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AMICI SULLA SFIDUCIA
WLODEK GOLDKORN
Nelle lettere tra Cioran e Eliade il rapporto tra due intellettuali fuori da ogni sc hema
In una lettera scritta alla viglia di Natale
del 1981 (ma l’autore per nascita è cristiano
ortodosso, iglio di un pope, le feste per lui
cadono giorni dopo), Emil Cioran, esule a Pa-
rigi in dagli anni Quaranta, scrive all’amico
Mircea Eliade, professore a Chicago e pure
lui romeno emigrato: «Sono straniero ovun-
que». Precisa: «Mi sento a casa solo ascol-
tando la musica». Inine: «Le parole mi stan-
cano e l’orrore che mi ispirano è la punizione
per aver fanaticamente creduto in loro».
Il carteggio “Una segreta complicità” (Adel-
phi) fra i due pensatori il cui fascino sta nella
profonda siducia nelle categorie care a ogni
progressista a partire dalla fede in un avveni-
re migliore grazie alla conquiste della tecnica e all’allarga-
mento del sapere umano, svela non solo il lato intimo del
loro rapporto pluridecennale ma anche la diicoltà non
dissimulata di afrontare le side della scrittura e dei rap-
porti umani. E pure le reciproche gelosie, miste a un forte
sentimento di eccezionalità. Quel sentimento determina
un legame che si traduce perino in aiuti economici: as-
segni che l’accademico Eliade manda al “laneur” Cioran.
I due erano nati e cresciuti in Romania fra
le due guerre mondiali: periferia estrema
dell’Europa, paese in preda ai movimenti na-
zionalisti e radicalmente antisemiti. I due, da
giovani ne provano simpatia, per poi liberar-
sene. Resta la siducia nella Ragione. E così
una volta in Occidente, non aderiscono a
nessuna corrente del pensiero, né dominan-
te né critico. Eliade, il più famoso dei due,
considerato un grande storico delle religio-
ni cerca di immettere in Occidente il senso
del sacro “orientale”. E del resto, già negli
anni Trenta aveva approfondito aspetti della
spiritualità indiana. Cioran invece ama pre-
sentarsi come un nichilista. Dice di scrivere
perché insonne e per non suicidarsi. Dal carteggio risulta
che dominante nella coppia, è il meno celebre, Cioran. E
anche, quanto l’Occidente sia debitore appunto della pro-
pria periferia.
“Una segreta complicità. Lettere 1933-1984”
E.M. Cioran, Mircea Eliade, a cura di M. Carloni e H. C. Cicortas
Adelphi, pp. 299, € 22
A cura di Sabina Minardi
La morte di Pablo
Neruda, premio
Nobel e cantore
dell’amore e
dell’impegno
civile, ricostruita
in un romanzo-
inchiesta basato
su una vastissima
documentazione: perizie, atti
giudiziari, cronache del tempo.
Testimonianze che accreditano una
precisa versione sulla morte del
poeta: non stroncato da un male, ma
avvelenato dagli uomini di Pinochet,
dodici giorni dopo il Golpe che
depone Allende. Perché la poesia è
sovversiva. E arma pericolosissima.
La storia di Nino,
10 anni, nato nella
foresta pluviale
amazzonica e
intenzionato a
proteggerla dalle
devastazioni
delle compagnie
petrolifere: con
l’ostinatezza e la passione dei piccoli,
prima. E con la lucidità dell’adulto,
biologo ed ecoilosofo, dopo. Torna,
trent’anni dopo la pubblicazione,
uno dei primi libri di ecoterrorismo,
da un autore norvegese che in quei
luoghi ha vissuto per anni, indagando
da giornalista sui crimini ambientali.
Traduzione di Andrea Romanzi.
C’è Pauline, la
mamma volitiva
e iera che vende
caschi di banane.
Papà Roger, che
ascolta la radio
seduto sotto un
albero di mango. E
il piccolo Michel,
sognatore dallo sguardo acuto. Ci
sono tutti i personaggi già conosciuti
in “Domani avrò vent’anni” e
l’universo suggestivo e grottesco di
Pointe-Noire a ine anni Settanta.
Per un altro capitolo di storia: i
giorni dell’assassinio del presidente,
che cambiano il Congo-Brazzaville.
Tradotto da Marco Lapenna.
“DELITTO NERUDA”
Roberto Ippolito
Chiarelettere, pp. 239, € 17,60
“INFERNO VERDE”
Gert Nygardshaug
Sem, pp. 430, € 20
“LE CICOGNE SONO IMMORTALI”
Alain Mabanckou
66THAND2ND, pp. 204, € 16