Il Sole 24 Ore Giovedì 5 Marzo 2020 5
Coronavirus Primo Piano
GLI INTERVENTI
La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. «Mi impegno
a far sì che il servizio pubblico essenziale seppur a
distanza venga fornito a tutti i nostri studenti». ha detto
la ministra dopo la decisione di chiudere le scuole da
domani al 15 marzo, in seguito all'emergenza Coronavirus
IL CONTO DEI CONTAGIATI
Ieri c’è stata una crescita di 443 persone; i morti sono stati
107 (28 in più); i guariti 276 (116 in più rispetto all’altroieri)
Conte chiude scuole e atenei:
«Evitiamo ospedali al collasso»
Stretta anti-contagio. Stop in tutta Italia fino al marzo anche per convegni e partite di calcio.
Speranza alle Regioni: potenziare i letti in terapia intensiva, pneumologia e malattie infettive
Marzio Bartoloni
Eugenio Bruno
Scuole e università chiuse in tutta Ita-
lia fino al marzo. Una misura stra-
ordinaria mai vista dal dopoguerra in
poi all’insegna della massima precau-
zione. Ma stop anche a convegni, me-
eting, manifestazioni ed eventi di
qualsiasi natura comprese le partite di
calcio che si giocheranno a porte chiu-
se. La nuova stretta anti-contagio è
arrivata ieri con la firma da parte del
premier Conte di un nuovo Dpcm do-
po una lunga attesa carica di tensioni
soprattutto per la scelta di lasciare a
casa milioni di studenti. Una deci-
sione presa dal Governo nonostante
il parere non favorevole del Comitato
tecnico scientifico che sarebbe stato
dubbioso sull’efficacia della misura
(si veda altro articolo in pagina). A
spingere sulla chiusura delle scuole è
stato soprattutto il ministro della Sa-
lute Roberto Speranza preoccupato
dal pesante impatto dell’emergenza
sugli ospedali anche alla luce dei dati
della diffusione del virus: l’ultimo
bollettino di ieri della Protezione ci-
vile vede ancora salire i contagi a
(+ rispetto al giorno prima)
e i morti a , ma con una preoccu-
pante crescita dei pazienti ricoverati
(ben ) e di quelli, i più critici, in
terapia intensiva che sono più del
% ( in tutto).
L’esigenza di evitare il collasso de-
gli ospedali attraverso nuove misure
di contenimento è stata sottolineata
ieri da Conte: «Perché il sistema sani-
tario per quanto efficiente e eccellente
rischia di andare in sovraccarico».
«Finché i numeri sono bassi, il Ssn
può assisterli efficacemente - ha ag-
giunto il premier su Facebok - ma in
caso di crescita esponenziale non solo
l’Italia ma nessun Paese al mondo lo
potrebbe affrontare». Nel frattempo
il ministero della Salute ha inviato una
circolare alle Regioni con l’indicazio-
ne di potenziare del % i letti in tera-
pia intensiva e del % quell in pneu-
mologia e malattie infettive. Le risor-
se, anche per gli acquisti dei macchi-
nari dovrebbero arrivare nel decreto
della prossima settimana.
Nel Dpcm oltre alla sospensione
delle lezioni nelle scuole e nelle uni-
versità c’è una moral suasion per in-
centivare la didattica a distanza e una
nuova stretta su gite e certificati me-
dici obbligatori dopo giorni di as-
senza per malatti infettiva. Per venire
incontro alle famiglie che dovranno,
inevitabilmente organizzarsi per ge-
stire un’emergenza nell’emergenza il
Governo pensa già a delle misure. La
ministra delle Pari opportunità, Elena
Bonetti, ha già annunciato che arrive-
ranno «misure di sostegno e aiuto alle
famiglie: sostegno economico per le
spese di babysitting e estensione dei
congedi parentali per le lavoratrici e i
lavoratori». Un’eventualità confer-
mata anche dal ministro dell’Econo-
mia Roberto Gualtieri con la norma
che potrebbe entrare nel prossimo
decreto (si veda pagina ).
Nonostante la sospensione delle
attività didattiche gli istituti scolastici
resteranno aperti. Magari in una fa-
scia oraria ridotta rispetto a oggi. A
deciderlo sarà il dirigente con i re-
sponsabili di plesso che saranno al lo-
ro posto. Così come i bidelli, il perso-
nale di segreteria, gli assistenti tecni-
ci. Si porterà avanti l'ordinaria ammi-
nistrazione e in molti casi di
provvederà a igienizzare i locali prima
del ritorno degli alunni. I docenti in-
vece potranno non presentarsi. Ma
sono invitati a sviluppare forme di di-
dattica a distanza. Su questo la mini-
stra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, si
è impegnata espressamente «a far sì
che il servizio pubblico essenziale
seppur a distanza venga fornito a tutti
i nostri studenti». Lezioni a distanza
che vedono impegnati anche gli ate-
nei. Chi non le seguirà non avrà con-
seguenze «ai fini della eventuale am-
missione ad esami finali nonché ai fini
delle relative valutazioni».
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APPELLO ALLA RESPONSABILITÀ
Il premier al Paese: l’Italia ce la farà
Polemica con il comitato scientifico
Sull’istruzione decisione
sofferta dopo il pressing
di Speranza e del Pd
Manuela Perrone
ROMA
«Non è la prima volta che ci troviamo
ad affrontare emergenze nazionali,
ma siamo un Paese forte, che non si ar-
rende. La sfida del coronavirus non ha
colore politico, deve chiamare a raccol-
ta l’intera nazione, è una sfida che ha
bisogno dell’impegno di tutti. L’Italia
ce la farà». Sono le di una giornata
agitata quando Giuseppe Conte affida
a un video su Facebook, trasmesso da
tutte le Tv, il suo messaggio al Paese
per spiegare la decisione difficile con-
fermata qualche ora prima con la mi-
nistra dell’Istruzione Lucia Azzolina: la
chiusura delle scuole in tutta Italia, a
partire da oggi.
«Una situazione straordinaria ne-
cessita di misure straordinarie», spiega
il premier, chiarendo che «il primo
obiettivo dev’essere il contenimento del
contagio». La preoccupazione nasce dal
fatto che «una certa percentuale» di
malati «necessita di un’assistenza con-
tinuata in terapia intensiva: finché i nu-
meri sono bassi il Ssn può assisterli effi-
cacemente, ma in caso di crescita espo-
nenziale non solo l’Italia ma nessun Pa-
ese al mondo potrebbe affrontare una
simile situazione d’emergenza».
Al contempo,premier rassicura i la-
voratori e le imprese che incontra a Pa-
lazzo Chigi, dopo essersi consultato
anche con i governatori. La «terapia
d’urto» per l’economia è quanto mai
necessaria, ripete in video, «l’Europa
dovrà venirci incontro» con tutta «la
flessibilità necessaria» e il Governo
«appronterà un piano straordinario di
opere pubbliche e private», modello
Genova. Il messaggio si rende necessa-
rio al termine di ore caotiche, segnate
da strappi e inciampi. La sospensione
delle attività didattiche, sollecitata dal
ministro della Salute, Roberto Speran-
za, e caldeggiata anche dal Pd, viene
soppesata con estrema prudenza dallo
stesso Conte e dalla pentastellata Az-
zolina. Quando in mattinata i ministri
sono ancora riuniti, filtra la notizia del-
la chiusura delle scuole. «Una fuga im-
provvida - la definirà Conte - perché
non era la decisione finale, avevamo
demandato un approfondimento al-
l’Istituto superiore di sanità». Al presi-
dente Iss, Silvio Brusaferro, più volte
citato da Conte in conferenza stampa
nonostante sia assente, si chiede di sol-
lecitare un parere del comitato tecnico-
scientifico che supporta l’Esecutivo
dall’inizio dell’epidemia. Il parere arri-
va, sottoscritto all’unanimità, ma timi-
do: si sottolinea che è limitata l’eviden-
za scientifica dell’efficacia della chiu-
sura delle scuole, per giunta per dieci
giorni appena. E anche se Brusaferro in
tarda serata promuove il nuovo Dpcm,
da Palazzo Chigi si difendono: «Si trat-
ta di un virus nuovo. È evidente che ora
non ci siano evidenze scientifiche sul-
l’impatto delle singole misure, ma il
Governo ritiene che la chiusura delle
scuole può contribuire a rallentare la
diffusione del contagio, in linea col
principio di massima precauzione».
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Silvio
Brusaferro.
È il presidente
dell’Istituto
superiore di
Sanità ed è nel
Comitato
scientifico del
Governo che ha
espresso dubbi
sull’efficacia della
chiusura delle
scuole
LE DIVISIONI
NEL GOVERNO
E L’APPELLO
DI CONTE
di
Lina
Palmerini
I
l premier ha parlato di una «fu-
ga di notizie improvvida» ma
in realtà ieri è successo qualco-
sa di più grave. L’antefatto è
che era trapelata la decisione di
tenere chiuse scuole e università
fino al marzo, un fatto nuovo
ed eclatante riportato dalle fonti
di informazioni su cui - però - il
Governo e la ministra dell’Istru-
zione Azzolina non davano con-
ferma. Anzi davano l’impressio-
ne di voler frenare. Passano ore
in cui le voci si accavallano e
oscillano tra apertura e chiusura,
si prende tempo. Un’incertezza
imbarazzante considerato che la
decisione è immediatamente at-
tuabile con evidenti ripercussio-
ni per famiglie e ragazzi. Da Pa-
lazzo Chigi spiegavano di essere
in attesa dei pareri del comitato
tecnico-scientifico sui dati dei
contagi ma la ragione è un’altra.
Chi ha partecipato a quelle riu-
nioni racconta di una spaccatura
politica, del Pd e di ministri come
Speranza o Franceschini (che
sembra volesse tenere chiusi an-
che musei, teatri e cinema) che
spingevano su una linea di mag-
giore tutela optando per la chiu-
sura delle scuole addirittura fino
a un mese. Una decisione che a
Palazzo Chigi è stata valutata non
sostenibile e quindi alla fine si è
scelto di partire con due settima-
ne di chiusura ed eventualmente
- poi - estenderle.
Un passaggio strettissimo
quello di ieri. Non per la ragione
che dice Conte ma perché il pa-
sticcio ha fatto emergere il caos
di questa fase in cui, nel Gover-
no, non hanno ancora adottato
un criterio di scelta tra allarme
sanitario e allarme economico.
Si fa fatica, cioè, a fare sintesi tra
due emergenze e si oscilla un
giorno decidendo una stretta
sulle misure, il giorno dopo cer-
cando invece di normalizzarle.
In sostanza, l’Esecutivo è preso
nel mezzo di una tenaglia: da
una parte la reale preoccupazio-
ne che con un picco di contagi il
sistema sanitario possa non reg-
gere per effetto del numero di
posti necessari per le terapie in-
tensive; dall’altra parte c’è la pa-
ura che tutto si fermi e che l’eco-
nomia italiana crolli di schianto.
È chiaro che quando è toccato
decidere sulle scuole - che sono
l’argomento più popolare, quello
su cui il giudizio dei cittadini/
elettori è severo - questo dilem-
ma politico è esploso e ha tenuto
in stand by il Governo per svaria-
te ore. Sono così emersi i punti di
vista spesso distanti che ci sono
dentro la maggioranza, con il Pd
più schierato sulla linea della
prudenza tant’è che Zingaretti
ha dato subito copertura politica
alla scelta di chiudere le scuole.
La giornata si è conclusa, an-
zi si è necessariamente conclu-
sa, con il premier che ha dovuto
mandare un messaggio rassicu-
rante, un appello a tutti gli ita-
liani e alle opposizioni promet-
tendo investimenti extra grazie
alla flessibilità Ue spiegando
però che il primo obiettivo è
contenere il contagio. Dunque
c’è una priorità.
Chi è andato contromano sul-
l’esigenza di trovare uno spirito
unitario è stato di nuovo Salvini
che in un’intervista a El Pais ha
accusato il Governo di non essere
in grado di gestire l’emergenza. Il
punto è che così non danneggia
solo la maggioranza ma proietta
l’immagine di un Paese che ri-
schia di non farcela. E in questo
momento non aiuta gli italiani.
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POLITICA 2.
ECONOMIA & SOCIETÀ
VIMINALE
Le decisioni
dei sindaci
alla verifica
dei prefetti
Scattano i controlli
sulle misure straordinarie
dei primi cittadini
Marco Ludovico
ROMA
Prefetti, adesso ora tocca a voi. Vi-
gilate sulle misure dei sindaci, ve-
rificate ogni decisione a carattere
straordinario e garantite,soprat-
tutto, l’unitarietà dei processi tra
le istituzioni locali e nazionale.
Partita martedì dal ministero
dell’Interno, guidato da Luciana
Lamorgese, la nuova circolare
sull’emergenza coronavirus chie-
de ai rappresentanti di governo
sul territorio di esercitare fino in
fondo tutti i poteri a disposizione.
Per evitare – si legge tra le righe
della nota ministeriale – il caos.
Un rischio già concreto: sul-
l’onda del panico da emergenza
infettiva ci sono state, infatti, or-
dinanze dei primi cittadini fuori
da ogni logica di sana ammini-
strazione. Pronte, insomma, a
essere impugnate. Meglio tutta-
via evitare ogni contenzioso in
questi frangenti e procedere se-
condo legge.
L’indicazione dell’Interno dà
seguito al Dpcm del premier Giu-
seppe Conte del ° marzo. In gras-
setto, non a caso, la circolare del
Viminale richiama i prefetti a te-
nere sempre presente «la necessi-
tà che qualsiasi provvedimento di
carattere straordinario – dice il
testo firmato dal capo di gabinetto
Matteo Piantedosi – debba fon-
darsi rigorosamente su valutazio-
ni medico-sanitarie, basate su
precise conoscenze scientifiche,
provenienti dagli organismi com-
petenti» a partire dalle Ausl
(aziende unità sanitarie locali).
Il coronavirus oggi è questione
intanto sanitaria, dunque nella fi-
liera istituzionale sindaco-azien-
da sanitaria locale-Regione-mi-
nistero della Salute. Diventata
questione di sicurezza pubblica –
ma anche di ordine pubblico, vista
la creazione di zone rosse – i pre-
fetti sono in prima linea. A comin-
ciare da quello di Lodi, Marcello
Cardona, e di Padova, Renato
Franceschelli. Il Viminale ricorda
a tutti i colleghi: monitorate le or-
dinanze e le decisioni dei sindaci.
Quelle di «particolare rilevan-
za» andranno sottoposte «alle
valutazioni della Protezione civi-
le». Il Viminale chiede comunque
ai prefetti di «concordare le misu-
re» con le autorità locali. Stando
attenti: «Non devono essere in
contrasto con le misure statali».
Sembra ovvio ma non è così visti
gli esempi recenti. Così, in caso di
«incoerenza tra le iniziative as-
sunte a livello comunale» e le
norme del decreto legge, i prefetti
devono informare il ministero
della Salute, il presidente della
Regione e il gabinetto del mini-
stero dell’Interno.
«In questi frangenti i prefetti
stanno facendo uno sforzo stra-
ordinario e continuo – osserva
Antonio Giannelli (Sinpref) – non
solo nel coordinamento di tutte le
misure da adottare in ogni terri-
torio. In questa emergenza risalta
soprattutto il loro ruolo di garanti
dell’unitarietà dell’azione dello
Stato per i cittadini, le imprese e le
comunità locali».
Sul piano della pubblica sicu-
rezza, peraltro, c’è da registrare
un dato positivo: meno di venti
denunce per violazione della zo-
na rossa a Lodi, forse una a Pado-
va. E poi, tanto per ribadire il ruo-
lo prefettizio, l’articolo del
Dpcm del premier Giuseppe Con-
te emanato ieri – chiusura scuole
e altre restrizioni – prescrive che
«il prefetto territorialmente
competente monitora l’attuazio-
ne delle misure previste dal pre-
sente decreto da parte delle am-
ministrazioni competenti».
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Barbara Gobbi
A
lzare l’asticella delle misure
contro il Coronavirus – come
ha fatto ieri il governo deci-
dendo di chiudere le scuole –
era doveroso. Perché in attesa che il Co-
vid- raggiunga il “picco” la strategia è
il contenimento. Ne è convinto il vice-
ministro della Salute, Pierpaolo Sileri,
impegnato con tutto il governo a orien-
tare le scelte della politica sulla base del-
le indicazioni del comitato tecnico-
scientifico voluto dal premier Conte.
Le misure cambiano di giorno in
giorno. Cosa c’è da aspettarsi nelle
prossime ore?
Il periodo massimo di incubazione della
malattia è di quattordici giorni, dobbia-
mo tenerne conto nel programmare gli
interventi. Oggi i focolai sono in Lom-
bardia e in Veneto, ma occorrerà atten-
dere altri sette-dieci giorni e osservare
il trend di propagazione monitorando
eventuali contagi secondari. Il conteni-
mento è la priorità.
Fin dove potrebbe spingersi?
La risposta più importante messa in
campo finora – e anche la più difficile -
è stata la quarantena di interi Comuni.
Non è escluso che misure analoghe sia-
no estese , ma è chiaro che sono più ap-
propriate per i piccoli Comuni.
Se il contagio dovesse estendersi
alle grandi città quali scenari prefi-
gurare?
Dipende: se riguarda un nucleo familiare
ben definito si riesce a circoscrivere an-
che i provvedimenti. Altra cosa è se il ma-
lato è un giovane con molti contatti so-
ciali, capace di infettare uno o più quar-
tieri. Da qui il nostro invito alla massima
cautela e alla riduzione di tutte le occa-
sioni di contagio. Intanto da settimane
programmiamo le misure anti-emer-
genza, incluso l’aumento dei posti letto.
Dove recuperare letti e personale?
I medici neolaureati vanno abilitati
quanto prima, poi si possono inserire in
corsia gli specializzandi dal terzo anno.
E anche per gli infermieri dobbiamo at-
tingere a tutte le graduatorie e anticipa-
re eventuali concorsi.
Sono praticabili le chiamate dirette?
Ci si sta pensando, in ogni caso va
trovato lo strumento più rapido per
reclutare personale.
Si parla di un migliaio di medici in
più da arruolare.
Sarebbe auspicabile ma la ricognizione
è ancora in atto. In ogni caso il personale
dev’essere modulabile e intercambiabi-
le tra le Regioni, seguire l’andamento
dell’epidemia.
Il piano del Governo stima raddoppi
di letti nelle terapie intensive
Serve il personale ma anche lo stru-
mentario, da recuperare in fretta privi-
legiando le Regioni più in difficoltà. Og-
gi pool di anestesisti aiutano gli ospeda-
li più in difficoltà. E sia reparti che tera-
pie intensive vanno riadattati creando
unità operative dedicate.
Il tempo stringe...
Per questo dobbiamo organizzarci su-
bito nei territori dove oggi il virus non è
arrivato in forma aggressiva.
Per le misure sanitarie sarebbero in
arrivo - milioni.
Voglio immaginare quante più risorse
possibile, anche perché le dotazioni che
diamo oggi al nostro Ssn sono un patri-
monio per il futuro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INTERVISTA
Pierpaolo Sileri. Viceministro della Salute
«Priorità contenere il contagio,
personale e posti letti in arrivo»
‘‘
Abilitare
il prima
possibile
i medici
neolaureati
Va trovato
lo strumento
più rapido
per il
reclutamento
Il premier
ha firmato
ieri un nuo-
vo Dpcm
al termine
di una gior-
nata tesa:
«Rischio
sovraccari-
co per il
sistema
sanitario»
ONLINE
«Politica 2.
Economia &
Società»
di Lina Palmerini
Su
ilsole24ore
.com
IL FORUM
Coronavirus:
panacea o ultima
spiaggia
assumere i medici
in pensione? Con
Carlo Palermo
Su
ilsole24ore
.com
«Contenere
il contagio».
In un video di 5
minuti su
Facebook,
Giuseppe Conte
ha spiegato le
motivazioni delle
misure prese dal
governo