La Stampa - 09.03.2020

(Wang) #1

FEDERICO GENTA


N


on esiste una città
italiana che non
sia coinvolta dai
provvedimenti
per contrastare il contagio
da coronavirus. E le misu-
re straordinarie introdot-
te dal Governo servono
proprio a gestire casi co-
me quelli di Torino. Lo ha
ribadito domenica matti-
na lo stesso governatore
del Piemonte, Alberto Ci-
rio, pochi minuti dopo l’an-
nuncio di essere risultato
positivo al Covid-19. «Tori-
no conta un milione di abi-
tanti, un altro milione di
persone vive nell’area me-
tropolitana: servivano mi-
sure importante per con-
trastare l’epidemia». Ecco
spiegato perché la nostra
provincia, malgrado ad og-
gi non rientri tra quelle
considerate più a rischio,
non sia esenti dai divieti.
In attesa dell’attuazione
del decreto - la stessa prefet-
tura di Torino sta aspettan-
do maggiori indicazioni dal
Ministero per poi procede-
re ai controlli - ecco le misu-
re. Per prima cosa viene con-
fermata la chiusura di tutte
le scuole di ogni ordine e
grado fino a domenica 15
marzo. Niente gite scolasti-
che, invece, almeno fino a
venerdì 3 aprile.
Stop ad eventi e spettaco-
li: il che significa serrande
abbassate per cinema, mu-
sei e teatri. Sospesi gli incon-

tri, sia pubblici che privati,
che possano favorire assem-
bramenti di persone. Prov-
vedimento che da domeni-
ca vale anche per scuole da
ballo, sale giochi, sale scom-
messe e sale bingo, discote-
che e locali assimilati. Pub
compresi, anche se molti di
questi stanno ancora aspet-
tando chiarimenti in mate-
ria. Questo perché la chiusu-
ra non è invece contempla-
ta per bar e ristoranti. Che,
come per le palestre e le pi-
scine, potranno rimanere
aperti pur con l’obbligo di
«distanziare i clienti».

I gestori, infatti, avranno
d’ora in avanti la responsa-
bilità di garantire un margi-
ne di sicurezza di almeno
un metro. Tradotto: niente
servizio al banco e meno ta-
voli a disposizione della
clientela. E se ancora non è
stato chiarito come proce-
deranno i controlli, sono
già note le sanzioni per il
mancato rispetto delle nor-
me contenute nel decreto.
In caso di inosservanza - ar-
ticolo 650 del codice pena-
le - è prevista un’ammenda
fino a 206 euro e l’arresto fi-
no a tre mesi.
I divieti non finiscono
qui: le sospensioni riguarda-
no anche le cerimonie civili

e religiose, funerali compre-
si. Stop a congressi, mee-
ting ed eventi che coinvol-
gono il personale sanitario.
Novità anche per il Lorusso
e Cutugno e per il Ferrante
Aporti: il decreto stabilisce
che i tradizionali colloqui
con i detenuti avvengano in
modalità telefonica o vi-
deo. Giro di vite anche per li-
bertà vigilata e permessi.
E i provvedimenti rivolti
ai cittadini? Quelle rivolte
ai Torinesi sono più che al-
tro raccomandazioni, indi-
spensabili però perché sia-
no efficaci le misure an-
ti-contagio da Covid-19. La
parola d’ordine è restare il
più possibile in casa e non
frequentare luoghi partico-
larmente affollati. «Ci ten-
go ad invitare ciascuno di
noi a rispettare il più possi-
bile queste regole, per il be-
ne dell'intera comunità - ha
detto ieri la sindaca di Tori-
no, Chiara Appendino - Stia-
mo fronteggiando una si-
tuazione molto seria e, sen-
za eccedere in allarmismi,
non è il momento di fare di
testa propria».
Resta, per chi accompa-
gna i pazienti in ospedale, il
divieto rimanere all’inter-
no delle sale d’attesa dei
pronto soccorso. Come so-
no limitati gli ingressi dei vi-
sitatori nei reparti. L’Asl ri-
corda inoltre come chiun-
que provenga da aree dove
è più forte il rischio epide-
miologico abbia l’obbligo
di informare la struttura sa-
nitaria di competenza. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LODOVICO POLETTO


S


eduti sul cassone di
un vecchio Apecar i
due ragazzi in piumi-
no di colore blu fuma-
no e chiacchierano incuranti
del mondo che si agita tutto
intorno. Porta Palazzo è sem-
pre un mondo a parte. Anche
adesso, in questa domenica
che sperimenta la chiusura e
l’isolamento per tentare di
scacciare lo spettro del conta-
gio indiscriminato. Mimose
per la festa della donna ai
banchetti montati nella par-
te più vicina a via Milano: tre

euro a mazzetto. Un ramo
grande a 12 euro. Gli affari
vanno bene lo stesso, nono-
stante i divieti, nonostante
gli appelli a restare a casa.
Lontano da altri esseri uma-
ni. Ma qui, su questa piazza,
è banalmente una domenica
come tante altre. Perfetta-
mente uguale a mille altre.
Con i ristoranti del «Mercato
centrale» aperti, e la gente
che pranza infischiandosene
di un affollamento che non è
enorme, ma che ben raccon-
ta come ai tempi del virus,
delle città isolate, delle mi-
gliaia di malati, delle nove
vittime accertate, gli appelli
alla prudenza cadano nel
vuoto. Porta Palazzo è un

mondo anarchico? No, que-
sta domenica l’anarchia che
se ne infischia degli appelli al-
la prudenza è ovunque. E il
deserto che ti aspetteresti in
centro, nelle strade solite del
passeggio, in via Roma come
in via Lagrange, non lo trovi
neanche a mezzogiorno.
Quando al caffè Torino devi
quasi fare la coda per un
espresso. Quasi, ovvio. Per-
ché questa è pur sempre una
domenica mattina. E sulla
piazza non ci sono eventi, e
qualcuno per fortuna a casa è
rimasto, ubbidiente e ligio al-
le indicazioni arrivate da Ro-
ma. «Il Governatore Cirio è a
casa malato? Anche lui? Sia-
mo in una condizione davve-
ro complicata. Sto maledetto
Coronavirus ci farà finire tut-
ti quanti in ospedale» dice
Elio Vernenti. Arrivato in cit-
tà dalla provincia con moro-
sa al seguito. «Veniamo dal
chierese, e adesso andiamo a
pranzo: è pur sempre la festa
della donna, no?»
Tutto vero, ma forse sareb-
be meglio stare a casa, rispet-
tando le indicazioni date dai
medici. Che alle Molinette,
come negli altri ospedali con-
tinuano a far tamponi, a visi-
tare chi si sente male.
Ma in centro tutto questo
non lo vedi, e via Roma ha
tutte le serrande dei negozi
alzate, e la gente cammina,
va al bar, incrocia gli amici e
s’abbraccia. E i monopattini
continuano a correre anche
dove non dovrebbero, men-
tre in libreria non c’è quasi
nessuno. «Se ci fosse davve-
ro pericolo avrebbero messo
i soldati per strada, come di-
cevano hanno fatto in Cina»

dicono i ragazzi che sciama-
no sotto i portici.
«Si scaccia la paura come si
può e come si riesce. E poi,
dai, qui siamo all’aperto, non
si corrono rischi: lo dicevano
anche in tv, non stare al chiu-
so» dicono al chiosco del Va-
lentino. Tutto vero, ma servi-
rebbe po’ di attenzione extra
per evitare sorprese e guai sa-
nitari, adesso difficili da
quantificare. Ma spiegarlo a
chi ha voglia di sole, di un
drink all’aperto, di far corre-
re i bambini sulle bici e lungo
e lungo il Po, è complicato.
«Ci hanno detto per settima-
ne di far la vita normale, di
uscire e adesso il governo ci

dice e di restare a casa. Ci van-
no indicazioni chiare » insi-
stono al chiosco.
E allora si va. In piazza
Carducci, alle tre del pome-
riggio non c’è un posto libe-
ro nella cremeria. E la distan-
za di un metro, tra un tavoli-
no e l’altro, è un’indicazione
che non interessa a nessuno.
Le ultime torte «Mimosa»
vanno via come il pane: «Ci
sono solo quelle piccole, va
bene lo stesso?» Ma il conta-
gio? Il Coronavirus? Nessu-
no ha paura? «E caro lei, c’è
ben altro di cui aver paura».
E la signora sale sulla C4
blu, accende il motore e sen-
za cintura se ne va. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ANDREA JOLY


U


n derby d’Italia nel si-
lenzio. Non solo allo
stadio per le porte
chiuse, ma anche
per i locali in città: nei pub,
sempre pieni quando si gioca
la Serie A, si sono visti pochissi-
mi tifosi. La paura e i dubbi
sull’apertura dei locali hanno
tenuto i torinesi a casa, anche
se la maggior parte delle attivi-
tà sono rimaste comunque
aperte. Rispettando comun-
que le indicazioni che invitano

alla cautela: «Abbiamo ridotto
la capienza da 400 a cento per-
sone - racconta Alessandro La-
bile dell’Huntsman pub di cor-
so Vittorio - e serviamo solo al
tavolo, dove disponiamo i co-
perti per mantenere la distan-
za necessaria. Tutto dipende,
però, dalla civiltà dei clienti:
durante la partita di ieri tutti
hanno rispettato le indicazio-
ni». Soltanto 30, però, i preno-
tati. Scenario simile anche po-
co più in là al Six Nation’s:
«Abbiamo fatto selezione
all’ingresso, è entrato solo chi
ha prenotato prima - ammet-
te il titolare, Massimo De Cri-
stofaro - Mi aspetto che in que-
sti giorni arrivi l’ordinanza
per tutta Italia: serve unifor-
mità. Intanto, oltre alla parti-
ta, diciamo addio anche al pri-
mo San Patrizio dopo 20 anni
di festeggiamenti».
Anche dal Jumping Jester lo
storico responsabile “Pum-
baa” analizza la situazione:
«Alle 20,30 ci sarebbe stata la

fila per entrare, ieri niente. Per
paura e perché molti non sape-
vano che saremmo rimasti
aperti: ho ricevuto decine di
chiamate». Le rinunce non ri-
guardano solo il calcio, ma an-
che la movida di tutti i giorni.
Affini Rivendita 1 ha annuncia-
to: «Chiudiamo per senso civi-
le, vi aspettiamo tutti qui al
bancone quando la situazione
sarà tornata alla normalità».
Lo Sbarco ha scritto: «Abbia-
mo deciso, nonostante la possi-
bilità di restare aperti, di chiu-
dere fino a data da definirsi.
Pensiamo che questa sia una
decisione forte ma utile per da-
re il nostro contributo alla co-
munità». Tutti, però, sono d’ac-
cordo: «Chiudere aiuta le per-
sone a restare a casa, ma poi bi-
sogna fare qualcosa per i ritro-
vi di gruppo in strada come nel
caso di largo Saluzzo: centina-
ia di persone in piazza che se
ne fregano delle normative, e
la colpa non è dei locali». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

MATTEO ROSELLI


«C


i siamo dovu-
ti svegliare
all’alba per or-
ganizzare tut-
to. Certo, qualcuno si è lamen-
tato, ma con la sicurezza non
si scherza». Laura Vesco, store
manager di Costadoro, raccon-
ta così la rivoluzione partita in
una notte per inseguire le nuo-
ve disposizioni del Governo
per affrontare l’emergenza co-
ronavirus. Il locale ora è rivolu-
zionato: i posti a sedere sono

dimezzati per garantire il me-
tro di distanza e su tutti i tavoli
i clienti possono leggere le di-
sposizioni del decreto. Succe-
de qualcosa di simile anche a
pochi metri di distanza, nella
Pasticceria Avidano. Qui i divi-
sori in vetro del bancone sono
diventati separè per distanzia-
re i clienti. E quando ci sono
più di due persone nel dehors,
si aggiunge un tavolo in più
per garantire le distanze: «Ora
riusciamo a rispettare le dispo-
sizioni perché il centro è deser-
to - dice il titolare, Diego Caro-
vacci - Sicuramente con un af-
flusso normale ci toccherebbe
limitare gli ingressi».
Il McDonald’s di piazza Ca-
stello ha messo delle linee a ter-
ra per indicare il distacco da
mantenere in coda. In piazza
San Carlo lo storico bar Strat-
ta, date le dimensioni ridotte,
ha posizionato una barriera
all’ingresso con un kit per di-
sinfettarsi le mani e ieri ha deci-
so di chiudere alle 18 seguen-

do una direttiva che spettereb-
be alle zone rosse. Ma tanti lo-
cali non si sono ancora attrez-
zati: «Stiamo aspettando le
istruzioni da parte del Prefetto
e nel frattempo continuiamo a
seguire le vecchie direttive» di-
cono da Baratti e Milano. Qual-
cuno è confuso: «Non abbia-
mo ancora capito cosa cambie-
rà rispetto alle misure già pre-
viste fino ad oggi» allarga le
braccia Tommaso Gaddo del
bar Gatsby, in via Lagrange.
Nel frattempo, Molti cock-
tail bar e pub come il Blah Blah
e il Baladin ieri sera hanno de-
ciso di rimanere comunque
aperti, limitando il servizio al
banco e garantendo le distan-
ze di sicurezza. E c’è anche chi
dice che «il problema delle di-
stanze non si pone», come An-
gelo Bombardieri del Mokita:
«Abbiamo perso oltre il 50%
dei ricavi. I clienti sono talmen-
te pochi che non avrebbe sen-
so neanche distaccarli». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LEONARDO DI PACO
BERNARDO BASILICI MENINI

C’


è chi fugge lonta-
no, chi minimizza
il problema, chi
delle raccoman-
dazioni per la prevenzione se
ne infischia. E poi ci sono i citta-
dini che in tempi di emergen-
za pensano a tutelare le perso-
ne più deboli, quelle più espo-
ste, gli anziani. Covid-19, il vi-
rus che spaventa Torino e il
mondo, sta mettendo in luce
una delle caratteristiche stori-

che della nostra città: la capaci-
tà di creare reti di solidarietà.
In un condominio di corso Lec-
ce, alle porte dell’ascensore, è
stato appeso un foglio: «A tutti
gli amici con età superiore ai
75 anni, che preferiscono re-
stare in casa a causa dell’emer-
genza sanitaria, ci offriamo
con piacere di fare la spesa».
L’avviso prosegue: «Lasciateci
la lista in buca delle lettere e il
vostro riferimento, andremo
ogni giorno dopo le 19,30. Ri-
duciamo insieme i rischi, supe-
reremo questa crisi».
Anche in via Morgari la soli-
darietà scatta in automatico.
Due ragazzi, Pietro e Matteo,
ieri sono andati dalla vicina di
casa, ottantenne, per la stessa
cosa: «Non ci costa veramente
niente, mentre per lei significa
vivere più tranquilla». Sempre
in San Salvario, un altro cartel-
lo: «Per tutti i condomini con
più di 70 anni o con patologie,
se preferite rimanere a casa le
ragazze del quarto piano offro-

no disponibilità per fare la spe-
sa per voi». Subito sotto, lo spa-
zio per inserire i nomi e i riferi-
menti. Qualcuno ci ha scritto
sopra «brave».
Dal centro alla periferia. In
un condominio di via Spontini
17, Barriera di Milano, quattro
giovani coinquilini hanno ap-
peso un messaggio simile. «Ab-
biamo tempo ed energie da
metterle a disposizione delle
persone più deboli». Il tam
tam solidale corre anche sui so-
cial. Stefania Rosso, attrice di
teatro, ha creato un gruppo Fa-
cebook per aiutare la persone
in difficoltà, offrendo la possi-
bilità di demandare le attività
quotidiane. «Spero che questo
gruppo non serva, ma è me-
glio non farci cogliere imprepa-
rati. Nessuno deve essere la-
sciato solo. Siamo tutti tesi e
agitati ma la solidarietà ci ren-
derà più forti. Passata questa
burrasca, ci fonderemo in ab-
bracci che dureranno ore». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO



  1. Dehors deserti e pochissimi turisti ieri pomeriggio in piazza San Carlo.

  2. I controlli della temperatura all’ingresso dello stadio per la sfida, senza
    tifosi, tra Juventus e Inter. 3. Nessun calo di clienti, invece, al Mercato
    Centrale di piazza della Repubblica


CHIARA APPENDINO


SINDACA DI TORINO


COLLOQUIO/ 2


Le regole del decreto valgono in tutta la provincia: sospesi tutti gli eventi e le cerimonie religiose


Attesa la circolare che definirà i controlli: per bar e ristoranti c’è l’obbligo di distanziare i clienti


Stop a pub, cinema e musei


Ecco come Torino


si protegge dall’epidemia


COLLOQUIO/ 1


1


2


3


IL CORONAVIRUS IL CORONAVIRUS


Ci tengo ad
aggiornarvi sulle
regole per il nostro
territorio e,
soprattutto, ad
invitare ciascuno di
noi a rispettarle il più
possibile, per il bene
dell'intera comunità
Stiamo
fronteggiando una
situazione molto
seria e, senza
eccedere in
allarmismi, non è il
momento di fare di
testa propria

REPORTAGE


Torino all’ora di pranzo è una città tutt’altro che deserta e impaurita

Da Porta Palazzo al centro non cambia nulla: “Dobbiamo pur vivere”

La strana domenica


di chi ignora l’allarme


per l’espresso al bar


Per chi non rispetterà
le norme un’ammenda
fino a 206 euro
e l’arresto fino a 3 mesi

Bar e ristoranti

“Limitiamo gli ingressi

ma tanti clienti

sono già scomparsi”

Affari d’oro per
i venditori di mimose
agli angoli
delle strade

Stratta chiudere alle 18


COLLOQUIO/ 3


Tavolini tutti occupati
nella cremeria,
nessuno rispetta
la distanza minima

Solidarietà

Dai palazzi ai social

“Facciamo la spesa

al posto degli anziani”

La partita al Six Nation’s Un messaggio a San Salvario

Le birrerie

“Chiudere può aiutare

ma si faccia qualcosa

per i ritrovi in strada”

34 LASTAMPALUNEDÌ9 MARZO 2020


CRONACA DI TORINO


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