12 Sabato 7 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore
Finanza
Mercati
Inwit, Bruxelles dà via libera:
la fusione delle torri può partire
LA RETE MOBILE
Benestare condizionato
anche all’accordo
di Tim-Vodafone
Al lavoro sul riassetto
azionario con Ardian,
Predica e Canson Capital
Antonella Olivieri
Via libera, senza andare ai supple-
mentari, alla fusione delle torri mobi-
li di Vodafone in Inwit, che raddop-
pierà a mila i siti torri per la telefo-
nia mobile della società. Per dare l’ok
, l’Antitrust Ue ha posto però una se-
rie di condizioni che sono state accet-
tate in toto da Telecom e Vodafone.
Le due compagnie, che saranno in
partnership azionaria in Inwit, han-
no deciso di condividere anche parte
delle loro strutture “attive” per acce-
lerare lo sviluppo del G.
Come spiega una nota della divi-
sione che fa capo a Margrethe Vesta-
ger, la Commissione temeva che
l’operazione potesse ridurre la con-
correnza nei Comuni con più di
mila abitanti (in particolare per i
gestori di reti mobili e i gestori di ac-
cesso wireless) ed escludere dal mer-
cato alcuni gestori di tlc, limitando il
loro accesso allo spazio sulle torri di
Telecom e Vodafone nei Comuni con
oltre mila abitanti. Quest’ultimo
punto avrebbe riguardato gli opera-
tori di rete mobili già attivi in Italia o
intenzionati a entrare in futuro, che
devono ancora sviluppare la loro rete.
Gli impegni presi hanno però con-
vinto la Commissione a dichiarare
che l’operazione, così come rimodu-
lata, «non desta preoccupazioni sotto
il profilo della concorrenza». In parti-
colare, Inwit metterà a disposizione
spazio libero su mila torri in Comu-
ni con oltre mila abitanti per ope-
ratori terzi e adotterà una procedura
per rispondere tempestivamente alle
richieste di accesso alle torri, che po-
trà rifiutare eventualmente solo per
motivi tecnici. Inoltre Inwit, Tim e
Vodafone si impegnano a non eserci-
tare alcun recesso anticipato per con-
tratti in essere, mentre verrà istituito
un meccanismo rapido di risoluzione
delle controversie con l’intervento di
un esperto indipendente.
Ok anche ai piani di condivisione
delle reti mobili tra Tim e Vodafone,
non solo a riguardo delle componenti
passive (come piloni e torri), ma an-
che di quelle attive (apparecchiature
per l’elaborazione del segnale). Bru-
xelles ha osservato che la condivisio-
ne è una pratica diffusa che può esse-
re «un mezzo per una diffusione più
rapida e meno costosa delle infra-
strutture mobili». Perciò «la Com-
missione sostiene in generale simili
forme di cooperazione». Tuttavia,
ammette, in determinate circostanze
potrebbe avere anche un riflesso ne-
gativo sulla concorrenza. A riguardo
Telecom e Vodafone hanno deciso
autonomamente di limitare la condi-
visione della parte attiva, escludendo
le città più popolose e i centri di im-
portanza economica, che rappresen-
tano circa un terzo della popolazione
italiana e oltre il % del traffico dati.
In conclusione, è la valutazione del-
l’Antitrust Ue, «considerato che, con
cinque operatori di rete mobile, i
mercati delle tlc in Italia sono meno
concentrati di quelli di altri Stati
membri», le modifiche proposte «ap-
paiono a prima vista adeguate per ri-
durre le possibili preoccupazioni de-
rivanti dagli accordi di condivisione
della rete tra Tim e Vodafone».
Con l’ok Ue, la fusione Inwit è per-
fezionabile (closing entro il mar-
zo), si insedierà un nuovo cda subito
dopo la nomina dell’assemblea con-
vocata allo scopo per il marzo e si
procederà col riassetto dell’aziona-
riato, al termine del quale Tim e Vo-
dafone dovrebbero avere quote pari-
tetiche del %, una cordata di fondi
un altro %, mentre un quarto del
capitale resterà flottante sul mercato.
Sono in dirittura d’arrivo le negozia-
zioni con il fondo Ardian, capofila di
una cordata che comprende Predica
e Canson Capital Partners (fondatore
di quest’ultimo è Matteo Canonaco).
Un pool di banche - tra le quali Uni-
Credit, Intesa, Mediobanca, Nomura
e Santander - sta lavorando al finan-
ziamento. Ardian si è avvalsa della
consulenza di Nomura, di cui senior
advisor è l’ex ad Telecom Marco Pa-
tuano, mentre all’operazione ha la-
vorato anche l’ex ad di Inwit Oscar
Cicchetti.
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L'accordo. Luigi Gubitosi, ad di Telecom Italia, Giovanni Ferigo, ad di Inwit e Aldo Bisio, ad di Vodafone Italia
Dopo Autostrade, anche
Atlantia posticipa il bilancio:
l’esame dei conti slitta al
aprile. Il titolo crolla e perde il
,% dopo aver toccato -%
Galvagni—a pag.
Concessioni
Atlantia
posticipa
il bilancio:
titolo in picchiata
Il presidente e ceo di JP
Morgan, Jamie Dimon, è stato
operato d’urgenza per riparare
una dissezione aortica.
L’intervento al cuore, fa sapere
la banca, «è riuscito»
Banche
JP Morgan,
il ceo Dimon
operato
d’urgenza
Wind e unificano anche il marchio che doventa W,
per una rete «già pronta al g» e per cui vengono con-
fermati investimenti «per miliardi di euro» in un
quinquennio. Ad annunciare la nascita del brand unico,
Windtre, è l’ad Jeffrey Hedberg. «In questo periodo di
grandi incertezze, come team abbiamo un ruo-
lo cruciale nel mettere a disposizione dei nostri
clienti una connettività di alta qualità, oggi co-
me nello sviluppo futuro del Paese», dice il ceo.
Con mila siti di trasmissione la rete Windtre
si definisce «il network mobile più grande
d'Italia sia come traffico gestito» che come ca-
pacità di accesso”. Cosa che consentirà, spiega
l’azienda, di «implementare rapidamente lo
standard di rete di quinta generazione».
Si completa così un'operazione avviata di-
versi anni fa. La fusione tra le due compagnie
diventò operativa a inizio gennaio del do-
po una lunga gestazione. Era, infatti, la fine del
quando cominciarono a circolare le prime voci ma solo
a maggio del venne ufficializzato l’accordo.
Oggi il gruppo Ck Hutchison Holdings Limited - con
sede a Hong Kong - è azionista unico dell’azienda che
per logo ha scelto la lettera W e il numero accomunati
da uno stesso colore, l'arancione. La nascita del nuovo
brand unico WINDTRE è annunciata da una campagna
media, on air da domenica marzo
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TLC
Wind Tre cambia logo
e spinge sulla rete
investimenti. Il
nuovo logo si
accompagna al
completamento
della rete unica
JP Morgan.
L’amministratore delegato
Jamie Dimon
Andrea Biondi
Un tempo cugine povere dell’indu-
stria delle tlc, le torri sono diventate le
galline dalle uova d’oro. Per gli inve-
stitori, ma anche per le telco che ormai
hanno realizzato di essere sedute so-
pra un tesoretto, reso più prezioso da
quel G che per le towerco come per le
compagnie telefoniche rappresenta
un driver di creazione di valore.
È un momento d’oro per il settore
delle torri di trasmissione. Uno studio
di Morgan Stanley – “Global Towers:
G and Tower Monetization Driving
Value Creation” – di gennaio mette in
fila dati che lasciano poco spazio a
dubbi, restituendo la fotografia di un
settore che, su scala globale, dovrebbe
registrare una crescita sia lato ricavi
sia lato Ebitda a un tasso medio annuo
del per cento nel triennio.
In questo quadro, il numero da te-
ner presente è %. La quota di mer-
cato delle towerco indipendenti in
Europa è questa, a fronte di un % in
Usa. Già da qui si possono capire con-
dizioni e potenzialità di un mercato in
espansione, da una parte, e che dal-
l’altra può rappresentare una chiave
di volta per la sostenibilità futura delle
stesse telco. Un tempo tabu, ora lo
scorporo - o spin off che dir si voglia -
è diventata una sorta di parola magi-
ca. Separare le torri, considerate non
più un asset core per chi fa il mestiere
della la compagnia telefonica, è un af-
fare: si genera liquidità vendendo a
terzi l’infrastruttura e si deconsolida-
no costi e debiti. Per Ey le risorse sono
quantificabili in miliardi in anni.
Da una parte si incassa e dall’altra
si liberano risorse più che mai neces-
sarie in questa fase di investimenti per
il G. Esempi in questo senso ci sono
in Italia, ma non solo. Altice nel
ha venduto al fondo Kkr il ,% del-
le quote in Sfr TowerCo, ribattezzata
poi Hivory e il % delle quote della
società delle torri in Portogallo. Altro
caso più recente: Iliad ha monetizzato
vendendo il % delle quote del suo
porfolio torri in Francia e il % di
quelle italiane alla spagnola Cellnex.
La towerco che ha come primo azioni-
sta la Edizione controllata dalla fami-
glia Benetton ha anche acquisito da
Salt (Svizzera) il % delle quote del-
l’intero portfolio.
Proprio Cellnex è indicata, nel re-
port di Morgan Stanley, come l’attore
che più potrebbe beneficiare delle op-
portunità sul mercato. Lato operatori,
come winner è segnalata Vodafone
con le sue mila torri per le quali
Morgan Stanley dà una valutazione
fra i e i miliardi.
Si vedrà. Di certo il quadro è in
grande fermento, sia dal punto di vi-
sta industriale (il report scommette su
una densificazione dei mila siti
esistenti in Europa) sia dal punto di
vista delle opportunità di business.
Un motore in tal senso potrebbe esse-
re rappresentato da Ck Hutchison, la
conglomerata di Hong Kong che pos-
siede Wind Tre, con la sua towerco da
. siti in Europa (mila in Italia).
Un buon affare in prospettiva per fon-
di e towerco, considerando che l’ine-
vitabile sbocco sarà la valorizzazione.
Quota di minoranza o maggioranza
farà la differenza.
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IL TREND DELLE TORRI
Per gli spin off è solo l’antipasto:
sul tavolo 28 miliardi in dieci anni
Il % degli asset nella Ue
è di operatori indipendenti,
negli Usa la quota è al %
Tim ha posto in essere una strategia «anticoncorrenziale
preordinata a ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale
degli investimenti in infrastrutture di rete a banda ultra-lar-
ga». Con questa motivazione l'Antitrust ha deciso di multare
la società per milioni, peraltro con un ampio sconto ri-
spetto all’importo base della sanzione che era di , milio-
ni. Questo per bilanciare «la necessità di garantire la neces-
saria deterrenza rispetto a possibili future condotte con l'esi-
genza che la sanzione non sia ingiustificatamente afflittiva».
In sintesi, l’accusa è “abuso di posizione dominante finaliz-
zato all’esclusione di un concorrente sul mercato all’ingros-
so”, per condotte volte a fare terra bruciata intorno a Open
Fiber, ancor prima che iniziasse a operare, e portate avanti
fino allo scorso anno. Già nel dicembre , documenti in-
terni parlavano di “azioni di disturbo” , che si sarebbero con-
cretizzate in iniziative legali “pretestuose” per
ostacolare o ritardare l’ingresso sul mercato della
joint Enel-Cdp; nei cambiamenti in corsa della
valutazione da parte dell’incumbent delle aree a
fallimento di mercato; nel progetto Cassiopea
che si proponeva di coprire con l’Fttc (Fiber to the
cabinet, fibra fino all’armadietto sul marciapie-
de) le zone più redditizie delle aree bianche, dove
Open Fiber aveva vinto i bandi Infratel per co-
struire la rete in fibra Ftth (Fiber to the home,
fibra fino all’abitazione). Telecom aveva conge-
lato il piano Cassiopea nel luglio del , in se-
guito all’avvio dell’indagine antitrust. Salvo che
ancora nel , e quindi in corso d’istruttoria -
secondo quanto segnalato in seguito da Open
Fiber - Telecom aveva attivato nelle aree bianche cabi-
net. L’attivazione dell’Fttc aveva addirittura subito un’acce-
lerazione, secondo nuove segnalazioni di Open Fiber che
risalgono al marzo dello scorso anno, in particolare nel peri-
odo che va da ottobre a febbraio . In parallelo sono
state contestate condotte anticoncorrenziali sul mercato dei
servizi al dettaglio, quali offerte promozionali con meccani-
smi di lock-in per fidelizzare la clientela. Sulla base dei dati
, l’Antitrust individuava i ricavi da prendere a riferimen-
to in , miliardi, per i servizi di accesso in banda larga e ultra-
larga, e in , miliardi, per i servizi in banda larga e ultralarga
alla clientela retail.
Telecom ritiene il provvedimento ingiustificato e annun-
cia che farà ricorso. «Desta stupore ricevere una sanzione per
aver ipotizzato di investire risorse private nell'ammoderna-
mento del Paese per il conseguimento degli obiettivi
dell'agenda digitale - ha commentato la società - Purtroppo,
gli unici danneggiati in questa vicenda sono gli abitanti delle
aree bianche che ancora non sono collegati alla rete in fibra».
La multa è stato il pretesto per scatenare l’ennesimo botta
e risposta a distanza. Con Open Fiber che minaccia di chie-
dere i danni in Tribunale e sottolinea come l’unico modo
di garantire lo sviluppo di un mercato concorrenziale sia
quello di puntare sugli operatori “wholesale only” (come
appunto è Open Fiber) e Telecom che rinfaccia all'altra che
dovrebbe costruire con soldi pubblici un’infrastruttura in
fibra che arrivi fino alle case, e invece non lo ha fatto. Non
un bel viatico per la ripresa delle trattative sulla rete unica.
—Antonella Olivieri
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RETI & CONCORRENZA
LA SOCIETÀ PREPARA IL RICORSO
Abusi contro Open Fiber:
l’Antitrust multa Telecom
per 116 milioni di euro
EssiLux, 2019 ok ma il focus è già sull’assemblea
OCCHIALERIA
Wielemans nuovo co-cfo
Attesa per la posizione
dei fondi sulla governance
Monica D’Ascenzo
Crescita solida per EssilorLuxottica
nel e stime di un comun-
que con segno positivo, nonostante
gli effetti del Covid-. Il gruppo
Italo-francese ieri ha anche rassi-
curato sul programma di integra-
zione e il raggiungimento degli
obiettivi di sinergie, così come sul-
l’acquisizione di GrandVision, che
dovrebbe andare in porto secondo
i piani, nonostante l’istruttoria in
corso della Commissione Europea.
A completare il quadro le nomine di
ieri, prima fra tutte quella di David
Wielemans, nuovo co-direttore fi-
nanziario insieme a Stefano Grassi,
in sostituzione di Hilary Halper,
mentre procede la ricerca di un am-
ministratore delegato, che sarà no-
minato entro fine .
Ricavi e redditività in aumento
Positiva la dinamica dei ricavi nel
cresciuti del ,% rispetto ai
ricavi pro forma dell’anno prece-
dente (+,% a cambi costanti) a
, miliardi di euro. L’utile lordo
industriale adjusted si attesta al
,% delle vendite, mentre l’utile
operativo adjusted è stabile al
,%. Nella bottom line, il gruppo
ha registrato un utile netto attri-
buibile agli azionisti della capo-
gruppo adjusted di , miliardi, in
aumento del ,% rispetto all'anno
precedente. I soci riceveranno un
dividendo di , euro per azione.
Agli azionisti verrà offerta la pos-
sibilità di ricevere il loro dividendo
in denaro o in azioni di nuova
emissione.
Sul fronte delle sinergie la socie-
tà ha confermato l'impatto netto
sull'utile operativo adjusted di tali
sinergie atteso in un intervallo
compreso tra e milioni di
euro nel periodo - e tra
e milioni di euro entro il
-.
L'impatto del coronavirus
Il coronavirus finora ha avuto un
lieve impatto sul fatturato com-
plessivo di EssilorLuxottica, anche
se si è fatto sentire di più in Cina,
dove comunque le vendite pesano
solo per il % sui ricavi totali. In ter-
mini di produzione, gli impianti di
EssilorLuxottica in Cina stanno at-
tualmente funzionando a capacità
leggermente ridotta e stanno tor-
nando velocemente nella norma,
mentre gli stabilimenti in Italia e
nel resto del mondo lavorano a pie-
no regime.
«Dal lato Essilor - è stato sottoli-
neato durante la call con gli analisti
- il business è calato in Cina nel me-
se di febbraio. C'è invece stato un
piccolo impatto in altre aree come
Asia, Singapore e Sud Corea, scarso
impatto in Europa». Invece sul
fronte di Luxottica «è calato il traf-
fico nei negozi dell'Asia. In Mailand
Cina e Hong Kong ha accusato un
calo a doppia cifra. C'è inoltre un
traffico debole in Europa anche
causa del calo dei turisti».
La crescita dei ricavi nel primo
semestre dell’anno in corso, co-
munque, è prevista inferiore ri-
spetto al trend annuo, con una ri-
presa nella seconda metà dell'anno
a causa del Covid-. Per l'intero
esercizio il gruppo si attende una
crescita, incluse le sinergie, a tassi
di cambio costanti, del -% del fat-
turato. Anche l'utile operativo
adjusted e l'utile netto adjusted mi-
glioreranno di ,-, volte la cre-
scita dei ricavi.
L’acquisizione di GrandVision
La commissione Europea ha avvia-
to la Fase II della procedura anti-
trust relativa alla proposta di ac-
quisizione di GrandVision. «Non ci
sono ragioni per ritenere che l'ac-
quisizione di Grandvision possa
non realizzarsi così come l'abbia-
mo pensata» hanno spiegato i ver-
tici di EssilorLuxottica durante la
483
MILIONI
DI EURO
L’importo base
della sanzione per
Telecom era pari
a 483,7 milioni di
euro. L’accusa
è di aver aver
ostacolato lo
sviluppo della
fibra
conference call: «Le autorità ci
stanno ponendo molte domande
sull'operazione come è normale
che sia».
Il ceo e la governance
Se sul fronte industriale e finanzia-
rio il gruppo non sembra accusare
criticità nonostante la situazione a
livello globale e la frode in Thailan-
dia, resta da dirimere per gli azioni-
sti la questione della nomina
dell'amministratore delegato. La
ricerca prosegue e non esclude can-
didati interni, precisazione che sta
ad indicare come Francesco Milleri,
ceo di Luxottica e uomo di fiducia di
Leonardo Del Vecchio, sia ancora in
corsa per guidare l'intero gruppo.
Resta il fatto che la governance at-
tualmente congiunta e paritaria
mette un po' in stallo la situazione,
nonostante la quota di maggioran-
za del ,% in mano a Del Vecchio.
Alla prossima assemblea si avrà
qualche indicazione in più sulle po-
sizioni dei fondi, che però potreb-
bero allinearsi alla parte italiana
dell'azionariato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MILIARDI
DI RICAVI
In aumento
del 7,4% rispetto
al fatturato 2018
(+4,4% a cambi
costanti)
17,