Il Sole 24 Ore - 20.03.2020

(Nancy Kaufman) #1

6 Venerdì 20 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


Primo Piano Coronavirus


L’IMPATTO


I giacimenti in Italia. Il calo dei consumi di energia riflette
il blocco dell’industria, avrà un impatto sulla bolletta

energetica del Paese, e effetti sulla produzione nazionale:


nei giacimenti della val d’Agri l’Eni ha ridotto la presenza
di addetti e l’estrazione di greggio è in flessione del 30%

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I PRIMI GIORNI DI CADUTA DELLA DOMANDA
Il cambiamento decisivo sulla domanda si è sentito sulla rete
di Terna a partire dal 10-11 marzo con la chiusura dell’Italia

Energia, consumi da tempo di guerra


La fermata dell’industria. La domanda di gas, petrolio e corrente elettrica


è in caduta di oltre il %. Uno shock registrato solo nella Seconda Guerra


Dalla Lombardia al Veneto. I flussi sulle linee dell’alta tensione di Terna


si sono indeboliti soprattutto nelle regioni in cui il virus è più diffuso


Jacopo Giliberto


Bisogna volgersi all’indietro e guar-
dare lontano, al terribile . I con-

sumi di energia in queste due setti-
mane di romitaggio sanitario sono

crollati del -% in Italia. Un crollo


simile fu registrato solamente allo-
ra, con il -% di consumi elettrici in

quel  dell’Italia allo sbando.


Oggi non c’è ancora un numero
preciso, un indice univoco, perché le

fonti energetiche sono diverse (pe-


trolio, gas, corrente elettrica e così
via) e ciascuna varia di giorno in

giorno, di ora in ora, secondo la sen-


sibilità differente di ogni tecnologia
energetica. Ma finita la prima deca-

de di marzo, con i decreti dell’ e 


marzo le maggiori reti energetiche
hanno visto precipitare oltre il %

la domanda. Un numero a titolo pu-


ramente indicativo: il metano a uso


industriale soffre un calo di circa il


-,% rispetto a due settimane fa.


Statistiche in bianco e nero


A noi oggi quei documentari in cui le
figurette in bianco-e-nero si muo-

vono con un passo accelerato non


fanno intuire il dramma collettivo.
Nel  — le armate del duce e

del re si dissolvevano in strage in


Africa e in Russia — la domanda ita-
liana di elettricità scese del -,%.

Nel , l’anno in cui il generale


Pietro Badoglio lasciò in balia dei
nazisti e della repubblica di Salò

l’Italia devastata dalla guerra e da


vent’anni di tirannia, i consumi elet-
trici crollarono del %.

Nel  gli Alleati risalivano la


penisola combattendo e i bom-
bardieri della Raf e dell’Usaf de-

vastavano le città dell’Alta Italia


mentre la domanda precipitava


ancora di più del -,%.


Un altro calo forte del fabbisogno


di corrente ha segnato la crisi del
-. Ma questo crollo più vi-

cino a noi, entrato nell’esperienza


diretta e personale, è stato meno
forte rispetto a quanto si segna in

questi giorni: era stato del -,% nel


 e del -,% nel .
È chiaro: quelle statistiche ri-

guardano la media di annate intere


mentre la caduta del -% che si
rileva oggi è un dato momentaneo

e (si spera) limitato a queste poche


settimane di arresto provvisorio, un
dato da piallare al più presto con la

ripresa futura.


Petrolio e benzinai


L’Unione Petrolifera non dà ancora


indicatori di dettaglio sull’effetto
monastico della lotta al contagio, pe-

rò in una nota ha specificato: «Nel


mese di marzo tale impatto, in base
alle prime stime, si rileva molto si-

gnificativo date le progressive misu-


re di pre-cessione e contenimento
susseguitesi nelle ultime settimane

estese a tutto il territorio nazionale».


Nei giacimenti della val d’Agri
(Potenza) l’Eni ha ridotto la presen-

za a  addetti e l’estrazione di
greggio si è ridotta del %.

Corrente elettrica


Un termometro molto sensibile del-
la febbre energetica indotta dal co-

ronavirus è Terna, la Spa dell’alta


tensione.


Gli esperti della rete di elettro-
dotti hanno osservato che nella pri-

ma settimana di marzo non si sono


notati scostamenti rilevanti nella
domanda di corrente fino al decreto

di domenica  marzo, se non le nor-


mali oscillazioni dovute al meteo,
dove un clima di mezza stagione un

po’ più mite o un po’ più fresco fan-


no spegnere o accendere i termo-
stati e produrre scostamenti di -

 megawatt.


Il cambiamento decisivo si è sen-
tito sulla rete di Terna con i decreti

successivi, quelli che a partire dal -


 marzo hanno messo in clausura
l’intera Italia. La caduta della do-

manda elettrica attorno il % si è


sentita nettissima nelle giornate di
giovedì  marzo e venerdì  marzo.

Dopo il weekend — a fabbriche
chiuse i consumi sono più bassi —

la controprova sarebbe arrivata alla


riapertura dell’attività produttiva di
lunedì  marzo.

E lunedì la controprova c’è stata


in pieno: la riapertura non s’è vista;
il crollo superiore al % è durato

tutta questa settimana.


I flussi sulle linee dell’alta tensio-
ne di Terna si sono indeboliti so-

prattutto nelle regioni a maggiore


impatto virale e a maggiore impatto
industriale, cioè in Lombardia, Ve-

neto ed Emilia-Romagna.


Nell’oscillazione dei consumi


elettrici nel corso della giornata ci
sono due punte massime di doman-

da, una alle  (molto importante il


consumo industriale) e una verso le
-, (prevalente è il consumo

domestico). Ebbene, in questi giorni


all’ora di punta delle  mancano al-
l’appello circa mila megawatt.

Il metano
Segnalano dalla Snam, la società dei

grandi metanodotti di trasporto in


alta pressione, che dal  febbraio a
oggi c’è stato un calo significativo.

Rispetto alla corrente elettrica di


Terna il gas della Snam è più sensi-
bile alle variazioni meteorologiche,

soprattutto per il consumo delle fa-


miglie e delle centrali elettriche
sensibili alle fonti rinnovabili. Ma il

consumo industriale di metano è le-


gatissimo all’andamento della pro-
duzione e se le fabbriche si fermano

la domanda industriale di gas ne


soffre subito.
Ed ecco tre lunedì in sequenza.

Lunedì  febbraio il consumo


industriale è stato di , milioni di
metri cubi.

Lunedì  marzo il consumo indu-


striale è stato di , milioni di me-
tri cubi.

Lunedì  marzo il consumo indu-


striale è stato di , milioni di me-
tri cubi.

Lunedì  marzo il consumo in-


dustriale è precipitato a , milio-
ni di metri cubi, cioè di colpo ha

perso il ,%.


Aziende elettriche


Simone Demarchi, amministratore


delegato dell’Axpo Italia, osserva che
dal  questa è la prima crisi dell’of-

ferta e prevede che il settore delle


aziende elettriche soffrirà anche i cre-
diti deteriorabili che emergeranno fra

un anno; con la tariffa Pulsee offre ai


consumatori l’energia gratis per tutta
la durata della quarantena sanitaria,

cioè per i primi due mesi di contratto.
L’Edison «è pienamente operati-

va e sta garantendo tutti i servizi es-


senziali di produzione di energia
elettrica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ACCIAIO


Arcelor avvisa l’indotto Ilva:


«Causa di forza maggiore»


Mittal scrive ai fornitori


di Taranto: contratti esposti


alla crisi del coronavirus


Paolo Bricco


ArcelorMittal razionalizza in Italia
nella distribuzione con la cessione di

una quota di minoranza di una so-


cietà partecipata. Si espande in Asia
con l’acquisizione di un grande

gruppo siderurgico indiano facendo


debito per  miliardi di dollari. E av-
verte i fornitori nazionali – come fa

in tutta Europa – che ogni contratto


va riletto alla luce della clausola di
“forza maggiore”, dato che conside-

ra appunto tale il coronavirus. An-


diamo però con ordine. La raziona-
lizzazione nel nostro Paese riguarda

la cessione di una quota di minoran-


za in una società di distribuzione. La
San Polo Lamiere ha riacquistato il

,% del suo capitale detenuto da
ArcelorMittal-Cln Distribuzione Ita-

lia. La ratio è prima di tutto quella di


una riacquisizione della minoranza
da parte della famiglia Monici, pro-

prietaria dell’impresa che ha sede a


San Polo di Torrile vicino a Parma,
che aveva ceduto questa quota nel

 a Cln, l’impresa con cui il gruppo


franco-indiano ha costituito pochi
anni fa una società congiunta nella

distribuzione. Al di là del suo sotto-


stante strategico, questa operazione
mette in luce un tema finora rimasto

in ombra: il destino della rete distri-


butiva. Questo tema – in qualche


maniera affine alla uscita dalla San
Polo Lamiere – è rappresentato dal

destino che avranno le reti commer-


ciali entrate nel perimetro del grup-
po franco-indiano da qui a fine anno,

quando Arcelor Mittal deciderà se di-


ventare socia dello Stato italiano o se
uscire da Ilva pagando mezzo miliar-

do di euro. Con l'’cquisizione dell’Il-


va, infatti, ArcelorMittal ha unificato
la propria rete distributiva originaria

alla rete distributiva creata dalla fa-
miglia Riva fra il  e il . Una

unificazione per la quale è servita


l'autorizzazione dell'antitrust euro-


pea. E ora? Che cosa succederà a que-


sta parte della rete commerciale, se
Arcelor abbandonerà, a fine anno, i

siti produttivi di Taranto, Novi Ligu-


re e Cornigliano? Ogni scelta nel no-
stro Paese si inserisce nel disegno

complessivo del gruppo franco-in-


diano. Per il quale la finanza di im-
presa italiana (con le perdite fra i  e

i , milioni di euro fatte in acciaieria


ogni giorno, stando alle informazio-
ni raccolte dal Sole  Ore nei giorni

precedenti all'ultima firma con lo


Stato italiano) è un tassello di un mo-
saico più ampio. Un mosaico che

adesso si arricchisce dell'acquisizio-


ne, in India, di Essar Steel (il princi-
pale gruppo dell'India orientale, con

una produzione annua di , milioni


di tonnellate di acciaio grezzo) da
parte di una joint-venture maggiori-

taria con Nippon Steel (ArcelorMittal


ha il %). Per realizzare l'operazio-
ne, basata prima di tutto sul rifinan-

ziamento della società acquisita, un


pool di banche (Japan Bank, Mufg,
Sumitomo Mitsui e Mizuho) ha con-

cesso un prestito – a dieci anni – di


, miliardi di dollari. In settimane
segnate dal coronavirus, la finanza

di impresa assume una importanza


ancora maggiore. E, davvero, la let-
tera recapitata a tutti i fornitori – in

lingua inglese, a firma di Yves Koe-


berle (amministratore delegato di
ArcelorMittal Sourcing) e di Jean-

Michel Decruyenaere (vice-presi-


dent di ArcelorMittal) - appare pre-
occupante: l'invocazione generale e

valida per tutte le controparti, nel


pieno della pandemia del Covid-,
dello “stato di forza maggiore” sem-

brerebbe paventare – caso per caso



  • la possibilità di rallentamenti nelle
    operazioni, se non di procrastina-


zioni nei pagamenti nelle forniture,
se non addirittura di annullamento

dei contratti. Un problema per la for-


nitura europea. Un grosso problema
per quella italiana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il gruppo riduce in Italia


le attività


di distribuzione con


la cessione della quota


in San Polo Lamiere


Dal metano alla corrente elettrica.


L’industria petrolifera di fronte


al grande shock della domanda


-10%


I CALI NEL ’
Il calo del
consumo di
elettricità
durante la
Seconda Guerra,
nel 1943, nel
pieno dello
sbando del Paese
dopo la caduta
di Mussolini
era del 10%

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