Il Sole 24 Ore - 21.03.2020

(Frankie) #1

10 Sabato 21 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore


Primo Piano Coronavirus


LA PMI CHE REALIZZA MACCHINE SALVAVITA


Fca e Ferrari in aiuto alla Siare


per produrre più ventilatori


LE AZIENDE


Venturi. «Un ventilatore per più pazienti è una novità che
riempie di orgoglio. Una collaborazione tra clinici e

industria offrirà al sistema sanitario un dispositivo che


raddoppia i posti in terapia intensiva» dice il commissario
per l’emergenza Covid-19 in Emilia Romagna

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I PRIMI ORDINI
Tanti sono i primi circuiti a ventilatore doppio ordinati e in
arrivo a Bologna

L’ad Preziosa: «Rischiamo


di restare senza pezzi


per fabbricare i prodotti»


Ilaria Vesentini


La notizia che la holding Exor, tra
il gruppo FCA e Ferrari, si è messa

a disposizione della piccola azien-


da bolognese Siare Engineering,
unico produttore in Italia di venti-

latori polmonari, per accelerare la


fornitura di macchine salvavita ai
reparti di terapia intensiva alle

prese con un'impennata senza


precedenti di polmoniti da Covid-
, fa tornare in mente l'epoca bel-

lica in cui si attivò un grande gioco


di squadra all'insegna del tricolore
per fornire al Governo gli stru-

menti di guerra, con stabilimenti


lungo la via Emilia convertiti alla
costruzione di apparecchi idraulici

per la marina e di carri armati per
l'esercito (come quello della Calzo-

ni, officina meccanica nata coi


trattori), o alla fabbricazione di
motori per aviazione e armi, come

quello di Acma e di altri marchi lo-


cali di macchine automatiche per
il packaging.

Non solo FCA e Ferrari, il cui


stabilimento di Maranello dista
meno di una trentina di chilometri

da quello in Valsamoggia di Siare


dedicato ai respiratori, ma anche
il sito bolognese, ancora più vici-

no, di Marelli (a fine  ceduta


da Exor al fondo KKR) potrebbero


reindirizzare parte dei propri im-
pianti e delle proprie maestranze

per aiutare la produzione di venti-


latori. E secondo fonti americane
anche Donald Trump sta valutan-

do di chiedere alle grandi case au-


tomobilistiche Usa - Fiat Chrysler,
Ford e General Motors – che con-

dividono con la nicchia biomedi-


cale le competenze di elettronica
e pneumatica, la stessa conversio-

ne per affrontare il pandemico
Coronavirus.

«Dopo l'inserimento, questa


settimana, di  tecnici dell'Eserci-
to che stanno affiancando i nostri

 dipendenti nell'assemblaggio


dei ventilatori polmonari, oggi più
che di manodopera abbiamo biso-

gno di materie prime e componen-


tistica elettronica, perché la nostra
filiera di fornitori e artigiani sta an-

dando in affanno», spiega Gianluca


Preziosa, che guida la Pmi da ,
milioni di fatturato, fondata nel

 in Valsamoggia e tuttora pre-


sieduta dal padre Giuseppe. Un
brand sconosciuto, Siare, fino a po-

chi giorni fa, perché ha sempre la-


vorato per il % con clienti esteri
(nomi come General Electric e Phi-

lips) che a differenza della sanità


italiana pagano prima della conse-
gna della merce permettendo di

autofinanziare gli investimenti e la


R&S e ora impegnata al % a ri-
spondere alla richiesta del Governo

Conte di consegnare  macchina-


ri a settimana, per un totale di 
al mese e oltre mila entro luglio,

ritmi produttivi tre volte quelli


standard.
La gran parte dei fornitori di

Siare è infatti concentrato tra


Lombardia, Emilia, Veneto, Mar-
che, le aree focolaio del Coronavi-

rus, e tra misure restrittive extra


decise dai singoli Governatori re-
gionali e allarme contagi nelle fab-

briche, il rischio di restare senza i


pezzi per fabbricare i ventilatori è
altissimo: «Noi assembliamo, col-

laudiamo e controlliamo le mac-


chine, un ciclo che dura - ore a
ventilatore, stiamo lavorando an-

che i sabati e le domeniche mezza


giornata – spiega l'ad – ma non
produciamo i componenti. È stato

il Governo a contattare FCA e Chry-


sler per valutare la possibilità di
aumentare la fornitura di materie

prime sfruttando la loro grande ca-


pacità e il loro indotto e la risposta
è stata positiva».

E ieri è arrivata la notizia che an-


che la Merkel ha precettato l'unico
produttore tedesco di ventilatori

polmonari, Dräger, commissio-
nando mila macchine. «Questo

virus sta facendo emergere l'im-


portanza di salvaguardare una
propria filiera interna nei settori

strategici per la tenuta economica


e sociale di un Paese e il biomedica-
le è tra questi», conclude Preziosa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Soluzione


trovata


in 48 ore.


L’azienda


Intersurgi-


cal ha


fornito


i pezzi da


assemblare


Terapia
intensiva.

I reparti di terapia
intensiva di Emilia

Romagna e


Lombardia sono
in affanno per

l’afflusso di malati


di Covid-


ANSA

Il respiratore tandem nato


nel distretto di Mirandola


L’emergenza in rianimazione. Il nuovo ventilatore sul tavolo del ministro Speranza:


primi invii negli ospedali di Emilia e Lombardia. Il progetto ideato da due clinici


Barbara Gobbi


ROMA


Da un lato il know how di un'impre-


sa specializzata in biomedicali di


nicchia, nata e cresciuta nel distret-


to “storico” di Mirandola, dall'altro


l'ingegno dei clinici alle prese con


l'emergenza del secolo: la malattia


da Covid- che sta mettendo in gi-


nocchio le terapie intensive dei ser-


vizi sanitari più all'avanguardia in


Italia. Come Lombardia ed Emilia


Romagna, dove è sempre più diffi-


cile star dietro al numero di pazienti


che arrivano con polmoniti da gravi


a gravissime e che senza un suppor-


to respiratorio adeguato muoiono.


A situazione estrema, estremi ri-


medi: ed è rifacendosi alla letteratu-


ra internazionale e alle tecniche di
Medicina delle catastrofi che due

professori in prima linea nella bat-


taglia contro il virus hanno provato
a raddoppiare le chance di cura,

ventilando con un solo respiratore


due o se necessario più pazienti.
Un input che sarà rilanciato su

scala nazionale: il ventilatore multi-


plo realizzato e testato a Bologna «è
già sul tavolo del ministro della Sa-

lute che, come noi, è molto entusia-


sta», ha spiegato ieri il commissario
per l'emergenza Covid- in Emilia

Romagna Sergio Venturi, nella di-


retta facebook quotidiana sull'epi-


demia. Proprio Venturi aveva dato


la notizia: «Un ventilatore polmo-


nare per più pazienti è una bella no-
vità che ci riempie di orgoglio. Una

collaborazione straordinaria tra cli-


nici e industria metterà a disposi-
zione del sistema sanitario un di-

spositivo preziosissimo in grado di


raddoppiare i posti in terapia inten-
siva. Non solo, in questo modo da-

remo anche ad altri Paesi, che ci


guardavano con scetticismo e che
hanno avuto più tempo di noi per

affrontare l'emergenza, un prodot-


to dell'ingegno della nostra comu-
nità. Come sempre l'Italia in condi-

zioni di stress dà il meglio di sé».


I clinici sono Marco Ranieri, di-


rettore dell'Anestesia e Rianima-


zione all'Ospedale Sant'Orsola di
Bologna, e Antonio Pesenti, diret-

tore dell'Unità di Anestesia e Riani-


mazione del Policlinico di Milano.
Professori e anestesisti rianimatori

in corsia ventiquattr'ore su venti-


quattro, di questi tempi. «Tutto è
nato dall'emergenza rossa in Lom-

bardia, dove c'è stato un momento


in cui per la carenza di macchinari
i pazienti dovevano ventilarli a ma-

no», spiega Marco Ranieri. Ma an-
che in Emilia Romagna c'è allerta:

se per il momento il sistema sanita-


rio tiene, i primi cento circuiti
“doppi” sono in via di ordinazione,

destinati alle aree più critiche di


Piacenza e Parma.
«L'altro ieri abbiamo ricevuto la

telefonata del professor Ranieri che
ci chiedeva se potevamo aiutarlo –

spiega Stefano Bellarmi, ammini-


stratore delegato dell'azienda In-
tersurgical di Mirandola, specializ-

zata nella medicina respiratoria e


nella produzione di caschi per ven-
tilazione non invasiva – e a lui e ai

suoi colleghi che hanno intuito l'ap-
plicazione clinica di un possibile

sdoppiamento dei ventilatori ab-


biamo fornito i nostri prodotti».
Che sono circuiti già usualmente

prodotti per la ventilazione (in so-


stanza tubi), raccordi a “T” e filtri,
per evitare di contaminare sia la

macchina che i pazienti.


Poi, il test all'ospedale Sant'Or-
sola su modelli polmonari, che ha

confermato la piena applicabilità


del meccanismo a circuito doppio.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

I PROTAGONISTI


Professori inventori sull’asse Bologna-Milano


«Non ci siamo inventati nulla,


abbiamo messo insieme una serie
di pezzi ispirandoci alla letteratura

internazionale, a quanto si fa nelle


situazioni di emergenza estrema.
In sostanza abbiamo unito gli

ingredienti propri della ricerca


scientifica e del pragmatismo di un
barese, che sono io, e di un

milanese, qual è il collega e amico


Antonio Pesenti. Ma il meccanismo
in sé è assolutamente banale». Così

Marco Ranieri, oggi professore


ordinario all'Università di Bologna
e già direttore della scuola di

specializzazione in Anestesia e
Rianimazione a Torino e alla

Sapienza di Roma, racconta la


“trovata” che nasce dall'urgenza di
salvare vite in condizioni estreme.

«Con questo circuito – spiega -


riusciamo rapidamente e senza
dover fare bricolage a collegare due

pazienti con un ventilatore. Che


normalmente è fatto per assistere
un paziente ma in una situazione di

crisi si può riadattare e ovviamente


applicare a tutte le terapie


intensive. Ovviamente è uno
scenario che ci auguriamo di non

dover mai incontrare, ma è il caso


di essere pronti a ogni evenienza
perché questo virus ci ha messo

tutti davanti a uno scenario
catastrofico». Dalla telefonata tra

colleghi sull'emergenza lombarda


alla produzione del primo
“prototipo” sono passate appena

 ore. «Noi ne abbiamo ordinati


cento di questi circuiti e altri
ospedali si stanno muovendo, ma

la speranza di tutti è ovviamente
non arrivare a tali situazioni limite.

E l’unico modo per scongiurare che


l’epidemia si estenda a macchia
d’olio è che ognuno faccia la

propria parte, restando a casa»,


continua Ranieri. Parole che fanno
perfettamente rima con l’ultima

ordinanza del ministro della Salute


Roberto Speranza, arrivata ieri in
serata, con un ulteriore giro di vite

sugli spostamenti dei cittadini su


tutto il territorio nazionale.
Intanto in Lombardia l’allarme

resta altissimo: «Siamo allo


stremo – avvisa Antonio Pesenti –
e le terapie intensive sono arrivate

quasi a saturazione. Speriamo tutti


in una boccata d’ossigeno che
dovrebbe arrivare già nei prossimi

giorni con la messa a disposizione


di nuovi posti letto».


—B.Gob.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

MARCO
RANIERI
Direttore Anestesia
e rianimazione
Sant’Orsola di
Bologna

ANTONIO
PESENTI
Direttore Unità di
Anestesia e
rianimazione del
Policlinico di
Milano
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