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occapipirozzi - una parola sola
- provincia di Isernia, unica fra-
zione di Sesto Campano, co-
mune dove il Molise ha contato
il primo dei suoi morti da virus,
di mettersi a cantare sul balco-
ne non se lo sognano proprio. Né alle 18, né a
qualsiasi altra ora del giorno: «Io tengo chiu-
se pure le inestre», dice una signora all’altra,
mentre però sono uscite a parlarsi, sotto i
merli della rocca angioina. Pure a Eboli, cen-
tottanta chilometri più in là, mentre una
nebbiolina incongrua si stende poetica sulla
piana del Sele in provincia di Salerno, invece
che il previsto Inno di Mameli, è una lunga
jeep grigia e rossa con gli altoparlanti a riem-
pire l’aria. L’auto ha le luci intermittenti, pre-
ga di restare in casa: ma in efetti più che pre-
gare aferma, impartisce, ordina. Sembra
R
uscita da un teleilm americano in onda con-
trovoglia tra i marciapiede vuoti. Procede
lentamente per strada, forma una coda, una
processione di automobili: la crea soprattut-
to perché dalla parte opposta, verso la roton-
da - l’hanno visto tutti - c’è un posto di bloc-
co: e così da quella parte non ci va nessuno.
Meglio la lentezza degli altoparlanti che l’in-
certo di un controllo.
Giovedì 12 marzo, primo giorno del blocco
totale deciso dal governo, dei quarantamila
abitanti che risultano all’anagrafe nella città
che deve la sua notorietà a una inzione lette-
raria, per le strade del centro ne saranno ven-
ti, trenta. Posti di controllo quattro, volanti
in giro tre. Bambini e ragazzi nessuno. Un
mondo distopico, fatto di trenta-sessantenni
e forze dell’ordine, impauriti gli uni e gli altri.
Su corso Matteo Ripa, una signora si ac-
Da sinistra a destra:
il centro storico di
Isernia, un caseiicio
di Pietracatella
(Campobasso),un
tabaccaio di Venafro
(Isernia), la vendita
per strada di frutta
e verdura nei pressi
dell’ospedale di Termoli