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poi a proposito della logica che ci governa
sono pure i luoghi d’origine di mezzo esecu-
tivo, dal premier pugliese Giuseppe Conte
al potentino ministro della Salute Roberto
Speranza, ino al titolare degli Esteri Luigi
Di Maio cresciuto a Pomigliano D’Arco, ai
conini della Terra dei fuochi - in questo
pezzo di Meridione che si preapara alla si-
da con l’ennesima spada di Damocle più
grande di lui, trovi dappertutto quel mecca-
nismo già descritto persino nei libri: gente
che a fronte dell’incomprensibile si difende
con la rassegnazione.
La rassegnazione silente, spaventata ma-
gari ma cocciuta, col sottotesto ribelle - da
brigantaggio, potenzialmente - di chi conse-
gna le mani, ma non la testa, al nemico invi-
sibile che impone mascherine, guanti, qua-
rantene. In un iorire di incongruità che sarà
poi la chiave cui aggrapparsi, per ricostruire
questa storia. A Isernia, per dire, c’è contem-
poraneamente chi si fa multare perché va
per campi a raccogliere gli asparagi selvatici,
mentre in centro, di fronte alla Cattedrale, la
barista ha esibito la più sicura delle masche-
rine ino all’ultimo giorno dietro il bancone:
«Ma io l’ho comprata quando ho sentito
parlare per la prima volta del virus in Cina.
Ho fatto come dice mia suocera: se vedi una
casa che brucia, porta subito l’acqua a casa
tua». Distillati da emergenza perenne, da in-
tercertezza territoriale, esistenziale: che
non è la stessa nei posti poveri e nei posti
A POMIGLIANO SONO GENTILISSIMI:
PUR DI STAR FUORI DI PIÙ TI
CEDONO IL POSTO IN FILA. AD
ACERRA SFRECCIANO MOTORINI:
CASCO NO, MASCHERINA SÌ
Restare a casa è un ordine
che non si discute,
ma da adesso in poi dovremmo essere
un poco più attenti a quelli che muoiono sul lavoro.
Lo so che ora il problema è non infettare gli altri,
lo so che non è una banale inluenza
quella che ci sta attraversando,
ma se dobbiamo temere la malattia
dobbiamo temerla sempre, dobbiamo
mettere pochi pesticidi nella terra
e le industrie pochi veleni nel cibo
e nel l ’a r i a
(che grande crimine la fabbrica di Taranto)
e chi non è più amato
non può più uccidere la sua amante.
Non voglio aiancarmi agli stupidi
che ogni volta che dici qualcosa
ti rispondono che il problema è un altro,
ma dobbiamo chiedere che dal prossimo autunno
ogni governo,
di destra o di sinistra,
si ponga il problema che vendere sigarette
è vendere tumori
e vendere alcolici è vendere cirrosi.
Ora più che mai è un dovere di tutti stare bene,
ma nel futuro deve essere anche un diritto:
se un futuro governo, come quelli passati,
toglierà soldi agli ospedali
per destinarli alle spese militari
sarà un governo di criminali.
di FRANCO ARMINIO
Canto di chi
rimane a casa