Corriere della Sera - 21.03.2020

(Elle) #1


CorrieredellaSera Sabato21Marzo2020 23


ILDOLORE


Beschi,vescovodiBergamo:«Lacittàstarispondendo


Moltiimprenditorisostengonogliospedali


Elenostreparrocchiesonovicineallefamiglie»


«Tuttiavrannoilfunerale


Figli emedici,benedite imorenti»


M


onsignorBeschi,unmese
fainiziavatutto.
«Fin da subito ho avuto la
sensazione che sarebbe stata
una prova lunga».
Bergamoèlacittàmartire.Qualèoggi
ilsuostatod’animo?
«Chiedo la grazia di essere perseveran-
te. È una virtù necessaria: per essere vici-
no ai malati, e perreggere le disposizioni
avviateunmese fa, che limitano la vita
delle nostreparrocchie,echeisacerdoti
hanno accolto, purcongrande sofferen-
za».
Quantovipesanonpoterdiremessa?
«Ma noi diciamo messa, tuttiigiorni.
Non possiamo farlocon il popolo, ma lo
facciamo per il popolo. La mancanza fisica
della gente ci fa soffrire; ma la messaresta
un momento per noi decisivo, ne scaturi-
scecomunque un bene spirituale.Èuna
forza moralecondivisa, che si esprime in
vari modi:telefono, radio, tv, social. A me
pare un pane necessario a tutti noi, anche
ai non credenti».
Perchésecondoleiilmorbohacolpito
inparticolarelaBergamasca?
«È un’areamoltoaperta al mondo, di-
namica,con un grande aeroporto. Non ho
vistotrasgressioni delleregole ricevute.
Certo, il lavoro qui è molto importante, le
attività sonocontinuate fin quando possi-
bile».
Èstatounerrorenonfareanchequila
zonarossa?
«Le duecomunitàcolpite fin dall’inizio,
Alzano e Nembro, mi sono particolarmen-
tecare,anche perché sono moltovivaci

erano di età matura, anche se aiutavano
ancora le loroparrocchie. Cinque erano
parroci,relativamentegiovani. Caduti in
servizio. Ci sonocomunità che hanno per-
so il loro parroco. Come don Giuseppe Ca-
snigo, dellaVa l Gandino, unavalletta della
Va l Seriana: un uomo molto amato, molto
semplice, dal cuore checonquistava tutti;
ammalato, si è spento in ospedale».
C’èqualchealtrastoriachel’hacolpita
inparticolare?
«Proprio stamattina un sacerdote mi ha
raccontato di una nostracatechista che ha
perso la mamma di 56 anni.Una vicenda
straziante. La donnarespirava sempre più
a fatica, la figlia ha chiamato l’ambulanza,
l’ambulanza tardava, la paziente sembrava
riprendersi, lei non ha insistitoper non
disturbare, pensando cifosseromagari
casi più gravi; ma la madre è peggiorata,
quando finalmente l’ambulanza è arrivata
lei è morta tra le braccia della figlia. Che
orateme di non aver fatto abbastanza».
QualcunosostienechelaChiesasiaun
po’assente.Checosastafacendoincon-
cretolaCuriadiBergamo?
«Le parrocchie si sono organizzate per
restare vicine alla gente. Chiusi gli oratori,
ci siamo inventatiimodi più diversi per
non abbandonareiragazzi, organizzare
attività perloro.Perfortuna abbiamo un
giornale, l’EcodiBergamo ,una tv, molti
sacerdoti che usano i social. Così abbiamo
costruito una serie di interventi mediatici
—catechesi, lettura della Bibbia—per
mantenere unita lacomunità, etenere ac-
ceso il desiderio di poterci ritrovare».
Eperimalati?
«Abbiamo accolto malati in quarantena
che non possono rientrarenellecase. In
seminario ci sono cinquanta stanzeper
medici e infermieri chevengono da fuori
Bergamoopreferiscono non rientrarein
famiglia. Abbiamo aperto“Uncuoreche
ascolta”: untelefono che riceve chiamate

da persone che hanno bisogno dicon-
fronto, riflessione,consolazione dal pun-
todi vista spirituale o psicologico. Ci lavo-
rano sacerdoti, suore, anche laici. E abbia-
mo pensatoaipoveri traipoveri, riorga-
nizzando strutturedovesenzatettoe
migranti possono vivere in modo sicuro».
Qualèl’impegnodellasocietàcivile,
degliimprenditori?
«La risposta è straordinaria. Moltissimi
imprenditori sostengono gli ospedali,
aiutanoimalati dimessi,comprano ma-
scherineerespiratori. C’èuna raccolta
fondi di Curia, Confindustria e Sesaab, la
nostra società editrice, per accogliere chi
ne ha bisogno, anche pagando lorol’al-
bergo. Certo la solidarietà dovràcontinua-
re, quando appariranno più evidenti i pro-
blemi delle famiglie, delle persone deboli,
dei lavoratori precari».
Comesistannocomportandomedicie
infermieri?
«Ho parlatocon molti di loro, tra cui al-
cuni che lavorano nellaterapia intensiva.
Afrontedella virulenza dei sentimenti,
della giusta preoccupazione di averepiù
mezzi e più personale, ci sono una passio-
ne, una dedizione, anche una chiarezza e
un ordine nell’affrontare la situazione che
mi hanno impressionato».
UominidiChiesa,suradiocattoliche,
hannodefinitolapandemiauncastigodi
Dio.Cosanepensa?
«Da moltotempo abbiamo abbandona-
toquesta interpretazione delle sofferenze
umane. Gesù non ha ilvolto di uncastiga-
tore.Vedo che molti si pongono la do-
manda:cosa ho fatto di male per meritar-
mi tuttoquesto? Il messaggio cristiano è
di un amore sconfinato. Non è questione
di parole, noi non diciamo: Dio è buono. Il
segno dell’amore e della bontà di Dio è la
figura di Gesù».
Appunto,cosarispondeachilechiede:
perchéquestatragedia?
«La spiegazione sfugge agli uomini di
scienza, agli uomini di governo. Non so se
appartiene alla dimensione della natura, o
sec’èunaresponsabilità umana. Da per-
sone difede ci interroghiamo sucosa ci
dice oggi la parola di Dio. Siamo chiamati
aesercitarel’amorediCristo,amaggior
ragione in questa circostanza.Ainterro-
garci sul senso del limitedell’uomo, che
diventa senso diresponsabilitàverso la
nostra vita,verso gli altri,verso la natura,
verso il pianeta».
LeihapregatopapaGiovanni,cuièinti-
tolatol’ospedaledeldolore?
«Sì, questa settimana sono andato nella
suacasa natale a Sotto il Monte. Ho eleva-
touna supplica a questo santoPapa. Non
c’era nessuno, è stata trasmessa in tv. Non
siamo abituatiasupplicarequalcuno, ci
sembra che la supplica facciavenir meno
la dignità, ma nella sofferenza la supplica
nasce dal cuore, è appunto accorata. Sia-
mo piccoli, fragili, umili, viviamo un gran-
de dolore, ma ci mettiamo tutto il nostro
cuore. La supplica è sempre rivolta a Dio,
conl’intercessione della madrediGesù,
dei santi, e del nostro meravigliosoPapa
bergamasco. Sono andato a rileggermi la
supplica di san Bernardo nell’ultimacan-
tica delParadiso, in cui prega Maria affin-
ché Dante possavedere ilvolto di Dio. Là è
la supplicadella bellezza, qui nascedal
dolore».
L’epidemiacicambierà?Come?Inme-
gliooinpeggio?
«Abbiamo attraversatomoltecrisi. La
crisi economicaefinanziaria nonèstata
uno scherzo. La crisi ambientale non è
uno scherzo. C’è anche una crisi ecclesia-
le. Moltevolteabbiamo detto: non sarà
piùcome prima, dobbiamo imparare da-
gli errori, non dobbiamo ripeterli. La do-
manda è: siamo pronti a imparare? Le fa-
miglie faranno iconticon le perdite, i po-
sti vuoti. La risposta non l’ho ancora».
Macomesaremoquandotuttosaràfi-
nito?
«Due sono gli elementi decisivi: lacon-
divisione solidale, necessaria pervenirne
fuori;el’esercizio di unaresponsabilità
personale. Se riusciremo a crescere, alme-
no saràvenuto un frutto da questa vicenda
terribile».
©RIPRODUZIONERISERVATA

MortoaZingonia


Luciano,infermieregentile


chesorridevaatutti


L


uciano Mazza aveva 65 anni e un dono: si faceva
voler bene. Inreparto, alterzo piano delPoliclini-
coSan Marcodi Zingonia, nella Bergamasca, dove
si facevano le riabilitazioni prima che l’emergenza del
coronavirus loconvertisse alla cura dei pazienti Covid,
lui aveva sempre una battuta allegra per tutti, degenti e
colleghi. Quando hacominciato a stare male, una
decina di giorni fa, non ha fatto pressioni per essere
visitato. Ha aspettato che lafebbre passasse, ma non è
passata. È morto ieri, avevacontratto il virus incorsia.
Sarebbe andato in pensione tra pochi mesi, per stare
finalmente di piùcon sua moglie Sandra e la figlia
Roberta.Untempo mancato. ©RIPRODUZIONERISERVATA

CimiteroUnuomo,dasolo,osservaadistanzailferetrodellamadremortanelcimiterodiSeriate(Cruciatti/Afp)


diAldoCazzullo


numerosidellestatisticheufficiali,che
moltibergamaschisispengonoincasae
nonrisultanoneibollettini.Èvero?
«Ci sono persone che muoiono senza
essere riconosciutecome portatrici del vi-
rus, perché nonc’èstata una diagnosi.
Forse muoiono per unconcorso dicause
tra cuic’è anche il virus. Non ho dati scien-
tifici; ma è questo il sentirecomune».
IlPapalehatelefonato.Checosaleha
detto?
«È stata una bellissima sorpresa. IlPapa
era molto accorato, molto informato, mol-
to ammirato e grato neiconfronti di medi-
ci e infermieri. Ed era dolorosamentecol-
pito dal numero dei morti. Anche tra i sa-
cerdoti».
Tralevittimecisonoquindicipreti.Chi
erano?
«Alcuni erano moltoanziani, persone
che amavo tanto, bellissime figure, che vi-
vevano insieme in unacasa di riposo. Altri

dal puntodivista ecclesiale. Tutti ci do-
mandavamo se nonfosse ilcaso di pren-
dere un provvedimento piùtempestivo. Si
èdeciso invecediprendereunprovvedi-
mento generale, ma più tardi».
Ibergamaschimuoionosenzailcon-
fortodeiparentiedeireligiosi.Nonèter-
ribile?Cosasipuòfare?
«Il nostroimpegnoèfar di tuttoper i
malati,cercareogni soluzione possibile
per non abbandonarli. Ho invitato i fami-
liari a benedire i propri genitori e i propri
nonni morenti, nellecase.Unbattezzato
può benedire.Untempo era il padre a be-
nedireifigli al momentodell’addio. Ora
possono farlo i figli e, nelleterapie inten-
sive, anche i medici e gli infermieri. Dico
loro:ovviamente non vi imponiamo nulla;
ma se intuiteche una persona ha questa
sensibilità,voi stessi fatevi portatori di un
segno, di una benedizione, di una piccola
preghiera».
Imortivengonoportativiadall’esercito
ecrematialtrove:avrannomaiunfunera-
le?
«È un’immagine straziante. Si allunga
l’ombradella morte, che nonèsolo l’al-
lungarsi di una lista; è un’ombra che entra
nell’anima. Non possiamo sottrarci al vis-
suto doloroso dicoloro chevedono i pro-
pricari sparirenel nulla. Conoscomolte
persone, anche nostri sacerdoti, che han-
no perso il papà o la mamma senza poterli
salutare.Ve nerdì prossimo sarò nelcentro
del cimitero monumentale di Bergamo, e
faròuna preghiera di suffragio peride-
funti che icari non hanno più visto».
Maifunerali?Sifaranno?
«Sì.Penso a unacelebrazione per tutti i
defunti della nostra diocesi.Aunacele-
brazione in ogni parrocchia per tutti i de-
funti dellacomunità.Poi ogni famiglia si
accorderàcon il parroco per unacelebra-
zione per il propriocaro».
IlsindacoGoridicecheimortisonopiù

Chiè


●Monsignor
Francesco
Beschi,68anni,
èvescovo
diBergamo
dal22gennaio
2009.Brescia-
no,èvice-
presidente
dellaConfe-
renzaepisco-
palelombarda

Unmesedopo L’emergenzasanitaria

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