ALESSANDRO MONDO
ANDREA ROSSI
Siamo la quarta regione d’Italia
per casi di coronavirus, 7.228.
La terza per numero di vittime,
- La seconda per ricoveri in
terapia intensiva, 440. Ma solo
la settima per tamponi eseguiti,
20.197.
Questo è il Piemonte al cospet-
to del Covid-19 nel giorno in cui
si sblocca la fornitura di 58 milio-
ni di mascherine, guanti e camici
per infermieri e medici, ma il pre-
sidente della Regione Alberto Ci-
rio annuncia che «stiamo arrivan-
do al livello di saturazione della
terapia intensiva, di questo passo
non so se ce la faremo». Il suo as-
sessore alla Sanità, Luigi Icardi,
quattro giorni fa, assicurava che
c’erano buone possibilità di non
arrivare a questo punto. Ieri 25
persone sono state intubate, il
6% in più del giorno prima. La
media degli ultimi giorni segna
una crescita quotidiana del 5%
di ricoveri in terapia intensiva;
Lombardia ed Emilia salgono so-
lo del 2%, il Veneto del 3,6%. Il
contagio rallenta ma gli ospeda-
li affrontano un picco tremendo
di urgenze.
La fatica dei test
Si fatica tremendamente a recu-
perare il tempo perduto. A co-
minciare dai tamponi. Venerdì
20 marzo, sul sito della Regio-
ne: «Operativi i test rapidi, appa-
recchiature in corso di fornitura
nei laboratori». Due giorni do-
po: «I laboratori privati da doma-
ni potranno effettuare esami». È
passata una settimana e gli effet-
ti si vedono poco: il Piemonte è
passato da farne 1.200 al giorno
a 1.400, ieri si è inerpicato a
1.700. La Regione ha annuncia-
to che i laboratori attivi saranno
ventidue, con una «potenza di
fuoco» di 4 mila test al giorno.
Siamo ancora molto lontani e gli
altri corrono: la Lombardia ieri
ne ha fatti 8 mila, il Veneto
5.500, Emilia Romagna e Tosca-
na 4 mila, il Lazio si è fermato a
1.400. Tutte queste regioni, fino-
ra, hanno effettuato più test di
noi: dai 4 mila in più della Tosca-
na agli 85 mila della Lombardia.
Siamo partiti tardi, ormai è un
dato oggettivo. E adesso la rin-
corsa è dura. «Purtroppo si è da-
to poco ascolto a chi lavora sul
campo», racconta un medico
dietro ferreo anonimato perché
in Piemonte – caso forse unico –
in questo momento i dottori pri-
ma di rilasciare dichiarazioni
devono chiedere il permesso
all’Unità di crisi. «Ora che la ne-
cessità di aumentare i tamponi
è chiara a tutti, ci si scontra con
la realtà: reagenti, materiali e
macchinari sono difficili da tro-
vare, tutta l’Europa li cerca».
I laboratori
Ecco perché il Piemonte arran-
ca. I laboratori adesso ci sono,
ma faticano a mettersi in moto.
L’Amedeo di Savoia (750 test al
giorno) e le Molinette (300) re-
stano i due punti di forza. Non a
caso, finora hanno servito anche
le altre realtà territoriali. Il Mau-
riziano ne fa 160, un centinaio il
San Luigi. Gli altri, dallo Zoopro-
filattico a Rivoli, da Ivrea a Torto-
na, si stanno attrezzando: è in
corso la distribuzione dei mac-
chinari da parte dell’Unità di cri-
si. Anche i privati, autorizzati in
tutta fretta, fanno quello che pos-
sono: da Humanitas-Gradenigo
al Centro anti doping di Orbassa-
no, alla Clinica Città di Alessan-
dria, la tempistica è legata alla
disponibilità delle apparecchia-
ture da acquistare o noleggiare.
E dei reagenti. Di fatto, è operati-
vo solo l’Irccs di Candiolo. Appa-
recchiature, diverse, tra l’altro:
quelle per il test tradizionale,
con molti passaggi manuali e du-
rata di 6 ore; quelle della Diaso-
rin per il test rapido (6 ogni ora);
quelle di Roche, che lavorano in
automatico. I laboratori che
viaggiano spediti sono dunque
quelli che hanno fatto da sé. «In
Unità di crisi dicevano che biso-
gnava passare da loro» racconta
un altro dirigente. «Ma mi risul-
ta che alcuni abbiano acquistato
mega forniture di propria inizia-
tiva già a fine febbraio. Ecco per-
ché riescono ad analizzare molti
tamponi al giorno».
Le forniture
Un altro capitolo doloroso sono
le forniture: ventilatori polmo-
nari, caschi, monitor e soprattut-
to protezioni per medici e infer-
mieri. Dopo i ricorsi presentati
dai sindacati a Torino e Ivrea so-
no aperte due indagini. Il perso-
nale degli ospedali supera le 55
mila persone. Servirebbero in
media almeno dieci mascherine
a testa a settimana, dunque cir-
ca 600 mila. Poi ci sono i medici
di famiglia. E i farmacisti, che
nei giorni scorsi hanno ricevuto
mascherine lavabili da Miro-
glio, azienda cuneese che ha ri-
convertito la produzione: le
1.500 farmacie ne hanno avute
10 mila per i loro 7 mila addetti.
Basteranno per una settimana.
Il comparto dell’assistenza e del
volontariato ne ha chieste 300
mila; ricevute 50 mila.
Miroglio produce 75 mila pez-
zi al giorno, con l’obiettivo di ar-
rivare a 100 mila. Altre ditte si
stanno attrezzando. Poi c’è Ro-
ma: il Piemonte finora è una del-
le poche regioni ad aver ricevu-
to tutte le mascherine promes-
se, un milione e 300 mila. Poca,
pochissima cosa ma ad altri è an-
data molto peggio: il Lazio ne ha
ricevute 55 mila su 983 mila, la
Campania 45.500 su 790 mila,
la Lombardia 405 mila in meno
di quanto annunciato, le Mar-
che quasi un milione. La dotazio-
ne totale di 20 milioni di pezzi
fornita dalla Protezione Civile
nazionale comunque copre sì e
no il fabbisogno di un mese.
Il Piemonte sconta i deficit or-
ganizzativi a livello nazionale.
Poi ci mette del suo. Resta in-
comprensibile, ad esempio, la
scelta di coinvolgere solo ora
Scr, la società di committenza re-
gionale: in tre giorni ha imbasti-
to una gara monstre per avere
30 milioni di mascherine, 60 mi-
lioni di guanti, 22 milioni di ca-
mici. C’è riuscita in parte; la do-
manda mondiale in questo mo-
mento supera l’offerta. Alla fine
i pezzi disponibili sul mercato
erano 58 milioni anziché i 134
milioni chiesti a un costo di 80
milioni di euro. Comunque ’ossi-
geno puro. –
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Stiamo arrivando al
livello di saturazione
della terapia intensiva,
rischiamo davvero
di non farcela
Un’altra giornata di lutto per il Piemonte: 53
decessi. Meno dei 62 di giovedì e degli 80 di
mercoledì, comunquetanti. E ancora: oltre 7
mila le persone finora risultate positive al vi-
rus, 3.435 solo a Torino, 440 i ricoverati in te-
rapia intensiva. Un numero, quest’ultimo, che
si avvicina pericolosamente alla saturazione
dei 500 posti complessivamente disponibili
nelle terapie intensive.
È il bilancio di una regione sempre più in diffi-
coltà, costretta a ritarare continuamente le mi-
sure di prevenzione. Giovedì, in quarta commis-
sione regionale, le opposizioni attaccavano l’as-
sessora all’Assistenza sociale, Chiara Caucino,
denunciando la situazione fuori controllo nelle
Rsa. Ventiquatto ore dopo il collega alla Sanità,
Luigi Icardi, ha annunciato che tutti i dipen-
denti e tutti gli anziani nelle oltre 700 case di
riposo piemontesi saranno sottoposti al test a
tappeto - quello
sierologico, però,
basato sul rileva-
mento delle rea-
zione anticorpale
- per un primo
screening rapido
dell’infezione.
Intanto conti-
nuano le proteste per la mancanza delle prote-
zioni individuali. «Il personale sanitario, che la-
vora per far fronte all'emergenza è esposto a
troppi rischi», denuncia lo Smi, Sindacato dei
Medici Italiani, attraverso due esposti presenta-
ti presso le Procure di Ivrea e Torino. Nel mirino
ci sono l'Asl To3, l'Asl To4 e l'Asl Città di Torino
(ex Asl To1 e To2). Sulle eventuali falle nel siste-
ma organizzativo la Procura di Ivrea ha già aper-
to un'inchiesta. Sul tavolo del procuratore capo
Giuseppe Ferrando c'è un fascicolo “per atti re-
lativi” anche se al momento non vi è un'ipotesi
di reato. Nei prossimi giorni chiederà alle azien-
de una rendicontazione sul sistema adottato. Il
faro della Procura eporediese è puntato sull'Asl
To4 che comprende il bacino di Chivasso, Ivrea
e Cirié e parte dell'Asl To3 con l'ospedale di Ve-
naria. Su Asl To3 e Asl Città di Torino, invece, in-
dagherà la Procura di Torino. Secondo lo Smi le
Asl To3, To4 e Città di Torino stanno arrecando
gravi danni ai medici di assistenza primaria, di
continuità assistenziale e del 118. Il sindacato
contesta anche l'attivazione del servizio Usca
(le équipe mediche che si occupano dell'assi-
stenza a domicilio dei positivi: «Chiediamo al-
le Regioni di implementare l'attività delle cen-
trali 116 117 per coordinare l'attività delle éq-
uipe Usca con quelle del 112 e dei medici di fa-
miglia». Per tutelare i medici il segretario, Giu-
seppina Onotri ritine auspicabile applicare i
tamponi, soprattutto dopo l'esempio di Vò Eu-
ganeo». ALE.MON. , A. BUC. —
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la svolta dopo le critiche
Test su ospiti
e personale
delle case di cura
ALBERTO CIRIO
PRESIDENTE
DELLA REGIONE
MASSIMILANO RAMBALDI
C’è chi è in forte crisi e chi sta ancora galleggiando,
perché aveva tenuto da parte qualche piccola scor-
ta di mascherine o di tute. Tutti i comitati locali di
Croce rossa della provincia però, cominciano a fa-
re i conti con i soldi che scarseggiano. E con il mate-
riale pagato anche dieci volte il prezzo normale,
quando arriva. Sì perché ci sono ordini di mil-
le-duemila mascherine già pagate, di cui da quindi-
ci giorni non si hanno più notizie. Altri, invece, si
sa che sono bloccati alla dogana di paesi dell’Est
Europa. Con i costi folli a cui oggi bisogna sottosta-
re per comprare il materiale di protezione alcuni
comitati hanno dovuto adeguare le tariffe del ser-
vizio di ambulanze: al rialzo ovviamente.
I presidenti di diverse sedi locali di Croce Rossa
si sono sentiti chiedere fino a 9 euro, se non 12, per
una mascherina e 5-6 euro in più rispetto al solito
per le tute. Senza contare i disinfettanti per sanifi-
care i mezzi e gli
stessi operatori.
Persone in prima li-
nea che operano
con pazienti anche
solo potenzialmen-
te infetti. E che, per
ragioni di sicurez-
za, vengono tratta-
ti come contagiati sicuri. Due dei comitati più
grandi della provincia, Nichelino e Moncalieri,
sono casi simbolo. Adriana Sala è la presidente
della struttura all’ombra della palazzina di Stupi-
nigi. «In tempi normali, con dodici-quindi euro
equipaggiavi una squadra di volontari con tutti i
dispositivi di protezione. Ora devi calcolare alme-
no tre-quattro volte tanto. Noi non possiamo fare
fronte a tali spese, senza trovare un modo per
rientrare». E quindi, gioco forza, il costo del tra-
sporto di utenti che chiedono ad esempio di anda-
re, o tornare, dall’ospedale, non può che aumen-
tare. E si chiede anche il pagamento anticipato in
alcune circostanze: «Abbiamo ordinato 1.800
mascherine via Internet – dice Sala –, e le abbia-
mo già pagate. Le aspettiamo da due settimane:
non sappiamo che fine abbiano fatto».
A Moncalieri la situazione è la stessa: «Abbiamo
una piccola scorta di mascherine – spiega il presi-
dente Alessandro Cogno –, perché abbiamo gioca-
to d’anticipo. Ma ce ne serviranno altre. Aumenta-
re i costi dei servizi? Per forza, se prima per una ti-
pologia di trasporto chiedevamo 40 euro, oggi ne
servono 65. Ordinarne altre? Ci proviamo tutti
giorni ma abbiamo una partita bloccata in Tur-
chia». Per questo, le donazioni sono un veicolo im-
prescindibile per rimanere in piedi. A Moncalieri è
stata avviata una campagna di crowdfunding su In-
ternet che ha già raccolto 7 mila euro. Anche a Ni-
chelino c’è bisogno dell’appoggio di tutti: «Alme-
no – sorride Adriana Sala –, alcune pizzerie nei
giorni scorsi ci hanno portato le pizze gratis». —
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Lo stato dell'emergenza
30000
20000
10000
0
23/02 26/02 29/02 03/03 06/03 09/03 12/03 15/03 18/03 21/03 24/03 27/03
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte Toscana Lazio
23/0226/02 29/02 03/03 06/03 09/03 12/03 15/03 18/03 21/03 24/03 27/03
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte Toscana Lazio
I casi
I tamponi
100000
80000
60000
40000
20000
0
«Altre scatole di mascherine sono in viaggio dagli USA. Destinazione fi-
nale di questa prima donazione #Torino #Bergamo #Napoli e #Paler-
mo. Grazie a Chiara Appendino, Giorgio Gori, Luigi De Magistris e Leo-
luca Orlando». Lo Èin un tweet Lapo Elkann, che aveva già donato ma-
scherine alla Lombardia
I NUMERI
INCHIESTA
LA SOLIDARIETÀ
volontari in affanno
La Croce rossa
senza risorse
“Ci serve aiuto”
INCHIESTA
Lo studio cinese e il “fattore 10”
Ogni caso certo ne nasconde molti altri
Anche a Ivrea
la procura apre
un’inchiesta
sugli ospedali
Molti comitati
per rientrare delle
spese hanno alzato
i costi dei servizi
Anche il sistema del soccorso e del volontariato sta andando il tilt
ALESSANDRO FERRETTI
Ieri in provincia di Torino 23 decessi e 286 nuovi contagi, che in
una settimana sono passati in media da +21% al giorno all’attuale
+9%. A livello regionale abbiamo avuto 25 nuovi ricoveri in terapia
intensiva e 53 decessi, che portano il totale a 598: un numero che purtrop-
po comincia ad essere rilevante da un punto di vista statistico, al punto
che è possibile provare ad utilizzarlo per dare una stima (molto approssi-
mativa) dei contagi reali di qualche giorno fa.
Secondo un nuovo studio dell’Ispi, basato su dati ricavati dal caso cine-
se e adattati all’Italia, la mortalità del virus da noi dovrebbe essere com-
presa tra lo 0,5 e l’1,8%. Questo dato ci consente di stimare il numero dei
contagiati che statisticamente hanno portato ai decessi osservati. Dal mo-
mento che tra contagio e decesso interviene del tempo, il numero dei con-
tagiati ottenuto non sarà quello attuale, ma quello di alcuni giorni fa: le sti-
me oscillano tra 11 e 20 giorni. In definitiva, quindi, a partire dai 598 de-
cessi, facendo un calcolo a ritroso possiamo stimare il numero contagiati
totali del passato. Una stima minima, ovvero a partire dal dato di mortali-
tà massima e dimezzando i decessi, ci dice che in Piemonte il 16 marzo ave-
vamo circa 16 mila contagiati totali, mentre il dato ufficiale era di 1.500.
Si direbbe quindi che i dati dei contagi siano sottostimati di almeno un fat-
tore 10: purtroppo però questa stima nulla può dirci su quanti siano i con-
tagiati attuali e sul loro andamento.
(FISICO UNIVERSITÀ DI TORINO) —
Tamponi in ritardo,
terapie intensive piene
e corsa alle protezioni
Il Piemonte in affanno
Tutti i numeri dell’emergenza: 598 vittime e 7.228 casi
Sei regioni hanno fatto più monitoraggi, con meno infetti
REPORTERS
Lapo Elkann dona le mascherine
32 LASTAMPASABATO28 MARZO 2020
CRONACA DI TORINO
T1 PR