Le Scienze - 04.2020

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60 Le Scienze 6 20 aprile 2020


Era una bella giornata autunnale quando Muccino, piegato sul
suo deambulatore, si recò per la prima volta al VA Medical Cen-
ter, un ospedale per veterani delle forze armate a West Haven, nel
Connecticut. Procedette a stento nei lunghi corridoi, colpito non
soltanto dal mal di schiena ma anche dai danni al nervo diabetico
(dovuti all’esposizione all’Agente Arancio, secondo il Dipartimen-
to per gli affari dei veterani degli Stati Uniti), con conseguente do-
lore, formicolio e indebolimento ai piedi e alle mani, e da infezioni
croniche alla protesi al ginocchio.
Muccino, che oggi ha 68 anni, ed è un ex direttore di una casa
di cura, si era rivolto alla Opiod Reassessment Clinic di West Ha-
ven dopo un percorso lungo e travagliato, caratterizzato da vari
interventi alla spina dorsale e dosi sempre più elevate di oppioidi
in seguito agli insuccessi delle operazioni e della fisioterapia. Ne-
gli anni novanta i medici gli sostituirono la terapia, passando da
Percocet, un farmaco con azione a breve termine, a 40 milligram-
mi al giorno di OxyContin, un nuovo e potente farmaco ad azione
prolungata. Nel giro di un paio di mesi la dose era raddoppiata, ma
«almeno ero in grado di lavorare», ricorda.
Nessuno gli aveva detto che il farmaco causava assuefazione.
Muccino lo scoprì quando un chirurgo interruppe la terapia po-
co prima di un intervento alla schiena. «Fui costretto a smettere
di colpo, e nessuno si preoccupò delle conseguenze», dice Mucci-
no, che nel giro di 48 ore si ritrovò al pronto soccorso con i sinto-
mi devastanti dell’astinenza; urlava di dolore, tremava e non riu-
sciva a trattenere il cibo. Ripresa la terapia, iniziò a incrementare
le dosi rifornendosi prima sulla strada e in un secondo momento
da un medico senza scrupoli, arrivando ad assumere oltre 320 mil-


ligrammi di OxyContin al giorno. Di tanto in tanto tentava di disin-
tossicarsi, ma il dolore lo riportava sempre al punto di partenza.
Nell’estate del 2016 Muccino era ormai arcistufo di quel circolo
vizioso. Dopo un intervento alla schiena con risultati discreti co-
municò ai medici di voler smettere di assumere farmaci. Muccino
scelse il momento ideale: pochi anni prima il Dipartimento per gli
affari dei veterani aveva aperto la clinica specializzata di West Ha-
ven, a meno di un’ora da casa sua. L’équipe medica gli insegnò una
serie di tecniche di gestione del dolore e gli prescrisse un farma-
co per ridurre il dolore e controllare i sintomi dell’astinenza. Iniziò
così il suo lento percorso, durato diversi mesi, verso la riduzione
graduale dell’OxyContin fino alla sospensione completa.

Epidemia di overdose
Nonostante le difficoltà di Muccino siano comuni a molte per-
sone, l’assistenza ricevuta rappresenta un’eccezione. In seguito
all’aumento vertiginoso dei decessi da oppioidi legali e illegali (da
9489 nel 2001 a 47.600 nel 2017), il governo degli Stati Uniti ha im-
presso un importante giro di vite sulle prescrizioni di questi an-
tidolorifici. Le autorità sanitarie, le compagnie di assicurazione, i
consorzi medici e persino le farmacie hanno iniziato a limitare le
dosi ai pazienti e talvolta a sospenderle. La decisione ha causato
gravi conseguenze per le persone (da 7 a 10 milioni) che assumo-
no questi farmaci per il dolore cronico dovuto a patologie come
la fibromialgia, lesioni alla spina dorsale o danni ai tessuti legati
a interventi o ferite di guerra. Anche se la maggior parte dei casi
di overdose è dovuta a farmaci illegali (in particolare al fentanyl),
oltre un terzo dei decessi da oppioidi riguardava i farmaci prescri-

Claudia Wallis, giornalista scientifica,
cura la rubrica Science of Health di
«Scientific American».

C


on i suoi 190 centimetri di altezza, Brett Muccino non riesce a immagi-

nare come il suo fisico imponente sia passato attraverso lo stretto para-

brezza della sua vecchia Ford Ranger. «Era davvero minuscolo», ricorda

Muccino, che nel 1986 fu coinvolto in un gravissimo incidente stradale

che gli provocò alcuni schiacciamenti vertebrali nel collo e nella zona

lombare. L’incidente diede inoltre inizio a una lotta contro il dolore cronico durata 34 an-


ni, e al conseguente rapporto di amore-odio con gli oppioidi a cui Muccino dovette ricor-


rere per combatterlo.


La stretta del governo degli Stati Uniti sulle
prescrizioni di oppioidi in seguito al vertiginoso
aumento dei decessi per overdose da oppioidi
legali e illegali ha avuto gravi conseguenze per

milioni di pazienti che usano questi farmaci
contro il dolore cronico.
Ora gli studiosi del dolore stanno sviluppando
nuovi metodi per aiutarli a ridurre le dosi in modo

sicuro e senza sofferenze.
Tra le soluzioni rientrano varie forme di assistenza
psicosociale abbinate a una riduzione molto lenta
dei dosaggi.

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