Piazza del Popolo deserta vista dalla terrazza del Pincio a Roma
ELENA STANCANELLI
Nelle città deserte si incon-
trano il passato e il futuro.
Diversamente da quanto ac-
cade negli spazi naturali,
che oltre a non essere mai
né vuoti né pieni, sono quel-
lo che il tempo ha fatto di lo-
ro e continua a fare. Si modi-
ficano, scompaiono, appa-
iono. Nelle città deserte e
immobili il talento e l’intelli-
genza di chi ha progettato
costruito immaginato, in-
contra lo sgomento di uno
sguardo postumo, commos-
so. Le piazze, le strade, i mo-
numenti che fotografiamo
in questi giorni non sono lì
davvero, non adesso. Sono
testimonianze dal futuro,
da quando noi non ci sare-
mo più, neanche dietro le fi-
nestre a guardarle. Così le
percepiamo: sono inconce-
pibili. Per alcuni artisti que-
sto incrocio temporale è di-
ventato il soggetto predilet-
to. Muri, portoni chiusi, pro-
spettive senza ostacoli.
Chiamiamo questa pittura
«metafisica», perché tra-
scende le minuzie dell’esi-
stenza sensibile e si concen-
tra sulla realtà per come è e
sarà, immutabile. L’eterno
e l’assoluto. Giorgio de Chi-
rico, che in questi giorni in-
vochiamo spesso, ha sposta-
to tutta l’affannata contin-
genza e ha scoperto cosa c’e-
ra sotto: il vuoto, il silenzio.
Le nostre città sono diventa-
te quadri metafisici, di una
bellezza annichilente che
però cerchiamo di non dire.
Non è elegante dire che
quel vuoto è magnifico, per-
ché vorrebbe dire che quel-
lo che siamo non ci piace.
Noi siamo lo sciame bruli-
cante che è stato espulso
dall’immagine, noi l’ele-
mento di disturbo, il traffi-
co delle macchine, le perso-
ne che corrono da una parte
all’altra, gli autobus. Eppu-
re siamo noi che abbiamo
costruito queste città e le ab-
biamo costruite, apparente-
mente, per abitarci, per
sporcarle, per romperle,
per prendersene cura. Sen-
za di noi non esisterebbero,
ma - questo vediamo per la
prima volta coi nostri occhi
(dopo averlo visto in tanti
film) - senza di noi continue-
ranno a esistere. E divente-
ranno ancora più belle. Le
città deserte sono il para-
dosso della nostra civiltà:
abbiamo messo al mondo
una magnificenza che per
dispiegarsi ha bisogno del-
la nostra assenza. Siamo
proprio buffi noi umani. —
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I portici di via Roma senza nessuno, a Torino Una persona passeggia in piazza del Plebiscito a Napoli, in un vuoto surreale
La Galleria Vittorio Emanuele II a Milano con una sola persona che la attraversa
Città senza nessuno come quadri metafisici
Ammiriamo in silenzio il vuoto magnifico
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