-
miglie e imprese, non solo nella zona
rossa, ma in tutta Italia fino alla fine
dell’anno. E poi puntare sullo sbloc-
co delle opere pubbliche: oltre
miliardi di euro fermi che con il no-
stro piano “Italia Shock” chiediamo
di far ripartire».
Nel giorno in cui il Governo prende
la misura draconiana della chiusura
delle scuole e delle università in tutto
il Paese Maria Elena Boschi, capo-
gruppo della renziana Italia Viva alla
Camera, lancia l’allarne sull’altro
fronte dell’emergenza: i ricaschi eco-
nomici, a partire dalla liquidità per le
aziende. Da qui la proposta avanzata
in queste ore dallo stesso ex premier
Matteo Renzi di sospendere il paga-
mento dei mutui e delle rate dei pre-
stiti alle banche per tutto il .
Onorevole Boschi, le risorse che il
Governo si appresta a stanziare - po-
co meno di miliardi - sono dunque
insufficienti?
No, non è questo il punto. Entrambe
le misure da noi proposte - sospen-
sione dei mutui e piano shock per
sbloccare le opere - non costano un
euro in più allo Stato. Usiamo i mi-
liardi per estendere le misure di tute-
la dei lavoratori, a partire dalla cassa
integrazione, oltre i limiti oggi previ-
sti e a prescindere dal numero di di-
pendenti. E poi pensiamo al blocco
dei contributi che le aziende devono
versare.
Credete che occorra agire in deficit
prima ancora di aprire la trattativa
con la Ue?
Il ministro dell’Economia Gualtieri fa
bene ad essere prudente. Per un prin-
cipio di leale collaborazione prima si
fanno valere le proprie ragioni in Eu-
ropa, cercando una condivisione. Poi
dobbiamo essere pronti a tutelare al
meglio le nostre aziende e la nostra
economia con ogni mezzo.
Quali sono le misure giuste tra
quelle che il Governo si appresta a
prendere e che cosa manca a vostro
avviso?
Sicuramente condividiamo l’idea di
tutelare i lavoratori in ogni modo per-
ché non siano loro a pagare il prezzo
del coronavirus. E saremo lealmente
al fianco del Governo perché in questo
momento occorrono responsabilità e
unità. Per ridare fiducia al sistema pe-
rò occorre rinviare anche una serie di
adempimenti o tasse che affaticano
soltanto le imprese, come i nuovi ob-
blighi dell’articolo del decreto fisca-
le, sugar tax e plastic tax.
Come pensate si possa far fronte
ai costi della sospensione dei mutui
per le banche?
Chiaramente sappiamo che occorre
un via libera dalla Bce per evitare ipo-
tetiche crisi di liquidità per le nostre
banche e soprattutto un peggiora-
mento della valutazione patrimoniale
da parte della vigilanza. Credo, però,
che il governo debba fare sua questa
battaglia in Europa e sono convinta
che il ministro Gualtieri abbia le carte
in regola per farlo.
Lo strumento del credito d’impo-
sta per dare sollievo alle aziende vi
soddisfa?
Di sicuro deve essere un sistema
semplice o diventa inefficace. Ci
possono essere misure più dirette
che funzionano meglio del credito
di imposta e che il Governo sta valu-
tando. Vedremo.
Martedì sera avete presentato al
premier e ai capidelegazione l’artico-
lato del piano shock per far ripartire
i cantieri. Quale è stata l’accoglienza?
Trovo positivo che il Governo abbia
insistito per avere il nostro articolato,
nero su bianco, perché i tempi strin-
gono. Abbiamo presentato il Piano
Italia shock a novembre per la prima
volta. Inizialmente le nostre idee sono
state accolte con battutine e diffiden-
za da vari esponenti della maggioran-
za. Oggi tutti sembrano finalmente
convinti. Non conta chi ha avuto per
primo l’idea, conta che si realizzi.
Solo due settimane fa Italia Viva
ha posto una serie di questioni a Con-
te ventilando anche l’uscita dall’ese-
cutivo. La prospettiva è cambiata?
Valuterete le risposte che si daranno
nelle prossime settimane sul fronte
emergenza?
Il coronavirus ha cambiato l’agenda di
tutti noi, a cominciare da quella delle
famiglie e delle imprese. Dal primo
momento, abbiamo detto zero pole-
miche e concentriamoci sull’emer-
genza. Il presidente del Consiglio sarà
valutato prima di tutto dagli italiani
sia per come saprà gestire l’emergen-
za sanitaria, sia per la risposta econo-
mica. Abbiamo tutti bisogno di chia-
rezza e di una sola voce che possa in-
dicarci un percorso, anche se difficile.
Da parte nostra, faremo tutto il possi-
bile per dare una mano.
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L’INTERVISTA
MARIA ELENA BOSCHI
MARIA ELENA
BOSCHI
Capogruppo
di Italia Viva
alla Camera
«Sospensione delle rate
per imprese e famiglie
durante tutto il »
«Bene il governo, ora mutui e cantieri»
MS al neopresidente:
dimettiti. Ma lui già lavora
al calendario delle sedute
ghista Armando Siri, accusato, per
rapporti da chiarire con l’impren-
ditore Paolo Arata. A questo si ag-
giunga il “bollente” processo Con-
sip e le nuove accuse per concorso
in rivelazione del segreto a carico
di Luca Lotti. Senza contare, poi, i
procedimenti in corso di istruzio-
ne su società - anche partecipate -
per reati che vanno dalla corruzio-
ne ai reati tributari.
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MICHELE
PRESTIPINO
È il nuovo
procuratore
di Roma
TAGLIO PARLAMENTARI
Referendum non prima di giugno
Con il rinvio della
consultazione si allontana
il rischio urne anticipate
ROMA
Se fino a qualche giorno fa permaneva-
no le perplessità istituzionali sull’op-
portunità di rimandare un appunta-
mento elettorale importante come
quello previsto per il marzo, dopo la
decisione di chiudere scuole e università
in tutto il Paese anche il rinvio del refe-
rendum confermativo sul taglio del nu-
mero dei parlamentari è ormai scontato.
Ma non sarà deciso nel Consiglio dei mi-
nistri convocato per oggi: se ne parlerà,
ma la decisione operativa sarà presa più
avanti. Due misure draconiane e senza
precedenti a così stretto giro darebbero
un messaggio troppo ansiogeno.
Ma la prudenza sul momento in cui
decidere formalmente il rinvio ha anche
un’altra ragione: fino a qualche giorno
fa si pensava di indire le elezioni ammi-
nistrative (si voterà in sette Regioni e in
circa mille Comuni) il maggio con i
ballottaggi il , ma comincia ad esserci
qualche dubbio anche su queste date.
Sarà passata l’emergenza in tempo per
permettere un regolare svolgimento
della campagna elettorale? E sarà op-
portuno chiudere di nuovo le scuole per
altri tre giorni dopo una così lunga so-
spensione? Dal momento che il referen-
dum confermativo sarà a questo punto
accorpato al primo turno delle ammini-
strative, è prudente aspettare ancora
qualche giorno l’evolversi della situa-
zione sanitaria - è la riflessione che si sta
facendo tra Palazzo Chigi e il Viminale
- ed eventualmente fissare l’election
day nella seconda metà di giugno. Ad
ogni modo il testo unico degli enti locali
prevede che «la data per lo svolgimento
delle elezioni... è fissata dal ministro
dell’Interno non oltre il cinquantacin-
quesimo giorno precedente quello della
votazione»: per votare il maggio bi-
sognerà decidere entro il marzo.
Lo slittamento del referendum con-
fermativo fa allontanare ancora di più
la già debole ipotesi di elezioni antici-
pate in autunno evocata ancora in que-
ste ore dal leader della Lega Mat-
teo Salvini. Con l’election day a giugno,
infatti, i due mesi necessari per il ridi-
segno dei collegi per adeguarli al ridot-
to numero dei parlamentari sposte-
rebbero a settembre la possibilità teo-
rica di sciogliere le Camere: le elezioni
a quel punto arriverebbero nel pieno
dell’approvazione della legge di bilan-
cio, a ridosso delle ferie natalizie.
—Em. Pa.
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