La Stampa - 19.03.2020

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fino al 2018 hanno monopolizzato lo spaccio di droga


Processo alla mafia nigeriana


Alla sbarra 30 soldati dei clan


IRENE FAMÀ
GIUSEPPE LEGATO


C’è il «Don nazionale» e il suo
vice, il «Professore». C’è l’an-
nunciatore nazionale («Main
fire»), il deputy coordinator
che mette in relazione gli
adepti di diverse regioni e il
Chief (1 e 2) ovvero i ministri
della difesa che si occupano
di armi e attività violente. E ci
sono poi i soldati che – a caval-
lo tra il 2017 e il 2018 – aveva-
no «monopolizzato lo spaccio
di cocaina e marijuana nella
zona attorno a piazza Baldis-
sera e via Cecchi», i due bun-


ker della mafia nigeriana a To-
rino. Il clan dei Maphite, o me-
glio la «Famiglia Latina» di To-
rino, ha regole ferree: omertà
diffusa, violenza e punizioni
esemplari per chi sgarra, con-
tenute nella Green Bible, il
primo manuale di una mafia
straniera trovato in Italia.
Una complessa indagine
della Dda di Torino (pm Enri-
co Arnaldi di Balme) eseguita
dalla Squadra Mobile, dalla
polizia locale e dalla squadra
antitratta della Procura, por-
terà a breve in aula una trenti-
na di imputati tutti compo-

nenti del «secret cult». Di più:
molti di loro rappresentano i
vertici di questo segmento
della mafia nigeriana in Ita-
lia: da Bergamo a Crema, pas-
sando per il capoluogo pie-
montese. La prima udienza è
stata rinviata per gli effetti
dei decreti in materia di sicu-
rezza e salute pubblica legati
all’emergenza Covid-19, ma
l’impianto accusatorio resta
integro e tornerà presto in au-
la visto che molti degli impu-
tati sono detenuti; il che va in
deroga alle disposizioni go-
vernative sulla sospensione

dell’attività processuale.
Dagli atti emerge come i Ma-
phite fossero in grado si smer-
ciare centinaia di chili di dro-
ga all’anno in città, favorissero
e controllassero il mercato del-
la prostituzione (facendo en-
trare illegalmente in Italia via
Spagna e Francia numerose
«schiave del sesso», mantenes-

sero il vincolo di omertà all’in-
terno dell’organizzazione con
punizioni esemplari, violente


  • e finanche mortali – in caso
    di tradimento. Una struttura
    gerarchica che assomiglia a
    quella della ’ndrangheta cala-
    brese a cui il cult nigeriano è
    accomunato dai riti ancestrali
    di affiliazione, ma anche dal


principio della mutua assisten-
za: «Se un corriere viene arre-
stato i sodali sono tenuti a
mantenere i suoi familiari fino
a quando non viene scarcera-
to». La regola – un copia-incol-
la della «colletta» della mafia
calabrese – consente di raffor-
zare il vincolo del silenzio
dell’arrestato e aumenta la
sua fedeltà futura. «C’è una ca-
ratteristica comune in questi
gruppi. Che nascono e si svi-
luppano dando protezione ai
loro connazionali e sviluppan-
do una sorta di giustizia paral-
lela, spietata e criminale». Co-
si i magistrati avevano inqua-
drato l’inchiesta il giorno in
cui scattò il blitz in tutta Italia.
La «bibbia verde» era stata spe-
dita dalla Nigeria verso Tori-
no. Tra i legali difensori figura-
no, tra gli altri Manuel Perga,
Antonio Bernardo e Demetrio
La Cava. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

CLAUDIO LAUGERI
MASSIMILIANO RAMBALDI


L’emergenza per il Coronavi-
rus era un’opportunità. E il
funzionario del Comune di Ni-
chelino Antonio Pastorelli
avrebbe trovato 8 mila buoni
motivi per non farsela sfuggi-
re. A tanto ammontava la
«mazzetta» incassata da Mi-
chelina Marchese, per conto
della ditta pugliese Lucentez-
za. I finanzieri del Nucleo di
Polizia economico-finanzia-
ria sono intervenuti al mo-
mento previsto per la conse-
gna: lunedì alle 16, davanti al
municipio.
Era stato Pastorelli a fissare
l’appuntamento. Sapeva che
a quell’ora gli uffici sono chiu-
si e lui avrebbe potuto opera-
re lontano da ogni indiscreti.
Le banconote erano in una
scatola di cartone, divise in
due «mazzette», banconote
di piccolo taglio (10, 20 e 50
euro), come nelle migliori tra-
dizioni. I due sono stati arre-
stati per corruzione.
La Guardia di Finanza ave-
va già avviato un’indagine sul
presidente della commissio-
ne della «Gara regionale cen-
tralizzata per l’affidamento
dei servizi di pulizia di immo-
bili e servizi accessori a ridot-
to impatto ambientale per Re-


gione Piemonte». I militari
hanno scoperto che in quella
gara era stata favorita la ditta
Lucentezza, dove aveva già la-
vorato il figlio del dirigente
comunale infedele.
E sempre Pastorelli ha an-
che trattato l’affidamento
temporaneo dei servizi di pu-
lizia del Comune di Nicheli-
no, in qualità di responsabile
unico del procedimento. La-
vori appaltati alla stessa so-

cietà pugliese, in attesa
dell’aggiudicazione definiti-
va. Assieme al titolare di Lu-
centezza, il dirigente comuna-
le aveva trattato l’ampliamen-
to dell’appalto comunale con
sanificazioni extra da affidare
senza bisogno di un’altra ga-
ra, sfruttando proprio le possi-
bilità offerte dall’emergenza.
In Comune a Nichelino, Pa-
storelli è considerato «fra i
funzionari più longevi e po-
tenti», dicono alcuni colleghi
a bassa voce nei corridoi del
municipio. E come tale, gode-

va di autonomia. Per fare un
esempio, nelle passate legisla-
zioni la firma era indispensa-
bile per l’approvazione del
piano finanziario comunale
per lo smaltimento dei rifiuti,
quando il consorzio Covar
non esisteva ancora.

Per questo, il titolare della
ditta Lucentezza trattava
con lui. Al telefono. Non po-
teva sapere che la Guardia
di Finanza (coordinata dal
procuratore aggiunto Enri-
ca Gabetta e dal pm Laura
Longo) registrava tutto. E or-

ganizzava la trappola.
L’occasione è arrivata con
la consegna della tangente
concordata per lunedì pome-
riggio. Il contatto era con Mi-
chelina Marchese. Ma c’era
un problema. Il titolare della
ditta pugliese era bloccato a

casa, per effetto del decreto
contro il coronavirus. Ed ecco
l’idea: un imprenditore del
settore pulizie amico di Mar-
chese le ha dato il denaro ne-
cessario a soddisfare le richie-
ste di Pastorelli. Non è ancora
chiaro se sapesse (o non ab-
bia voluto sapere) a che cosa
serviva il denaro. L’unica cer-
tezza è che le due «mazzette»
sono finite nella scatola di car-
tone sequestrata dagli investi-
gatori davanti al Comune.
Corruzione. In questi giorni,
Pastorelli (difeso dall’avvoca-
to Antonio Foti) e Marchese
(avv. Paolo Botasso) saranno
interrogati per la convalida
dell’arresto.
La vicenda scatena la furia
del sindaco, Giampietro To-
lardo: «Sono inorridito per
un comportamento che, se di-
mostrato, amareggia profon-
damente. Aggravato dal tragi-
co momento che sta attraver-
sando il Paese, a causa del Co-
vid-19». Tolardo è senza fre-
ni: «Noi vogliamo collabora-
re con la magistratura, è fuori
discussione. Qualora le inda-
gini degli inquirenti confer-
massero quanto imputato al
funzionario, noi ci considere-
remo parte lesa e tuteleremo
l’immagine della città». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

nichelino


Tangenti sulle sanificazioni negli uffici comunali


Mazzetta da 8 mila euro consegnata davanti al municipio: arrestati un funzionario e un’imprenditrice


Il municipio di Nichelino, dove lunedì scorso è avvenuta la consegna del denaro per l’appalto

REPORTERS

L’ira del sindaco
“Sono inorridito
Ci costituiremo
parte civile”

Alcuni affiliati al clan Maphite ripresi ad una riunione a Novara

40 LASTAMPAGIOVEDÌ19 MARZO 2020
CRONACA DI TORINO


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