A te ancora
Eran tempi che il nudo
cercare
le ombre del nido
mi apprestavo
a pregare.
Da sempre la noia
era pieno il
mio giorno.
Nel cielo una nube
trasuda splendore.
Ho visto la roccia
coperta di rovi,
ma, il sasso era luce
che illumina il passo.
Cadevo nel buio
come il sogno
ormai spento.
La mano mi coglie
mentre cerco la
fine.
Ti ho scritto col sangue
nel cigno ancor bianco,
eran sempre le feste
a bagnare il mio cuore.
Ho visto il finito
nell'inferno dantesco,
mi chiesi il perché
di tanto tormento.
Ho capito cos'ero
guardandoti il viso.
Le cime del monte
eran merce di scambio
per l'essere in pace,
che cerca perdono.
Hai raccolto il vuoto
da sempre nascosto,
nel secchio hai riposto
un' atto d'amore.